Dopo il trionfo de La regina degli Scacchi, Scott Frank torna su Netflix con una serie crime che, come vedremo più in avanti, ha delle ambizioni "multi stagione" contrariamente a quella che ha visto Anya Taylor-Joy come protagonista: s'intitola Dept. Q - Sezione casi irrisolti e propone Matthew Goode (il film di Watchmen, Downton Abbey, The Crown) nei panni di Carl Morck, misantropo ispettore capo della polizia di Edimburgo.

Questa prima stagione è arrivata su Netflix il 29 maggio con 9 episodi che, è quasi matematicamente certo, la proietteranno nella Top 10 delle serie più viste del fine settimana. Non è da escludere che la notizia del rinnovo possa poi arrivare eventualmente a stretto giro di posta. Staremo a vedere. Vi abbiamo già proposto la nostra recensione - che trovate linkata più in basso in questa pagina - quindi ora è arrivato il momento di fornirvi qualche dettaglio in più su questa produzione.
Da dove nasce Dept. Q - Sezione casi irrisolti?
Così come La regina degli scacchi, che era tratta dall'omonimo romanzo del 1983 di Walter Tevis, anche per Dept. Q: Sezione casi irrisolti il due volte nominato all'Oscar Scott Frank (per le sceneggiature non originali di Out of Sight di Steven Soderbergh e Logan - The Wolverine di James Mangold) ha lavorato sulla base di un materiale letterario pre-esistente.

Per la precisione si tratta di una serie di dieci thriller del romanziere danese Jussi Adler-Olsen nota come Department Q, o Afdeling Q in originale, editi anche in Italia dai tipi di Marsilio. Dalle nostre parti è stata ribattezzata come Sezione Q. Questa prima stagione della serie in cui Carl Morck e i suoi "stravaganti" assistenti si ritrovano a indagare (e risolvere) il cold case relativo alla scomparsa, avvenuta 4 anni prima, della brillante procuratrice Merritt Lingard si basa sul primo romanzo della saga, La donna in gabbia (Kvinden i buret), pubblicato per la prima volta in Danimarca nel 2007 e nel 2011 in Italia.
La backstory di Morck è la stessa, così come la sua antipatia e il disturbo da stress post-traumatico nato dall'essere quasi morto in una sparatoria (però il suo nome perde la ø dell'alfabeto danese) così come l'iter di massima dell'indagine. Nella produzione Netflix Merritt Lingard è una procuratrice legale, mentre nella pagina scritta Merete Lynggaard è una parlamentare.
Va anche detto che il nome di colui che, suo malgrado, si ritrova a essere l'assistente e braccio destro di Carl Morck nel seminterrato del Dipartimento Q è stato cambiato: nei romanzi si chiama Assad. Forse richiamava un po' troppo quello del criminale ex presidente siriano Bashar al-Assad, uno che ha sulla coscienza centinaia di migliaia di vittime. Per questo si è forse optato per un più cauto Akram.
Dalla Danimarca alla Scozia
A cambiare non sono solo i fonemi, i nomi e le professioni, ma anche lo scenario che fa da sfondo alle indagini del Dept. Q. Dalla Danimarca si passa alla Scozia. La serie è stata girata fra febbraio e giugno del 2024 fra Edimburgo e dintorni. Con i suoi 500.000 abitanti (circa), la capitale scozzese viene impiegata spesso e volentieri come scenario anche dalle grandi produzioni cinematografiche americane.
Ha chiaramente fatto da sfondo a produzioni indie locali come The Acid House, Piccoli Omicidi tra Amici e il primo Trainspotting (anche il secondo sia chiaro, solo che nel mentre Danny Boyle ha messo un Oscar sulla libreria di casa), ma anche a pellicole ad alto budget come Cloud Atlas, Fast & Furious 9 - The Fast Saga, Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga e, soprattutto, Avengers: Infinity War. Sul versante TV, la serie forse più celebre che ha usato (anche) la città e i suoi dintorni per le riprese è di sicuro Outlander di Starz tratta dall'epopea letteraria di Diana Gabaldon.

Tornando alla Danimarca... i libri di Jussi Adler-Olsen, oltre a essere stati tradotti in tantissime lingue (compreso l'italiano ma questa cosa ve l'abbiamo già detta qualche riga fa), sono già stati adattati in lungometraggi molto popolari in patria. Al momento ne sono usciti sei: nei primi quattro Carl Morck, anzi Carl Mørck, è stato interpretato da Nikolaj Lie Kaas, poi negli altri due da Ulrich Thomsen.
Come è stato scelto il protagonista Matthew Goode
Quella di Dept. Q non è la prima collaborazione fra l'Ozymandias di Zack Snyder Matthew Goode e Scott Frank. Avevano già lavorato insieme al film Sguardo nel vuoto, thriller drammatico del 2007, scrito e diretto da Frank. Insieme a Goode nel cast figuravano anche Joseph Gordon-Levitt e Jeff Daniels. I due condividono poi lo stesso agente negli Stati Uniti, Joel Lubin. