Eran '300', eran giovani e forti...
La graphic novel 300 del 1998, scritta da Frank Miller, racconta la battaglia delle Termopili in cui uno sparuto gruppo di spartani, sotto il controllo del Re Leonida, ha tenuto testa per tre giorni al poderoso esercito persiano, comandato da Serse.
Un fumetto vigoroso e potente, caratterizzato da immagini crude e violente, come la battaglia deve essere stata, narrato dal punto di vista spartano e da uno Spartano. Non deve stupire, quindi, l'enfasi data all'impresa dei trecento valorosi guerrieri, nè la visione distorta e caricaturale dell'avversario.
Nonostante questo evidente aspetto, non sono mancate domande relative alla veridicità storica nel corso della conferenza stampa di presentazione di 300 al Festival di Berlino e non ne mancheranno ulteriori all'uscita nelle sale italiane.
Critiche e polemiche del tutto fuori luogo, che lasciano il tempo che trovano considerando la natura dell'operazione, di Miller in primis e del regista Zack Snyder ora.
300 è stato realizzato da Snyder con massiccio uso di blue-screen ed effetti in CGI per trasporre su grande schermo la geniale e possente visione di Miller: facendo largo uso di immagini al computer, infatti, Snyder è riuscito a riprodurre lo stesso feeling e la stessa potenza delle tavole dell'autore americano, usando una tecnica simile a quella usata da Robert Rodriguez per il suo Sin City, anch'esso da un lavoro di Miller, ma con esigenze, e risultati, diversi.
Mentre Rodriguez ha semplicemente riprodotto le tavole originali del fumetto, la diversa natura di 300 hanno richiesto un lavoro maggiore sul movimento, che ha costretto Snyder a dover intervenire in modo diretto, e personale, nella messa in scena dell'opera. Trattandosi di una battaglia e di sequenze che richiedevano molta dinamicità, Snyder ha dovuto scegliere una tecnica per riprodurre la stessa sensazione dell'originale di Miller senza snaturarlo e l'ha trovata proprio nella sua personale tecnica narrativa, già rodata nel remake romeriano L'alba dei morti viventi, avvalendosi del suo stesso montatore (già con lui in L'alba come assistente al montaggio), un suo direttore della fotografia di fiducia, che con lui aveva lavorato in pubblicità e per video musicali, e dello stesso autore per la colonna sonora, Tyler Bates, che alterna brani serrati e duri a momenti più sognanti, corali ed onirici.
Come già detto, il film rende vive le tavole di Miller, creando alcuni tra i combattimenti più spettacolari ed articolati visti di recente sul grande schermo, crudi, sanguinari e violenti, che trasmettono potenza e dinamismo allo spettatore.
Anche il trucco contribuisce a creare una continuità col fumetto, trasformando Gerard Butler in Leonida e Rodrigo Santoro nell'etereo Serse, ma anche tutte le comparse ed i comprimari nei due eserciti che si fronteggiano, nonchè i mostruosi sacerdoti dell'oracolo ed il deforme e reietto Efialte.
Un'operazione sicuramente riuscita, appartenente alla nuova tipologia di film/fumetto di cui abbiamo già visto dei rappresentanti negli ultimi anni e di cui sicuramente ne vedremo altri, come i seguiti di Sin City e Watchmen, probabilmente ad opera dello stesso Snyder.
Movieplayer.it
4.0/5