Gabriele Salvatores e i favolosi anni '60

Il regista di Mediterraneo presenta 1960, film di montaggio che ricostruisce l'Italia del boom economico attraverso lo sguardo di un bambino del Sud Italia.

Il regista Gabriele Salvatores abbandona per un giorno i panni di giurato, sotto la guida di Quentin Tarantino, per presentare di fronte al pubblico della mostra veneziana il suo nuovo lavoro. La pellicola, intitolata 1960, è un film di montaggio dedicato agli anni '60 realizzato in collaborazione con Rai Teche. La voce narrante appartiene a uno degli attori feticcio di Savatores, Giuseppe Cederna che rievoca l'estate del 1959 quando, ancora bambino, viveva il distacco dal fratello maggiore, emigrante in partenza per il Nord Italia. Le lettere che Rosario invia da Milano rappresentano l'unico collante tra i due fratelli, ma denunciano anche il cambiamento di vita e di mentalità che lo spinge a trascurare i suoi cari, a rompere il fidanzamento con una ragazza del Sud. La famiglia, allarmata, decide di partire per riportare Rosario a casa. Il viaggio si trasformerà nell'esplorazione dell'Italia del 1960, del boom economico, delle Olimpiadi, delle mode e dei tempi che stanno cambiando.

Come spiega lo stesso Salvatores "l'idea alla base del film parte proprio dal concetto che la storia si può riscrivere attraverso il montaggio, attraverso la manipolazione del materiale documentario. Perciò ho provato a raccontare la realtà attraverso la fiction visiva, utilizzando materiale girato da altri per raccontare la mia storia. Ad aiutarmi nel progetto sono intervenuto il giornalista Michele Astori e Massimo Fiocchi, montatore di tutti i miei film. Protagonista del film è un bambino che scappa per cercare il fratello emograto a Milano. Ovviamente il protagonista cambia aspetto, ma grazie al potere dell'immagine dopo un po' credi davvero che tanti bambini differenti siano in realtà la stessa persona. Il progetto potrebbe evolversi. Potremmo realizzare una sorta di Heimat solo con immagini di repertorio". Il regista ci tiene a sottolineare come la sua non sia un'operazione nostalgica di quelle che oggi vanno tanto di moda, ma piuttosto una sperimentazione, un tentativo di trovare un nuovo linguaggio espressivo. "Il 1960 era un anno molto buono per il nostro cinema, per la moda, per la musica. Il materiale che ho visionato era di ottima qualità e quello che abbiamo cercato di fare è stato preservarne la bellezza. Il mio non è un lavoro nostalgico e non è un documentario, ma è un film vero e proprio. La sfida è stata quella di raccontare una storia compiuta a bassissimo costo facendo esclusivamente uso di materiale di repertorio. La Rai mi ha sostenuto molto, infatti 1960 il film andrà in onda su _Rai Tre in prima serata dopo Che tempo fa? e il 4 novembre uscirà in DVD"_.