Due dei sorrisi e delle facce più amate non solo di Hollywood, ma del mondo, due carriere mostruose, che vantano collaborazioni con registi di culto come Steven Spielberg, Terrence Malick, I fratelli Coen, Robert Altman, Woody Allen, Steven Soderbergh e Mike Nichols: incontrare faccia a faccia la coppia d'oro del cinema americano, Julia Roberts e George Clooney, è un po' come ritrovarsi a contatto con l'essenza della settima arte. Sparito lo stordimento iniziale, si rimane sconvolti nel vedere come due delle più grandi star di Hollywood siano non solo solari, affascinanti e bellissime, ma anche estremamente gentili, tanto da salutarti con un caloroso "Ciao!" a 32 denti quando ti rivedono davanti all'ascensore dell'hotel a intervista finita (grazie Julia Roberts, adesso credo davvero nelle fate).
Money Monster: Jodie Foster dirige la coppia Clooney - Roberts
L'occasione è stata la presentazione, fuori concorso, al 69esimo Festival di Cannes, di Money Monster - L'altra faccia del denaro, quarto film da regista del doppio premio Oscar Jodie Foster, che ha trasformato Clooney in Lee Gates, spregevole presentatore televisivo che consiglia agli spettatori come investire i propri soldi in "affari sicuri", non curandosi poi del peso delle proprie parole. La realtà gli arriva addosso tutta insieme quando Kyle (Jack O'Connell), ragazzo che ha perso tutti i suoi risparmi seguendo un suo consiglio, irrompe nello studio televisivo del suo programma minacciandolo con una pistola: a quel punto è Patty, la regista e produttrice esecutiva dello show interpretata da Julia Roberts, a prendere in mano la situazione.
Per trasformarsi nell'egocentrico Lee, Clooney ha accettato di indossare costumi sgargianti durante balletti che diventeranno presto (s)cult, ed è proprio da qui che è cominciata la nostra chiacchierata: "Credo che il mio ballo sia il migliore che vedrete nei prossimi dieci anni: ve l'ho offerto come un regalo. Tutti dovrebbero ballare così!" ci ha detto con il suo famoso sorriso ironico, continuando: "Ho detto a Jodie che il mio personaggio, visto che è uno sbruffone, avrebbe dovuto ballare e lei mi ha dato il suo ok e mi ha fatto avere un coreografo: io l'ho fermata dicendo "so fare delle mosse incredibili, non ho bisogno di un coreografo!". Mentre mi vedeva Julia, che sentivo veramente nelle orecchie, continuava a dire "oh mio dio!" e io le dicevo "sono forte vero?!". Il coreografo non ha voluto essere nominato, si vergognava troppo: mi ha chiesto di non dire a nessuno il suo nome!". Roberts ride e per chiudere definitivamente la questione Clooney sentenzia: "Ho ballato il giorno delle riprese e basta: non lo farò mai più!".
Studiare il proprio ruolo e le insidie della finanza
Inevitabile chiedere a due attori del loro calibro come affrontano ogni volta un nuovo personaggio: Roberts ci risponde seria: "Alcune parti necessitano di ricerca: sono intriganti e ti permettono di viaggiare con la fantasia, altre volte invece è già tutto nella sceneggiatura. Quando ho letto la sceneggiatura di Money Monster ho trovato conforto nel capire che non sono l'unica che non ha chiara l'idea di come tutto questo funzioni: a volte vedo programmi di economia in televisione e non ci capisco nulla. Tutto il sistema è strutturato in modo da non essere chiaro alla maggioranza delle persone", mentre Clooney è più rilassato: "La parte divertente dell'essere attori è andare in posti dove non faresti mai le vacanze: nessuno direbbe "vado a Bratislava per nove mesi", invece è un'opportunità per scoprire qualcosa di altre culture e stili di vita. Non sono Daniel Day-Lewis, non vivo tutto il giorno nel personaggio, lui è uno dei miei attori preferiti di sempre, non sarei mai capace di fare Il mio piede sinistro, potrei fare "la mia mano destra", un film di tutt'altro genere!".
Sull'economia però si fa serio, concordando con la collega Roberts, ovvero sul fatto che il mondo della finanza sia una specie di setta che tende ad autoalimentarsi e a tenere all'oscuro il resto del mondo: "Dopo la crisi del 2008, quando queste persone sono andate al Senato a parlare, banchieri e capi d'azienda, usavano parole incomprensibili. Anche voi in Italia avete un sacco di problemi finanziari, il condono, tasse altissime, il riciclaggio, lavoro in nero... Una situazione follemente difficile, che deriva degli errori che noi abbiamo fatto 20 anni fa e che probabilmente impiegheremo ancora più tempo per sistemare".
