Non siamo mica gli americani, titolava un vecchio disco di Vasco Rossi. Ma potrebbe essere anche il titolo della recensione di Divorzio a Las Vegas, il nuovo film di Umberto Carteni, con Giampaolo Morelli e Andrea Delogu, in uscita l'8 ottobre per 01 Distribution. Quante volte infatti ci siamo detti: perché in Italia non riusciamo a girare certe commedie romantiche brillanti come sanno fare gli americani? Per capirci quei film alla Harry ti presento Sally, che non a caso è citato alla fine di Divorzio a Las Vegas. La risposta si potrebbe trovare in questioni di DNA, nel senso che nella tradizione del nostro paese ci sono sempre stati altri tipi di storie e di toni. Dall'altro lato, il fatto è che al nostro cinema è spesso mancato il coraggio di provare nuove formule. Divorzio a Las Vegas, prova a fare quello che in Italia non si fa molto spesso: girare una commedia che sia più raffinata, brillante, dal respiro internazionale e, come spesso ci insegna la scuola americana, con un tocco di sex appeal. Missione compiuta. Anche se si può fare ancora meglio.
La trama: Una notte da Leoni (anzi, due)
Lorenzo (Giampaolo Morelli) ed Elena (Andrea Delogu) hanno diciotto anni. Li troviamo in viaggio negli Stati Uniti con degli amici. Quando decidono di lasciare la compagnia e proseguire da soli, provano anche a prendere il peyote, il famoso fungo allucinogeno (ricordate Puerto Escondido? È lui che trova te), che non può che far fare loro delle cose stupefacenti. Così, quando arrivano a Las Vegas i due, dopo una notte da leoni, si ritrovano sposati. Li ritroviamo vent'anni dopo. Quel matrimonio è stato un gioco e loro due non si sono più visti. Elena sta per sposarsi con Gianandrea (Gianmarco Tognazzi). Ma la sua amica Sara, avvocato, le fa notare che lei è già sposata. Allora, per divorziare, dovrà incontrare Lorenzo dopo vent'anni e tornare a Las Vegas...
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Vacanze in America
Come andrà a finire potete immaginarlo... Ma la prevedibilità, chiamatela pure lieto fine, è un ingrediente fondamentale delle rom-com americane, quelle storie alla Nora Ephron che il nostro cinema, come dicevamo, ha frequentato poco. Non siamo mica gli americani, dicevamo. Ma è bello, ogni tanto, provare ad esserlo. Così, le vacanze in America di Umberto Carteni (aveva diretto nel 2008 Diverso da chi?, una commedia per nulla scontata) servono a liberarci da certi cliché delle nostre commedie, come i dialetti, la risata facile, la volgarità, un certo sessismo, per andare su un terreno più raffinato. Divorzio a Las Vegas è un film in cui non si ride tantissimo, si sorride spesso, si assiste a una storia articolata.
L'America di Carteni
Si dice spesso che l'America, quando è vista con gli occhi di chi viene da fuori, è colta nella sua essenza. Umberto Carteni è bravissimo nell'immergerci in un'America che è proprio come ce l'aspettiamo, e la ritrae al massimo delle sue potenzialità iconiche: le luci abbaglianti di Las Vegas, gli spazi mozzafiato del grand canyon e dei deserti, le enormi macchine, le prigioni dei tanti drammi carcerari. Ma miracolosamente l'America di Carteni non diventa mai cartolina, mai cliché - pur sfidandoli tutti - ma è più una terra dei sogni dove tutto è possibile, dove far avverare desideri che ancora non si conoscono, dove i personaggi, liberi dalle vite in cui sono incanalati (lei è la manager in carriera di un'azienda energetica, lui uno scrittore spiantato che fa il ghost writer dei politici) possono davvero trovare se stessi.
Io amo Andrea (Delogu)
Se i personaggi di Divorzio a Las Vegas devono cercare se stessi, Umberto Carteni ha senza dubbio trovato gli attori giusti. Andrea Delogu, dopo le esperienze di conduttrice televisiva e radiofonica e di scrittrice, arriva finalmente al cinema. Il suo è un volto espressivo, elegante, quasi d'altri tempi, un volto da cinema. Spigliata, naturale, Andrea Delogu buca lo schermo, con primi piani espressivi e una figura estremamente elegante, che attraversa il film portando grazia e classe in ogni sequenza. Il cinema italiano può aver trovato una nuova interprete, la protagonista ideale di un certo tipo di film.
Le parole sono importanti
Accanto a lei c'è una certezza come Giampaolo Morelli, che con rom-com come queste ci è nato (la prima volta che lo abbiamo notato era ne L'uomo perfetto, di Luca Lucini, ormai 15 anni fa). L'aplomb con cui attraversa la storia è nelle sue corde ed è perfetto per definire il personaggio. Che ci piace per vari motivi: perché il suo personaggio, scrittore, ci ricorda che, come direbbe Nanni Moretti, le parole sono importanti. E perché è il cinefilo del gruppo, e ci delizia qua e là con citazioni da film (da Fandango a Balla coi Lupi, da Una notte da leoni a Harry ti presento Sally, passando per Indiana Jones) che ripete in modo anche un po' pedante, con tanto di anno e premi vinti, un po' come farebbe il Furio di Carlo Verdone. Ma ci sono piaciuti anche Ricky Memphis e Grazia Schiavo, che sono Lucio e Sara, gli amici rispettivamente di Lorenzo ed Elena, e sono i protagonisti di una sottotrama, con risvolti più comici. Anche questo, se ci pensiamo, è un tratto di molte commedie americane, che fanno molta attenzione ai personaggi di contorno, sia in fase di scrittura che di casting (ricordiamo un film come A casa con i suoi, che si permetteva Zooey Deschanel e Bradley Cooper in ruoli di contorno, o lo stesso Harry, ti presento Sally, che aveva Carrie Fisher e Rob Reiner come comprimari).
Tanti pregi e qualche difetto
L'attenzione per i 4-5 ruoli principali (anche Gian Marco Tognazzi è perfetto) toglie qualcosa ai ruoli minori, dove non sempre gli attori sono all'altezza dei protagonisti. È uno dei pochi difetti del film. Un altro potrebbe essere quello di non aver spinto ulteriormente sull'acceleratore di certe situazioni, cercare un ritmo ancora più alto, tempi comici più serrati, proprio come accade nel genere di riferimento. Come detto non siamo mica gli americani. Ma certi film stiamo dimostrando di saperli fare anche noi.
Conclusioni
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Divorzio a Las Vegas, si tratta di un film che prova a fare quello che in Italia non si fa molto spesso: girare una commedia che sia più raffinata, brillante, dal respiro internazionale e, come spesso ci insegna la scuola americana, con un tocco di sex appeal. Missione compiuta. Anche se si può fare ancora meglio.
Perché ci piace
- Il film si avvicina alle rom com americane, quelle storie alla Nora Ephron che il nostro cinema frequenta poco.
- Gli attori sono quelli giusti: Giampaolo Morelli è una certezza, Andrea Delogu una bellissima sorpresa.
- Ci sono piaciuti anche Ricky Memphis e Grazia Schiavo, che sono i protagonisti di una sottotrama.
Cosa non va
- Ma nei ruoli minori non sempre gli attori sono all'altezza dei 5 protagonisti.
- Si sarebbe potuto cercare un ritmo ancora più alto, tempi comici più serrati.