Recensione Titanic in 3D (2012)

Con questa riedizione 3D, fin dal momento in cui le prime immagini subacquee che accarezzano il relitto del Titanic ci danno il benvenuto immergendoci in un mondo sommerso e ovattato capiamo di trovarci di fronte a uno spettacolo senza precedenti.

Di nuovo a bordo del Titanic

Dopo quindici anni torna nelle sale cinematografiche il kolossal che ha permesso a James Cameron di diventare "il Re del mondo" piazzandosi al primo posto nella classifica dei migliori incassi di tutti i tempi (dato che solo Cameron può battere Cameron il primato verrà superato nel 2010 da Avatar, capace di infrangere il muro dei due miliardi di dollari) e portandosi a casa undici Oscar. Titanic in 3D approderà nei cinema il 6 aprile, nel centesimo anniversario dell'affondamento del transatlantico della White Star Line che, assieme alle navi gemelle Olympic e Britannic, avrebbe dovuto offrire un rapido collegamento settimanale tra Inghilterra e l'America, ma che affondò nell'oceano durante il viaggio inaugurale dopo essersi scontrato con un iceberg. Ci sono voluti due anni per riconvertire in formato stereoscopico la maestosa pellicola dei record che, nel 1997, incantò il pubblico con la struggente storia d'amore tra un coraggioso passeggero di terza classe e una giovane borghese bellissima e infelice, catapultando Leonardo DiCaprio e Kate Winslet nell'olimpo delle star. All'epoca James Cameron sfruttò tutti i mezzi a propria disposizione producendo il film più costoso mai realizzato fino ad allora (200 milioni di dollari più altri 85 milioni spesi per la promozione) e, in barba alle critiche che lo accusavano di essersi votato alla causa del cinema più commerciale, riuscì a mettere d'accordo tutti con un'opera spettacolare sotto ogni punto di vista ambientata in un contesto storico ricreato nei minimi dettagli in cui si innesta un plot romantico e passionale e costellata di sequenze mozzafiato.


La conversione stereoscopica di pellicole girate originariamente in 2D spesso si è dimostrata una scelta sbagliata con esiti mediocri (molti hanno storto il naso di fronte al finto 3D del burtoniano Alice in Wonderland) quando non disastrosi (Scontro tra titani 3D). Da James Cameron, però, da sempre ossessionato dalla ricerca della perfezione, era impossibile non attendersi meraviglie e il suo Titanic in 3D non delude le aspettative. Proprio il geniale autore e inventore canadese ha permesso alla tecnologia stereoscopica di fare passi da gigante grazie alle ricerche per Avatar e il suo kolossal fantascientifico ha rappresentato uno spartiacque, permettendo alle pellicole venute in seguito di godere dei progressi ormai consolidati sia nelle tecniche di ripresa che nella riconversione. L'idea di riproporre una delle pellicole più amate di tutti i tempi in versione 3D pare si sia concretizzata proprio sul set di Avatar con l'intento di permettere alle nuove generazioni di gustarsi Titanic al cinema in tutto il suo splendore in versione tridimensionale rimasterizzata digitalmente in 4K. Il risultato ottenuto non raggiungerà il livello di perfezione del 3D magico e definitivo di Hugo Cabret, ma poco ci manca. Fin dal momento in cui le prime immagini subacquee che accarezzano il relitto del Titanic ci danno il benvenuto immergendoci in un mondo sommerso e ovattato capiamo di trovarci di fronte a uno spettacolo unico, senza precedenti.

Il senso di profondità ottenuto con l'accurata conversione viene sfruttato alla perfezione sia nelle sequenze subacquee che in quelle ambientate sul ponte della nave o sottocoperta. I long take di ampio respiro che ci mostrano il gioiello della cantieristica irlandese in tutto il suo splendore, i piani che si soffermano sulla prua della nave vista dal basso, leggermente di taglio, mentre solca l'oceano, per poi ruotare a leggere la fiancata e sollevarsi in volo restituiscono l'imponenza e la solidità del celebre transatlantico. Il 3D cameroniano raggiunge un livello di maturità tale da evidenziare piani diversi anche nei dialoghi, con ingombri di nuche e figure che passano davanti alla macchina da presa, che a tratti ci riportano alla mente la complessità di certe inquadrature di Orson Welles. Paradossalmente l'universo di Titanic è assai più solido, concreto e ricco di particolari dell'etereo Pandora e la stereoscopia ne diviene parte essenziale, così anche momenti di transizione come quello in cui l'anziana Rose scopre per caso l'esistenza di un team di scienziati impegnato a esplorare il relitto del Titanic mentre ascolta distrattamente la TV assumono un peso del tutto nuovo. L'istinto registico di Cameron si rivela in tutta la sua grandezza istante dopo istante, regalando allo spettatore l'illusione di trovarsi fisicamente a bordo insieme agli altri passeggeri. Le due scene-simbolo del film ambientate sulla prua del transatlantico, il celebre "Sono il re del mondo", pronunciato da DiCaprio, e il romanticissimo volo di Jack e Rose che ha fatto versare fiumi di lacrime anche grazie al commento sonoro della celebre My Heart Will Go On di Celine Dion, acquistano una potenza visiva senza pari e questa sensazione si amplifica ancor di più quando l'azione entra nel vivo con la spettacolare ricostruzione del naufragio. Tanta è l'efficacia del 3D nelle drammatiche sequenze action da generare claustrofobia e vertigini.
Si pensi alla scena in cui, dopo aver impugnato un'ascia per liberare Jack, ammanettato nella cabina in cui vengono trattenuti i ladri, Rose si affaccia sulle scale che portano al corridoio sottostante e le scopre ormai invase dall'acqua, al suo vagare nei corridoi vuoti e bui con l'acqua che le arriva quasi alla gola o alla spettacolare sequenza in cui la poppa del Titanic, prima di scomparire tra i flutti, si solleva in verticale con Jack e Rose aggrappati alla balaustra che assistono impotenti al precipitare dei loro compagni di sventura. Il 3D amplifica a dismisura l'impatto visivo ed emotivo di queste sequenze e mentre assistiamo a masse d'acqua che ci investono e alla follia che si scatena sul ponte con i musicisti che proseguono imperterriti a suonare ci sentiamo parte integrante della vicenda, con un grado di immedesimazione e partecipazione mai raggiunto prima. Possibile che James Cameron avesse previsto tutto già nel 1997 girando il suo Titanic con uno stile perfetto per la riconversione stereoscopica? Se una delle qualità essenziali del grande cineasta è la capacità di guardare avanti, prevedendo in anticipo la direzione che prenderà il medium cinema, allora Cameron è il più grande di tutti. E' stupefacente notare come il suo capolavoro abbia resistito imperterrito allo scorrere del tempo. Per stile, ritmo, narrazione ed effetti speciali Titanic sembra girato ieri. Scommettiamo che tra altri quindici anni sarà ancora così?

Movieplayer.it

5.0/5