Godzilla e Kong: Il nuovo impero, ruggiti rosa shocking e pugni d'acciaio nel futuro del MonsterVerse

Diretto da Adam Wingard, Godzilla e Kong: Il nuovo impero punta a unire concettualmente periodo Revival ed Era Millenium del kaiju giapponesi, tra serietà, ritmo scanzonato e un worldbuilding sempre più articolato.

Godzilla e Kong: Il nuovo impero, ruggiti rosa shocking e pugni d'acciaio nel futuro del MonsterVerse

Uscito in piena pandemia di Coronavirus nel 2021, Godzilla vs Kong (leggi la nostra recensione) ha chiuso la sua corsa al boxoffice mondiale con la bellezza di 470 milioni di dollari, incassati in uno dei momenti storici più critici dell'intero settore cinematografico. È abbastanza evidente: il MonsterVerse piace al grande pubblico, ancora di più se gestito con alcune accortezze. La prima - essenziale - è lasciare in mano a un solo regista il prosieguo della saga sul grande schermo, specie se la sua cifra stilistica e le sue idee funzionano. Con il Godzilla del 2014, Gareth Edwards aveva tentato di inquadrare i mostri dal basso, dal punto di vista umano, confezionando un film più evocativo che spettacolare.

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Godzilla e Kong - Il Nuovo Impero: una foto

Già Jordan Vogt-Roberts con Kong: Skull Island sceglieva però di superare questa concezione, girando un war movie in stile Apocalypse Now molto più pop e con i kaiju, anni '70, dove il Re delle Scimmie era possente e presente, e con lui molti altri, giganteschi e pericolosi mostri. Godzilla II di Michael Dougherty ha invece unito prospettiva umana e maestoso spettacolo cinematografico, profondamente artistico e incompreso, tra le pennellate di Goya e l'impatto scenico di Mad Max: Fury Road. Poi è arrivato Wingard che ha capito: la presenza umana deve essere un pretesto per la spinta narrativa, ma i protagonisti del MonsterVerse sono i kaiju titolari e secondari. E infatti Godzilla vs Kong vive di grinta e inventiva dal punto di vista estetico e d'azione, portando su schermo incredibili combattimenti tra titani e una vivida esplorazione del loro mondo, dando all'Uomo la dimensione da formica che gli spetta sul grande schermo, con Monarch: Legacy of Monsters che al contempo ha perfettamente dimostrato come la serialità sia molto più conferme a una drammaturgia in grado di raccontare i titani dal basso. Ora l'uscita di Godzilla e Kong: Il nuovo impero segna invece il passo successivo.

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Godzilla e Kong - Il Nuovo Impero: un'immagine

Le scaglie de Re dei Mostri non sono sempre state blu. Nella lunga storia di Godzilla si sono infatti alternate diverse iterazioni di colore differente, tra cui una delle più iconiche resta quella con le scaglie violacee, per l'esattezza tra il 1999 e il 2000. In quei film il look non era direttamente correlato all'economia del racconto, risultando una purissima scelta stilistica votato alla diversificazione estetica del personaggio e un certo gusto eccentrico. Nel sequel diretto da Wingard dovrebbe invece essere giustificata. Nel trailer vediamo infatti alcuni dei protagonisti umani entrare in contatto con quella che sembra essere un'antica civiltà della Terra Cava. Questo popolo è in contatto con una strana forma di energia cristallina di colore rosa, che guardando ad esempio ai colori rilasciati dell'aurora boreale (che è un fenomeno luminoso causato dalle emissioni solari) dovrebbe essere un tipo d'energia altamente radioattivo.

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Godzilla e Kong - Il Nuovo Impero: una foto del film

In sostanza, o per riprendersi o per potenziarsi, Godzilla potrebbe essere costretto o decidere di sua volontà di assorbire questa nuova forma di radiazione e modificare di fatto il suo aspetto ma anche la sua potenza. È inoltre curioso notare la presenza di cristalli verdi, che potrebbero essere un'ulteriore e diversa fonte d'energia da utilizzare in futuro. Wingard sa come sorprendere il suo pubblico di riferimento e catturare l'attenzione dei fan più sfegatati. Una sola parola: intrattenimento. Questo gusto cinematografico tra il periodo Revival del 1965, ideato per allontanarsi alla critica atomica e avvicinarsi a un pubblico più variegato - compresi i bambini -, e l'Era Millenium a ridosso del nuovo millennio (più eccentrica e assurda) è una crasi concettuale necessaria all'evoluzione commerciale del franchise sul grande schermo, almeno per la fase che stiamo vivendo.

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Godzilla e Kong - Il Nuovo Impero: un'immagina tratta dal film

Se nel 2021 era lo scontro tra i due mostruosi protagonisti a dare senso al progetto, qui è la loro collaborazione. È bello e importante che in un periodo di grandi contrasti persino un titolo votato al divertimenti tout court possa comprendere l'efficacia di un messaggio di aiuto e unione, anche se appena accennato; per altro per combattere una nuova e pericolosa minaccia rappresentata da Skar King, un Titano scimmiesco probabilmente deciso ad emerge in superficie e conquistare la Terra Emersa. Se il rosa potenzia Godzilla (che è per altro un altro meraviglioso insite contro ogni tossicità di genere) a dare più forza combattiva a Kong è un artefatto giallo di un materiale metallico non meglio specificato che calza come un guanto. C'è un po' di meccanico anche in Kong in questo sequel, e in effetti potrebbe essere la versione semplificata o embrionale di un eventuale Mechakong, vista e considerata la presenza nel precedente capitolo di Mechagodzilla.

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Godzilla e Kong - Il Nuovo Impero: Godzilla e Kong in una foto

Ad ogni modo, la scelta è conferme all'indirizzo della saga e alla sua crescita, specie se consideriamo il fine di questi power up, creati per sconfiggere un tirannico nemico più alto, feroce e potente e mantenere intatto lo status quo nella gerarchia dei Titani, uno come Predatore Alpha e l'altro come Re delle Scimmie. Il MonsterVerse è pronto a regalarci un altro intenso e curioso capitolo mainstream della versione americanizzata dei kaiju, che piaccia o meno è qui per intrattenere e restare a suon di ruggiti rosa shocking e botte ferrate.