Empire: la serie che ha conquistato gli USA con i suoi eccessi

Lo show targato Fox ha battuto record, di spettatori e vendite della colonna sonora, nonostante a prima vista possa apparire l'apoteosi del trash e dell'esagerazione.

I dati di ascolto ottenuti negli Stati Uniti da Empire nel corso della prima stagione sono stati memorabili, soprattutto considerando il periodo difficile che sta vivendo il network Fox e l'agguerrita concorrenza in continua espansione composta dalle TV via cavo e dalle piattaforme di streaming online. Un season finale da 16.7 milioni di spettatori lo ha però reso il miglior risultato ottenuto da un nuovo show degli ultimi dieci anni nella sua stagione d'esordio su un broadcast tradizionale, e l'episodio ha aperto le porte ai prossimi episodi con protagonista la famiglia Lyon nel migliore dei modi: regalando un mix trascinante di musica, menzogne, litigi, passaggi di consegna, propositi di vendetta, crisi di identità e arresti.

Un mix di ingredienti potenzialmente disastrosi

Il successo del progetto televisivo potrebbe ancora più incomprensibile dando una rapida occhiata solo ai primi episodi che appaiono esagerati, sopra le righe, sempre sul punto di ricadere in stereotipi sociali (spesso negativi), a più tratti incoerenti e un po' inconcludenti, sospesi a metà tra atmosfere drammatiche e da soap opera che ricalca i tanti reality show in onda negli USA.
Eppure è innegabile che Empire sia un serial in grado di fare quello che tutti gli autori televisivi vorrebbero quando iniziano a sviluppare una serie: creare dipendenza. Superate le iniziali diffidenze e perplessità, durante le puntate ci si ritrova senza fatica ad appassionarsi ai problemi di Lucious (Terrence Howard), dei suoi figli Andre (Trai Byers), Jamal (Jussie Smollett), e Hakeem (Bryshere Gray), e - soprattutto - dell'inarrestabile Cookie (Taraji P. Henson).

Empire: Terrence Howard e Bryshere Gray nel finale di stagione Die But Once/Who I Am
Empire: Terrence Howard e Bryshere Gray nel finale di stagione Die But Once/Who I Am

In mano a qualcuno di meno esperto il materiale alla base dello show avrebbe dato vita a un castello di carte destinato a crollare dopo poche puntate, ma la bravura e il talento del duo composto da Lee Daniels (Precious) e Danny Strong (Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2) - già collaboratori in occasione di The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca hanno invece permesso di creare una proposta televisiva originale e molto forte che ha sfruttato nel migliore dei modi il passaparola e i suoi elementi di forza per superarsi costantemente, soddisfando anche il pubblico afroamericano che avrebbe potuto trovare quasi offensiva e irritante la rappresentazione della società portata sul piccolo schermo. Al contrario, i protagonisti hanno saputo conquistare il pubblico, senza particolari distinzioni per quanto riguarda l'origine etnica o l'estrazione sociale, riuscendo inoltre ad attirare uomini e donne quasi in egual misura. Una missione quasi impossibile che, tuttavia, sulla scia di quanto compiuto da Shonda Rhimes con le sue serie dal cast multietnico, con protagoniste carismatiche, e attenti ai trend sociali, è andata in porto fin da subito.

L'importanza della colonna sonora

Empire: Jussie Smollett e Bryshere Gray in Die But Once/Who I Am
Empire: Jussie Smollett e Bryshere Gray in Die But Once/Who I Am

A impreziosire una sceneggiatura dalle sfumature quasi shakespeariane e volutamente esagerata in ogni suo passaggio, in particolare quelli emotivi che coinvolgono Jamal e le difficoltà che incontra in famiglia e nel campo della musica a causa della sua omosessualità, ci sono delle ottime interpretazioni e una colonna sonora di altissima qualità, prodotta da Timbaland e con contributi di star della musica del calibro di Jennifer Hudson, Mary J. Blige e Courtney Love. I dati di ascolto si sono rispecchiati anche in quelli di vendita e la compilation tratta dalla prima stagione ha debuttato direttamente al numero della prestigiosa classifica di Billboard, grazie alle oltre 130mila copie vendute in poco meno di una settimana, battendo persino la regina del pop Madonna.
La creazione di brani originali, come accaduto con Nashville, si è rivelata assolutamente vincente, creando una struttura narrativa parallela che ha dato un contributo essenziale alla promozione e alla diffusione sui social media dei contenuti dedicati a Empire, grazie a video musicali e sequenze che hanno moltiplicato condivisioni e like. E' infatti indubbio che i social media abbiano avuto un ruolo rilevante nella scalata dello show verso la cima dei dati di ascolto, e l'invasione di Cookie nelle timeline di un'alta percentuale di spettatori ha fatto conoscere il prodotto della Fox a una fetta sempre più ampia di potenziali spettatori, incuriositi dai commenti positivi e persino da quelli negativi.

Empire: Bryshere Gray e Snoop nel season finale Die But Once/Who I Am
Empire: Bryshere Gray e Snoop nel season finale Die But Once/Who I Am

Saprà ripetersi?

Empire è stata una delle sorprese più inaspettate della stagione televisiva e, pur non raggiungendo la qualità di moltissime altre proposte per il piccolo schermo, riesce a intrattenere e divertire. Il problema reale, dopo l'immediato rinnovo, sarà però quello di sapersi ripetere con la seconda stagione mantenendola ancorata a quella piccola percentuale di realismo che le ha permesso di non scivolare in un mondo surreale che smette di appassionare diventando invece fastidioso e indigeribile.