Diabolik: come aprire la strada al cinecomic italiano

Ecco perché l'uscita di Diabolik potrebbe accendere la nostra passione per i cinecomic all'italiana.

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Diabolik: un primissimo piano di Luca Marinelli

Anche il piano di un genio del crimine può saltare all'improvviso. Anche quando tutto era stato studiato nei minimi dettagli le cose possono cambiare. Lo sa bene Diabolik, l'uomo dagli occhi di ghiaccio più cult del fumetto italiano, che l'anno scorso mise il 31 dicembre nel mirino. Poi la pandemia non è stata d'accordo e ha trasformato il suo film in una specie di caccia all'oro. Finalmente il 16 dicembre 2021 è arrivato, e l'agognato cinecomic dei Manetti Bros. approda in sala con tantissime aspettative nel bagagliaio (e potete restare aggiornati con gli account ufficiali su Facebook e Instagram). Perché Diabolik è un personaggio dal fascino duro a morire, un'icona pop piena di carisma, un uomo sfuggente non solo perché capace di beffare la legge. Diabolik affascina per la sua ambiguità morale, per essere un fuorilegge con una sua etica ferrea, per essere spietato eppure perdutamente innamorato di Eva Kant. Tutti ingredienti che rendono Diabolik uno dei film più attesi dell'anno, oltre che un film che potrebbe accendere la fiamma del cinecomic all'italiana. Ecco come.

Da Clerville con amore

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Diabolik: Antonio e Marco Manetti sul set

Per ogni progetto che nasce, ce ne sono decine che non vedranno mai la luce. Per informazioni rivolgersi dalle parti di Clervlille, visto che il personaggio di Diabolik è passato da tantissime trasposizioni fallite. Dopo il film di Mario Bava del 1968, in tanti hanno bussato alla porta della Astorina (la casa editrice di Diabolik), provando a proporre film e serie tv dedicate al Re del Terrore. Assieme alla riuscita serie animata per ragazzi del 2000 la più celebre è la serie TV Sky, di cui è ancora possibile rivedere l'intrigante teaser pubblicato nel 2012. Show poi disperso nel nulla. Da allora la casella postale di Mario Gomboli, direttore editoriale del personaggio, è stata invasa di lettera e mail con proposte di ogni tipo. Tutte cestinate sino all'arrivo di un soggetto firmato Manetti Bros. Un trattamento breve, conciso (l'adattamento nel mitico L'arresto di Diabolik, terzo albo della testata), che trasudava amore per Diabolik in ogni parola. Gomboli ha un'epifania, e capisce che i fratelli Manetti hanno colto l'anima del personaggio e hanno la stoffa per muoversi nell'ombra. Un presupposto significativo, che rende Diabolik un film nato da una folgorazione, dalla passione di due autori che si sono sintonizzati subito con la sensibilità del suo curatore. Diabolik non è solo un film per appassionati, ma che nasce da appassionati. Da persone che a Clerville ci hanno vissuto per davvero e sanno come rispolverare la mitica creatura delle sorelle Giussani con amore e rispetto. Una prospettiva incoraggiante per una trasposizione soddisfacente, che vede la casa editrice del personaggio lavorare a braccetto con la produzione. Che sia un indizio sul metodo da seguire?

Da Il mostro della cripta a Diabolik, il nuovo cinema di genere in Italia

Un'icona sempre attuale

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Diabolik: Luca Marinelli in una sequenza

