Ghostbusters: Legacy, la recensione: L’eredità degli Acchiappafantasmi passa da padre a figlio

La recensione di Ghostbusters: Legacy: nel film di Jason Reitman, in uscita il 18 novembre 2021, si respira un'atmosfera da film anni Ottanta, non solo Ghostbusters, ma anche di quei vecchi film Amblin di Steven Spielberg.

"Who you gonna call?" "Chi chiamerai?" La risposta a questa domanda la sapete. La recensione di Ghostbusters: Legacy, il film che ha aperto la diciannovesima edizione di Alice Nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma 2021, in uscita nelle nostre sale il 18 novembre, sarà disseminata di indizi e riferimenti al passato, come il film di Jason Reitman. L'eredità di cui si parla nel titolo italiano (quello originale è l'altrettanto significativo Ghostbusters: Afterlife) è doppia. È quella dei protagonisti della storia, che si trasferiscono nella vecchia casa in Oklahoma che ha lasciato loro il nonno. Ma è anche quella di Jason Reitman, il regista del film, che è il figlio di quell'Ivan Reitman che diresse i primi due Ghostbusters. Jason da bambino scorrazzava sul set dello storico film del 1984, e nel secondo film ebbe anche un cameo. Il suo nuovo film è anche un omaggio al padre. Ma non solo. Guardate il prologo del film, tutto giocato su primi e primissimi piani, su oggetti iconici e non solo, tutto giocato sull'attesa. Si respira un'atmosfera da film anni Ottanta, non solo Ghostbusters, ma anche di quei vecchi film Amblin di Steven Spielberg. Ghostbusters: Legacy riesce a rinnovare la leggenda degli Acchiappafantasmi trasportandola nel mondo di oggi, creando un regalo per il nuovo pubblico e quello di allora. È divertente, commovente, pieno di ricordi e di azione. È un film spettacolare, nel vero senso della parola.

Quella cittadina in Oklahoma

Ghostbusters Legacy 5
Ghostbusters: Legacy, Finn Wolfhard, Mckenna Grace e Logan Kim di fronte alla Ecto-1

Callie (Carrie Coon) è una madre single. Ha due figli, Phoebe (Mckenna Grace) di 12 anni e Trevor (Finn Wolfhard), di 15. Quando viene sfrattata dalla casa in cui vive, decide di trasferirsi, con tutta la famiglia, in una piccola cittadina rurale dell'Oklahoma. Mentre i ragazzi iniziano a frequentare la scuola, dove c'è un curioso professore di scienze più nerd di loro (Paul Rudd), in città cominciano ad avere luogo strani fenomeni. Sembrano delle scosse di terremoto, ma c'è qualcosa che non quadra. Intanto, Phoebe e Trevor scopriranno la storia del proprio nonno. E la loro connessione con gli Acchiappafantasmi.

Ghostbusters: Legacy, le prime recensioni del film: "farà piangere i nostalgici"

Ghostbuster e Stranger Things, un cerchio che si chiude

Ghostbusters Legacy 14
Ghostbusters: Legacy: una foto del giovane cast

Ne è passato di tempo da quel lontano 1984. Nel frattempo tante cose sono cambiate. Gli anni Ottanta sono passati in fretta e, dopo qualche anno, sono anche tornati in auge. Nel frattempo è esplosa la passione per le serie tv e per le piattaforme di streaming che le trasmettono. Nel frattempo, soprattutto, c'è stato un fenomeno come Stranger Things, un successo strepitoso, una serie che si nutre proprio di quel cinema degli anni Ottanta di cui Ghostbusters - Acchiappafantasmiè uno dei portabandiera. Ed è perfettamente naturale, allora, che il nuovo film della saga, Ghostbusters: Legacy, si nutra delle stesse atmosfere di quella serie che gli ha reso omaggio. È qualcosa che, a livello artistico, ha perfettamente senso. Stranger Things ha continuato a disegnare storie lungo la linea tracciata da Ghostbusters e il nuovo Ghostbusters: Legacy porta avanti quella linea e la fa ritornare su se stessa, al punto di partenza. È un cerchio che si chiude. Ma la ragione, ovviamente, è anche commerciale: perché là fuori c'è un pubblico che adora, e divora, Stranger Things. E allora perché non rivolgersi a quel pubblico, facendogli conoscere uno dei papà della serie dei Duffer Brothers?

Ghostbusters Legacy 10
Ghostbusters: Legacy, una foto dell'atteso film

Finn Wolfhard una conferma, Mckenna Grace una rivelazione

Ghostbusters Legacy 2 Iqh4Z9E
Ghostbusters: Legacy, una nuova foto del film

Anche perché, come avrete capito, l'operazione non è affatto forzata, ma naturale, perché le corde da toccare sono le stesse. Basta giocare un po' su ambientazione e personaggi. Qui, infatti, siamo in una cittadina rurale dell'Oklahoma che ricorda molto la Hawkins nell'Indiana di Stranger Things. E al centro della storia c'è una famiglia con una madre single, come la Joyce Byers di Winona Ryder. E poi ci sono i protagonisti. Uno è un adolescente, Trevor, ed è interpretato, non a caso, da Finn Wolfhard, il Mike Wheeler di Stranger Things. E poi c'è la rivelazione assoluta del film, la sorella minore, Phoebe, interpretata da una strepitosa Mckenna Grace. I suoi riccioli e un volto strepitoso potrebbero far pensare a un altro personaggio di Stranger Things, Undici, o Eleven. Ma è solo una suggestione. Phoebe, un personaggio scritto benissimo, ha una sua personalità ben definita: è una piccola nerd tutta scienza e freddure, è impavida. Non ha superpoteri ma un'intelligenza fuori dal comune. Mckenna Grace è destinata a diventare una star, e noi a sgranare gli occhi per tutte le sequenze in cui è in scena in questo film.