Il talento di Jack O'Connell
Al fianco di questi due colossi fa la sua onesta figura Jack O'Connell, venticinque anni, primo film a 16 anni, This is England (2006), il successo con la serie Skins (2009 - 2013) e il balzo nella notorietà grazie ad Unbroken (2014) di Angelina Jolie, nel ruolo di Kyle. "Jack O'Connell interpreta il personaggio in modo straordinario" ci ha detto Julia Roberts, continuando: "È così disperato e onesto, tutto quello che vuole davvero sono risposte, le vuole al punto da entrare in uno studio televisivo armato e dire "non me ne vado finché non mi date delle risposte". Amo quel momento del film in cui dicono al suo personaggio "c'è stato un glitch nel computer" e lui urla "se qualcun altro prova a dire ancora una volta la parola glitch non rispondo più di me". È bello il fatto che il suo personaggio capisca che rappresenta la vita di moltissime altre persone nella sua stessa situazione e decida di farsi avanti per rappresentarle tutte, anche se diventa un terrorista".
Dello stesso parere Clooney: "Kyle diventa un terrorista, anche se non porta davvero una bomba non importa: se succedesse davvero un episodio del genere i giornali titolerebbero: "terrorista in studio". Il film è complesso, è quello che lo rende affascinante, perché cerca di far capire le motivazioni per cui una persona potrebbe arrivare a fare un gesto così disperato. I cattivi non credono mai di esserlo, hanno le loro ragioni per fare quello che fanno. Voi italiani potete capirci: avete vissuto ogni tipo di scandalo possibile, esattamente come noi. È frustrante per le persone normali lavorare tutta una vita, risparmiare, fare le scelte giuste per poi ritrovarsi senza soldi".
George Clooney, Ruby Rubacuori, Berlusconi e il bunga bunga
La frecciatina sugli scandali italiani non passa inosservata e chiediamo quindi a Clooney di spiegarsi meglio. La risposta ha dell'incredibile: "Un giorno, quando sarò davvero ubriaco, le racconterò un segreto su Berlusconi". Portateci subito della vodka! Urliamo disperati noi, ma la star si sbottona leggermente anche senza bisogno di alcol: "Sono stato chiamato a testimoniare in difesa di Berlusconi, dall'avvocato Valentino Valentini, nel processo "Bunga Bunga": Ruby Rubacuori aveva detto di essere stata a una festa dove c'ero anche io, cosa che non è vera, perché a quella festa io non ero presente. Io ho risposto che se fossi andato a testimoniare su quella festa in particolare, dicendo che non c'ero, avrei parlato anche di un'altra a cui invece avevo partecipato: per quella Berlusconi aveva organizzato un aereo per portarmi da Milano a Roma. Non si sono più fatti sentire. Potete verificarlo: sono una delle persone chiamate a testimoniare. Non posso raccontare di più: vivo a Como e vorrei restarci. Ho una moglie e un futuro da proteggere. Forse quando non ci sarò più questa storia potrà uscire: è davvero divertente".
Tecnologia e verità: due elementi che non vanno sempre di pari passo
Uno degli elementi chiave del film è la testimonianza di come l'informazione e il giornalismo siano diventati sempre più intrattenimento, non preoccupandosi di cercare la verità nonostante oggi la tecnologia possa dare un aiuto non indifferente: "C'è mancanza di integrità: non tutti sono onesti nel loro lavoro, oggi è anche più facile perché si fa tutto premendo dei bottoni" ci ha detto Julia Roberts, seguita a ruota da Clooney: "E chi può dire che i telefoni che usiamo raccontano la verità? Solo perché qualcuno dice: questa è la verità non vuol dire che lo sia. Questo è il problema oggi: se vai online puoi trovare qualsiasi verità tu voglia. Qualsiasi sito può spiegarti in maniera convincente perché i candidati alla presidenza in realtà sono dei criminali e dovrebbero andare in prigione: ho parenti che ci cascano pure! Abbiamo questo regalo enorme che ci è stato fatto, il world wide web, questa fonte inesauribile e immediata di informazioni ma non sappiamo come usarlo. Quasi nessuno parla di fatti: perché i fatti sono duri. Finché non capiamo questa cosa sarà difficile comprendere la realtà: distinguere i buoni dai cattivi è difficile se cerchi conferme alle tue convinzioni".
Donald Trump: secondo George Clooney non sarà lui il nuovo Presidente USA
Visto che Clooney ha tirato in ballo l'argomento "candidati alla presidenza USA", non potevamo non chiedergli il suo pensiero su Donald Trump, che in questi giorni sembra conquistare sempre maggiori consensi: "Trump si fa forza su un elemento, che si può trovare anche in Francia o Inghilterra: la paura. Questo oggi si vede molto in politica, la cosa sorprendente è che non abbiamo paura di confinare musulmani, rifugiati e minoranze, donne e bambini. Purtroppo se l'America va nel panico il resto del mondo la segue, con una rinascita dell'ostilità, basta guardare a quello che sta succedendo in Austria o Danimarca. Ma non saremo così: periodicamente andiamo in contro a fasi in cui perdiamo la testa, e in genere coincidono con le elezioni, ma ne verremo fuori e saremo giusti, ve lo prometto. Non ci faremo prendere dal panico: Trump non sarà presidente. Non esiste".