Una precisazione alla base di questo approfondimento: chi scrive, per anni, pensava che il gioco di ruolo, da cui proviene il film, si chiamasse "DANGERS & Dragons". Sì, letteralmente: "Pericoli e Dragoni". Che tra l'altro, pensateci, suona pure bene. Di più, sempre chi scrive, ignorava l'esistenza di tale gioco, almeno fin quando è stato rispolverato da quel fenomeno pop chiamato Stranger Things, facendogli rivivere una sorta di nuova giovinezza. Un fenomeno che, però, non ha scalfito l'ignoranza di base nei confronti di D&D, tanto che l'annuncio dell'adattamento cinematografico, Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri, non ha minimamente attirato l'attenzione. Le regole del gioco, fondate nel 1974, sono beatamente avvolte dal mistero - sempre secondo chi sta scrivendo -, così come sono avvolti nel mistero gli innumerevoli personaggi, le caratteristiche e l'intera struttura dell'influente universo fantasy e analogico.
Così, entrando in sala per Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri, non c'era la minima aspettativa riguardante la fedeltà all'opera originale, creata da Gary Gygax e Dave Arneson. Insomma, eravamo liberi dai paragoni, dai confronti, dai dogmi delle fan base che, come sapete, sono spesso agguerrite e poco avvezze al compromesso. Liberi e leggeri, alle prese con una visione, in questo senso, disinteressata e scevra da strutture e aspettative. Tuttavia, piano piano che il film prendeva corpo, ecco il click e il pensiero divergente: potremmo anche ignorare totalmente chi sono i magi, gli Arpisti, gli stregoni e via discorrendo ma, attenzione, questo Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri non è affatto male, anzi!
Un film per tutti!
Del resto, a scriverlo e dirigerlo ci sono Jonathan Goldstein e John Francis Daley, autori dello script di Spider-Man: Homecoming e, soprattutto, autori di una delle commedie più divertenti degli ultimi anni, ossia Game Night - Indovina chi muore stasera?. Si potrebbe addirittura dire che l'adattamento cinematografico di D&D sia una commedia disfunzionale a tonalità fantasy: una sorta di Fantaghirò che incontra La Storia Infinita, con pizzicate alla Mel Brooks o alla Monty Python e il Sacro Graal, finendo per strizzare l'occhio a I Goonies.
Probabilmente stiamo esagerando, tuttavia il nucleo di questo controcanto ha intenti diretti, ossia: non sappiamo se Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri sia coerente con il gioco di ruolo (e non ci interessa), né se i fan possano ritrovare le stesse sensazioni (ma immaginiamo di sì); possiamo però scrivere che il film è un piacevolissimo divertissement, un'alternativa e una sfrigolante avventura che regala sussulti e buon umore, adatto (davvero) ad un pubblico che va dai 0 ai 99 anni (come vi raccontiamo nella nostra recensione).
Dungeons & Dragons, Chris Pine e Michelle Rodriguez: "D&D è una palestra per l'immaginazione"
La bellezza di non prendersi sul serio
Riassumendo il tutto, si ride e ci si diverte, e apprezziamo una verve mai parodistica, piuttosto originale nel destrutturare il genere fantasy. Al centro dello show, il viaggio di Edgin e Holga (Chris Pine e Michelle Rodriguez), coppia truffaldina che, fuggita di prigione, se la dovrà vedere con l'ex compare Forge (Hugh Grant), alleatosi con la terribile maga rossa Sofina (Daisy Head) intenta a minacciare l'intero regno. Lungo la strada, Edgin e Holga faranno gruppo con Simon (Justice Smith), Doric (Sophia Lillis) e Xenk Yendar (Regé-Jean Page), ognuno provvisto o sprovvisto di determinati poteri magici. Vero, la trama del film si fa prima a farla che a dirla, ma state certi che non c'è nulla di cervellotico: Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri, coinvolgente e colorato, è un film apprezzabile per il suo humour, la sua tecnica (mica male la scenografia di Naomi Moore) e la sua onestà intellettuale che si divincola dal green screen riappropriandosi di una dimensione meravigliosamente artigianale (i VFX ci sono, ma ci sono pure animatronics e paesaggi r-e-a-l-i!) che ultimamente sta latitando nel cinema mainstream.
Ancora, D&D non ha intenzione di prendersi (e prendervi) sul serio, parla in modo chiaro sia agli appassionati del gioco sia ai profani (come in questo caso), e non ha intenzione di ammiccare più del dovuto sui combattimenti e sull'obbligata spettacolarizzazione della vicenda, di per sé adatta nello scardinare le sensazioni derivate da ogni fantasy movie che si rispetti. Obbiettivo raggiunto senza aver tirato nemmeno un dado, ciononostante l'intento principe di Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri è efficace per far sedere allo stesso tavolo diverse generazioni di spettatori e di giocatori. E, per concludere, un breve epilogo: dopo aver visto il film, abbiamo scoperto pure che questo non è il primo adattamento di D&D. Videogiochi, fumetti, romanzi, carte, anime. E ben tre film, di cui uno interpretato da Jeremy Irons (Dungeons & Dragons - Che il gioco abbia inizio), finiti però nel dimenticatoio. Ecco, magari in un'epoca di remake, sequel e reboot non richiesti, Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri potrebbe essere un franchise dall'orizzonte sconfinato...