Dal 17 agosto è disponibile su Netflix Disincanto, la nuova fatica seriale animata di Matt Groening, celebre creatore de I Simpson e Futurama (di cui il nuovo programma ha ereditato quasi in toto il cast vocale in inglese, tra cui Billy West e Maurice LaMarche). Un'avventura ambientata nel passato ma con una sensibilità decisamente moderna, essendo la protagonista una principessa che preferisce ubriacarsi e passare il proprio tempo con gli amici piuttosto che accettare le responsabilità legate al regno. Due epoche che collidono e, come ci si può aspettare da Groening, regalano momenti di comicità verbale e visiva che omaggiano non solo il genere fantasy che ha influenzato la struttura generale dello show, ma anche altri elementi, talvolta inattesi, della cultura popolare statunitense e mondiale. Ecco la nostra panoramica delle citazioni più significative.
N.B. L'articolo contiene alcuni spoiler.
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Tutto nei titoli di testa
È una tradizione, nelle serie di Groening, avere una sigla leggermente diversa da un episodio all'altro, che si tratti della gag del divano ne I Simpson o dello schermo gigante in Futurama. Nel caso di Disincanto cambia proprio tutta la sequenza, poiché ogni episodio si apre con immagini che anticipano la trama dello stesso. Da notare inoltre che ogni titolo di puntata si rifà a materiale preesistente, che si tratti di libri, film, serie TV, proverbi o anche barzellette, come nel caso del primo episodio, A Princess, an Elf and a Demon Walk into a Bar. Per questo primo ciclo sono stati chiamati in causa, tra gli altri, il romanziere Ernest Hemingway e il cineasta Russ Meyer.
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Le voci giuste
Come abbiamo accennato in apertura, molti dei doppiatori della versione originale sono dei professionisti del settore e veterani di Futurama (e I Simpson, nel caso dell'impareggiabile Tress MacNeille). Due dei comprimari hanno però le voci di noti attori comici inglesi, il cui curriculum è stato tenuto in considerazione per creare alcune gag in particolare. Per l'esattezza, il principe Merkimer, che tutti paragonano - e non a torto - al mitico Zapp Brannigan, si ritrova nel secondo episodio ad avere rapporti sessuali con una trentina di trichechi, ed è difficile non pensare al personaggio più famoso del suo doppiatore Matt Berry, che in The IT Crowd interpretava un molestatore seriale sul posto di lavoro.
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Le magie dei cartelli
Come nelle altre serie di Groening, una componente fondamentale della comicità visiva dello show è legata all'uso di cartelli con scritte più o meno surreali ed esilaranti, almeno una volta a puntata. I due esempi più divertenti derivano dal quinto episodio, dove la principessa Bean viene mandata in un convento noto come Our Lady of Perpetual Chastity (omaggio ai nomi usati per varie iniziative religiose negli Stati Uniti), con le indicazioni stradali che precisano "Live Prude Girls", ragazze represse dal vivo, ovvia deformazione comica del Live Nude Girls che accompagna le insegne dei locali di striptease. In un'altra sequenza si vede invece un orfanotrofio il cui nome, Little Orphan Annex, è al contempo una perifrasi molto creativa e un'allusione ironica al fumetto Little Orphan Annie, da cui sono stati tratti un noto musical teatrale e tre adattamenti cinematografici dello stesso (ricordate Annie? . Nel sesto episodio viene invece svelata l'origine del nome del pub preferito di Bean, The Flying Scepter (lo scettro volante): è dove suo padre, il re Zøg, scaglia il proprio simbolo di potere ogni volta che lei lo fa arrabbiare.
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Anacronia, portami via
Come spesso capita in serie comiche ambientate in epoche lontane, lo humour si può basare anche su citazioni di elementi di cultura popolare squisitamente moderni, senza alcuna vera attinenza con il contenuto dello show (ma vi sono anche brevi battute a tema, come quando la principessa afferma di aver passato un anno a invertire i ruoli con una povera). La presenza di un esorcista a corte, per esempio, è la scusa ideale per inserire un breve omaggio al celebre film di William Friedkin, mentre il furto di un carro viene descritto da Bean come "Grand Theft Carriage", allusione al noto franchise videoludico Grand Theft Auto. E poi c'è una delle gag più inaspettate, quando Elfo risponde a una donna che sta annegando con la frase "Hi Drowning, I'm Elfo", scambiando la sua richiesta d'aiuto per il suo nome. Ebbene, questa è la versione made in Groening di un noto meme, dove la frase esce dalla bocca di nientemeno che Gesù. Per finire, nel finale di stagione si allude con molta ironia al concetto delle storyline a lungo termine, con il mago Sorcerio che commenta la durata "stagionale" di uno dei suoi piani. E poi precisa, arrivando quasi a guardare in macchina: "E con stagione intendo l'autunno o l'inverno, o qualunque sia il periodo attuale."
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A volte ritornano
La cinefilia ha sempre fatto parte della scrittura di Groening, e due franchise in particolare fanno ripetutamente capolino nelle sue creazioni: Star Wars e James Bond. La nuova serie non fa eccezione, tramite la storpiatura di due frasi a effetto: quando Bean, divenuta apprendista di Stan, deve decapitare una strega, il giustiziere le consiglia di "usare la Forza" (centrifuga), mentre le proteste di Elfo, costretto a cercare un artefatto misterioso sotto il sole rovente del deserto, vengono accolte con una beffarda citazione di Agente 007, missione Goldfinger: "No, Mr. Elfo, I expect you to fry!". Data l'ambientazione della serie, sarebbe lecito aspettarsi anche dei rimandi a Il trono di spade, ma Groening ha volutamente limitato quel materiale al primo episodio, dove il futuro sposo di Bean fa una brutta fine grazie a un trono fatto appunto di spade. Questa gag unica è dovuta al fatto che Groening, grande fan della serie fantasy in onda su HBO, ha smesso di seguirla quando ha iniziato a lavorare a Disincanto, per non farsi influenzare troppo.