"La forza di Doc? Una serie empatica, che trasmette il senso di famiglia". Così, Luca Argentero, che interpreta il mitico Dottor. Fanti, racconta il successo della serie Rai, arrivata alla terza stagione. Ritroveremo una trama verticale, intanto che il passato di Fanti, come vediamo nei primi episodi, torna poco a poco a rivelarsi. Si preannunciano quindi tante novità in Doc 3, unite alla sostanziale dose emotiva che contraddistingue la serie, diretta da Jan Maria Michelini, che si alterna alla direzione con Nicola Abbatangelo e Matteo Oleotto, su sceneggiatura di Francesco Arlanch e Viola Rispoli. Come vi avevamo spiegato nella nostra anteprima, ritroveremo allora le certezze: Luca Argentero, Matilde Gioli, Sara Lazzaro, e poi Pierpaolo Spollon, Marco Rossetti, Elisa Di Eusanio. Certo, non mancano le nuove entrate: Giacomo Giorgio, Laura Cravedi ed Elisa Wong.
Certo è, la centralità di Doc 3, in onda su Rai 1 dall'11 gennaio (e disponibile su Rai Play), è il ruolo del medico: una professione, ma anche una vocazione. L'aspetto puro del medical drama, quindi, si sposa con i tratti contemporanei del lavoro, anticipando e ascoltando l'umore della società. "Doc e la medicina... Il tema di questa stagione è la produttività del reparto", spiega Argentero, tracciando un parallelo con il mestiere dell'attore. "Le nuove puntate si bilanceranno tra il curare le persone e produrre un valore finanziario. Tuttavia, l'arte e come la salute stessa, hanno una valutazione astratta: quanto vale un'opera? Quanto vale la salute? Hanno valori intrinsechi, non calcolabili. E quindi, devono essere protetti".
Doc 3: video intervista a Luca Argentero, Matilde Gioli, Sara Lazzaro
Del resto, se la professione medica, complessa e fondamentale, andrebbe salvaguardata, la professione artistica, almeno in Italia, non viene considerata alla stregua di altri lavori. Su questo, riflette Sara Lazzaro, durante la nostra video intervista. "Viene visto come qualcosa che cade dal cielo, e invece è un mestiere vero e proprio. È una catena enorme. Non esiste una vera categoria, poi c'è l'associazione UNITA che cerca di avere una voce autorevole, per farci riconoscere come un settore e non come dei privilegiati. Gran parte di chi fa cinema non si vede. C'è un approccio particolare verso la cultura, che va affrontato in modo diverso. Anche noi arricchiamo il PIL", spiega l'attrice.
D'accordo, con lei, Matilde Gioli: "A volte, questo approccio alla cultura è particolare. Si associa la produttività materiale a qualcosa che ha valore artistico, o valore astratto. Del resto, l'arte non è sempre tangibile. E quindi può apparire meno valorosa rispetto a qualcosa di invece tangibile".
Tornando su Doc 3, le nuove puntate riserveranno sorprese, ma se non tutto si può anticipare, una cosa è certa, come confida Luca Argentero a Movieplayer.it: "Nelle precedenti stagioni alcuni personaggi uscivano di scena, perché morti per necessità di sceneggiatura. Ecco: nella terza stagione non morirà nessuno...".
Doc 3: video intervista a Pierpaolo Spollon e Giacomo Giorgio
Tra i temi affrontati da Doc - Nelle tue mani, anche il concetto di workaholic, quella dipendenza dal lavoro portata all'estremo. "Il workaholic (dipendenza dal lavoro) è un problema sentito in diversi ambiti. Quando si fa l'attore, ci mettiamo passione: recitiamo, e poi parliamo di film, vediamo i film", spiega Pierpaolo Spollon. "Certo, poi nel contesto medico scatta qualcosa in più: getti il cuore oltre l'ostacolo. Chiaro, è una sorta di problema evidente nell'ambito medico, ma perché è in palio un premio importante".
Uno spunto, su cui riflette la new entry Giacomo Giorgio, che in Doc 3 interpreta l'oculista Federico Lentini, "Nel caso di Doc siamo immersi nel set. Condividiamo una forte passione, e non è solo andare a lavorare. Torni a casa, e vedi un film. In un certo senso, malato di lavoro, direi di sì. Tra l'altro trovo allucinante che il cinema non sia rispettato come vero lavoro: durante il lockdown, senza film e senza serie, cosa sarebbe successo? La depressione totale? Fa parte dell'uomo sognare, o rivedersi. Ricevere forza da quello che vedi. È fondamentale. Ed è vergognoso che il nostro settore debba sempre subire dei tagli. Chi siamo? Liberi professionisti, o artisti? Ecco, provate a stare qualche mese senza arte...".