Viviamo nella terra degli antieroi. Personaggi ambigui da sempre amati al cinema, che adesso germogliano soprattutto nelle serie TV. Uomini e donne dalla moralità ambivalente, che superano la facile dicotomia Bene-Male, camminando sul filo sottile sospeso tra ciò che giusto e ciò che è sbagliato. In questo senso Diabolik continua a essere un personaggio contemporaneo, ancora attuale nonostante i suoi 60 anni. Se l'ombra è piena di sfumature, il nostro criminale in calzamaglia si mimetizza alla perfezione nel regno dell'oscurità, eppure c'è sempre un fascio di luce a illuminare il suo tagliente sguardo di ghiaccio. Insomma, in Diabolik convivono la freddezza del criminale senza scrupoli e i principi di uomo dotato di una morale tutta sua. Diabolik uccide, sbeffeggia la legge, viola le regole, eppure rispetta un codice con dei valori inamovibili. Un codice fatto di amore, lealtà e una certa allergia al potere (e ai potenti). Quando le sorelle Giussani partorirono questa figura terrificante, capace di scandalizzare le edicole negli Sessanta, diedero libero sfogo alla propria creatività, facendo di Diabolik l'incarnazione delle loro insofferenze. Insofferenza al perbenismo borghese, alle regole imposte dalla società e all'ipocrisia. Diabolik è un uomo libero, vincolato solo al suo amore per Eva, e in quanto tale slegato da un'epoca storica. Diabolik è un archetipo e in quanto tale sarà sempre attuale. La speranza è che questo film sappia sfruttare la complessità di questo personaggio per poterlo così esaltare sul grande schermo. Anche perché Diabolik è solo una delle tante punte di diamante del fumetto italiano, e un cinecomic nostrano capace di esaltare un'icona come la sua sarebbe un'iniezione di fiducia per il settore e per il pubblico.

Il cast giusto

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Diabolik: Miriam Leone in una scena

Al di là del potere ammaliante di Diabolik, di un personaggio eterno e di un fumetto ancora amatissimo, alla base di un film del genere c'è una sfida tutt'altro che facile: portare la gente in sala. In questo senso Diabolik sembra aver fatto le cose come si deve, con intelligenza, furbizia e grande attenzione ai dettagli. Per un uomo complesso come Diabolik non serviva solo lo sguardo giusto (senza dubbio il segno distintivo più iconico del personaggio), ma un attore in grado di vestire su misura l'enigma di Diabolik. Luca Marinelli, oltre a essere uno dei migliori attori (non solo italiani) sulla piazza, incarna bene le anime indecifrabili, i personaggi in chiaroscuro immersi in un alone di mistero. Anche senza dire nulla Marinelli possiede lo sguardo vitreo di una persona imprevedibile, ed è per questo che lo troviamo una scelta di casting sulla carta perfetta.

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Diabolik: Valerio Mastandrea nei panni dell'Ispettore Ginko

Perfetta proprio come Miriam Leone, che sembra nata per essere Eva Kant. Dalle immagini promozionali è forse il personaggio che ha stupito di più per l'eleganza, la classe e la sua somiglianza lampante con la controparte fumettistica. Al fianco dei due protagonisti si aggiunge anche un Valerio Mastandrea che sembra subito credibile nella parte dell'irreprensibile Ginko. Tre interpreti perfetti non solo per fedeltà al materiale originale, ma per dare al film il giusto appeal commerciale. Marinelli, Leone e Mastandrea sono volti noti, amati dal pubblico e stimati dalla critica. Tutti ingredienti che lasciano ben sperare per un risultato commerciale all'altezza delle aspettative.

Giocare con i generi

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Diabolik: Miriam Leone e Luca Marinelli in una scena del film

I Manetti Bros. non ne hanno mai fatto mistero. Il loro film è prima di tutto una storia d'amore. O meglio, la storia di un folgorante innamoramento. Il loro film racconterà il colpo di fulmine scoccato tra Eva Kant e Diabolik, due persone che abbandonano le loro diffidenze per lanciarsi in quell'atto di fede che è ogni amore. Eppur è chiaro che Diabolik sarà un ibrido, una miscela di generi in cui al fianco del romanticismo, i registi romani daranno libero sfogo al loro amore viscerale per il cinema di genere. Ci aspettiamo ovviamente il noir, con l'oscura e notturna Clerville al centro del racconto, le dinamiche del poliziesco, condite da piccole dosi di heist movie e (chissà) magai anche un pizzico di thriller (sentimentale o meno). E allora Diabolik forse ci farà capire una volta per tutte che i cinecomic possono essere un contenitore. Non un genere a sé stante, ma un genere accogliente, dove i tanti linguaggi del cinema possono rielaborare quello del fumetto. Speriamo che un maestro delle sfumature come Diabolik ce lo ricordi una volta per tutte.