Ghostbusters: Legacy, Finn Wolfhard non sapeva per quale film stesse facendo l'audizione

Tu chiamalo, se vuoi, fanservice

Ghostbusters Legacy 16
Ghostbusters: Legacy, una foto del fantasma Muncher

Si tratta di tanti elementi in grado di conquistare un pubblico giovane e trasportarlo, insieme a quello adulto che non ne ha bisogno, nel mondo degli Acchiappafantasmi. Che, dopo il prologo, entra man mano nella storia attraverso una serie di indizi sapientemente dosati e mandati in scena dallo sceneggiatore Gil Kenan e dal regista Jason Reitman. Come quell'auto nel garage, coperta da un telone, e con uno stemma sulla fiancata, che vediamo per un attimo prima che la torcia di Trevor si spenga. E poi la ghost trap, la trappola per fantasmi, lo zaino protonico, i vecchi spot televisivi dei Ghostbusters, che i ragazzi ritrovano su YouTube. E quelle tute grigie con i nomi dei nostri eroi. In una, quella di Egon Spengler, troviamo anche un paio di occhialini rotondi... Di più non vogliamo dirvi, qualcosa ormai lo saprete, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa. L'eredità di Ghostbusters, insomma, è in buone mani. E in Ghostbusters: Legacy c'è tutto quello che ci deve essere, a volte messo in scena in modo più classico, altre volte in modo sorprendente. Tu chiamalo, se vuoi, fanservice. Noi lo chiamiamo amore per un film che quell'amore se lo merita tutto.

Ghostbusters Legacy 3
Ghostbusters: Legacy, una foto del film

Una sceneggiatura che è un piccolo capolavoro

Ghostbusters Legacy 2
Ghostbusters: Legacy, Paul Rudd in una foto del film

La sceneggiatura di Ghosbusters: Legacy è un piccolo capolavoro che va dalla nuova contestualizzazione della storia ai collegamenti con quella originale, passando per le relazioni tra i personaggi, e per le freddure che sono state scritte per Phoebe. E anche per il personaggio di Paul Rudd, perfetto per il ruolo un professore nerd, che ha fede nella scienza e ama gli horror come La bambola assassina e Cujo ("immaginate Beethoven che si ammala di rabbia e comincia a sbranare i bambini", lo presenta così ai suoi alunni). "La scienza è punk rock, una spilla da balia nel capezzolo degli accademici" è una delle sue battute migliori. Dentro questo film c'è tanto amore, non solo per il film originale, ma per tutto un certo cinema degli anni Ottanta. Quel cinema che, da bambini, ci portava in altri mondi e ci faceva sognare.

L'eredità di Ivan Reitman

Ghostbusters Ivan Reitman Jason Reitman
Ghostbusters: Legacy, padre e figlio, Ivan Reitman e Jason Reitman insieme sul set

Ghostbusters: Legacy, il titolo italiano, è per una volta azzeccato. Perché di eredità, quella che un nonno lascia ai nipoti, si parla nel film. Ma l'eredità è anche quella che passa da padre a figlio. Jason Reitman, nella sua carriera, ha trovato da subito una sua via alla commedia, un po' amara un po' acida, sicuramente adulta e smaliziata. Certamente lontana dallo stile del padre. Ora che è un regista affermato può dedicarsi a omaggiare il cinema del padre Ivan Reitman, a prendersi cura di un suo gioiello molto amato, a fargli sapere che è in buone mani. Jason Reitman ha studiato con cura la lezione, le inquadrature, le tecnologie (alcune sono quelle dell'epoca, come gli animatronic), il tono di quel cinema. E ora è pronto a far vedere a papà cosa è in grado di fare. Jason Reitman ci ha raccontato che al Comicon lui e suo padre hanno visto il film insieme, fianco a fianco. E papà si è commosso. A tratti potreste commuovervi anche voi. Ghostbusters: Legacy è anche un omaggio al compianto Harold Ramis, l'inventore dei Ghostbusters (insieme a Dan Aykroyd) prematuramente scomparso. Ghostbusters: Legacy è bello come i primi Ghostbusters. È bello come Stranger Things. Ed è bello come un vecchio film della Amblin. È nostalgico. È moderno. È spettacolare.

Conclusioni

Nella recensione di Ghostbusters: Legacy vi abbiamo raccontato come il film riesca a rinnovare la leggenda degli Acchiappafantasmi trasportandola nel mondo di oggi, creando un regalo per il nuovo pubblico e per quello di allora. È divertente, commovente, pieno di ricordi e di azione. È un film spettacolare, nel vero senso della parola.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • La voglia di fare un sentito omaggio al primo Ghostbusters, ad Harold Ramis e al cinema di Ivan Retiman.
  • La sceneggiatura, perfetta nell'unire passato e presente e piena di battute fulminanti.
  • L'idea di avvicinarsi allo stile di Stranger Things per raggiungere un nuovo pubblico.
  • I tanti indizi presi dal film originale e sapientemente disseminati lungo il film.

Cosa non va

  • Se non vi interessa né Ghostbusters né Stranger Things, allora forse non fa per voi...