Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, la recensione: ironia, avventura e la forza dei protagonisti

La recensione di Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, il film che adatta il popolare gioco di ruolo e il suo mondo per il grande schermo, con Chris Pine, Michelle Rodriguez, Sophia Lillis e Hugh Grant. In sala dal 29 marzo 2023.

Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, la recensione: ironia, avventura e la forza dei protagonisti

Vi sembrerà strano, ma ci siamo preparati trent'anni per questa recensione di Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, perché è da tutto questo tempo che ci dedichiamo al popolare gioco di ruolo lanciato negli anni '70, con un'attenzione più o meno sostenuta, ma mai assente. Come per tanti giocatori di ruolo, Dungeons & Dragons è stato il primo approccio, il primo amore, prima di sperimentare e dedicarci anche ad altro, e vederlo tradotto per il grande schermo in un film che ne sapesse rendere lo spirito è stato a lungo un sogno che abbiamo temuto di non veder realizzato. Per fortuna siamo stati smentiti da Jonathan Goldstein e John Francis Daley, che già ci avevano incuriositi in quel di Lucca e hanno confermato quanto di buono c'è nel loro approccio a quel mondo.

Una trama semplice ma efficace

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Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, Michelle Rodrigeuza e Chis Pine in una scena del film

Non ha una storia complessa Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, ma è adatta a costruire il tipo di film che i registi avevano in mente. Si parte in carcere, una suggestiva prigione nella Valle dal Vento Gelido, dove facciamo la conoscenza di due dei protagonisti, il bardo Edgin Darvis, ex membro degli Harpers, e Holga Kilgore, che la scrittura ci presenta con efficacia, permettendoci di mettere subito a fuoco le loro caratteristiche. Inutile dire che i due non resteranno a lungo rinchiusi e inizieranno il loro cammino per ricongiungersi con la figlia di Edgin e trovare un artefatto in grado di riportare in vita sua moglie. Una duplice impresa che li porterà a vedersela con Forge, un truffatore, loro vecchio alleato, che ha ottenuto il rango nobiliare nella città di Neverwinter ed è ora in combutta con la pericolosa Maga Rossa Sofina.

Uno splendido party di (anti)eroi

Se abbiamo elogiato la scrittura che con una sola scena riesce a tratteggiare i personaggi di Edgin e Holga, altrettanto vale per le prove attoriali di Chris Pine e Michelle Rodriguez che li portano su schermo. I due creano da subito una coppia affiatata e ben amalgamata, per un party che si compone in modo compiuto con la successiva aggiunta della Doric di Sophia Lillis e il Simon di Justice Smigh: i quattro sono la perfetta traduzione su schermo di un party di (anti)eroi e creano le giuste dinamiche per rendere credibile e coinvolgente l'approccio al mondo di Dungeons & Dragons che i due registi hanno scelto per il loro adattamento, forse l'unico possibile per convincere e coinvolgere i giocatori di vecchia data.

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Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, Michelle Rodriguez, Chris Pine, Sophia Lillis, Justice Smith in una sequenza

Un buon cast, quindi, che si completa di comprimari di assoluto spessore: non si può infatti trascurare un nome come Hugh Grant nel ruolo dell'antagonista Forge, al quale dà le giuste sfumature da truffatore viscido e opportunista, accompagnato alla perfezione dalla misteriosa Sofina di Daisy Head. Ma merita una menzione speciale il paladino Xenk di un impagabile René-Jean Page, che non solo dimostra di essere perfettamente in parte, ma dà anche la sensazione di essersi divertito tantissimo a interpretare questo ruolo.

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La magia del tavolo da gioco

Il cast è un punto di forza non trascurabile di Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, perché è sui personaggi che gli autori hanno costruito le dinamiche necessarie a riprodurre quella magia unica che si crea attorno al tavolo da gioco, quando siamo noi giocatori appassionati a dar vita all'azione. E ci vengono in mente almeno un paio di sequenze in cui i dialoghi, i tempi comici e le situazioni ammiccano con orgoglio all'esperienza di gioco che tutti noi (e scommettiamo anche i registi) abbiamo vissuto con i nostri compagni di avventura.

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Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri, Michelle Rodriguez, Chris Pine, Justice Smith in una scena del film

Per questo possiamo tranquillamente sorvolare sugli effetti visivi non sempre di primissimo livello o su alcuni passaggi più affrettati: se funzionano i personaggi, se crediamo alle loro interazioni e ci lasciamo coinvolgere dalle loro (dis)avventure, allora il film si può considerare riuscito nel divertire, intrattenere e dimostrare quanto Dungeons & Dragons possa essere ancora vivo e ricco di opportunità narrative a cinquant'anni dalla sua nascita. Con o senza dadi a decretare il successo delle imprese che vengono raccontare.

Conclusioni

Ironia, avventura e la forza del gruppo di protagonisti rendono riuscito l’adattamento del popolare gioco di ruolo di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri. I due registi Jonathan Goldstein e John Francis Daley hanno trovato l’approccio giusto per portare su schermo quel mondo così amato dai giocatori da cinquant’anni ponendo l’attenzione sul gruppo di avventurieri e sulle dinamiche tra loro, traducendo di fatto su schermo quella splendida alchimia che si viene a creare attorno a un tavolo, dadi alla mano. Merito anche del cast, che ha fatto proprio questo spirito e ha tratteggiato con cura i rispettivi personaggi, in perfetto equilibrio tra ironia e leggerezza da una parte ed epica fantasy dall’altra.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • L'approccio dei due registi, perfetto per rendere l’atmosfera che si crea cimentandosi nel gioco di ruolo.
  • Il cast che ha fatto proprio questo spirito dando il giusto appeal a ognuno dei protagonisti della storia.
  • L'equilibrio tra ironia ed epica, tra leggerezza e avventura, perfetti per coinvolgere sia gli spettatori che già amavano il gioco che quelli che lo scopriranno grazie a questo film.
  • Gli effetti visivi sono funzionali al racconto e alla creazione del mondo della storia…

Cosa non va

  • … ma soffrono di disomogeneità e qualche calo qualitativo.
  • Meno adatto a chi preferisce dinamiche più epiche e serie per portare il fantasy su schermo.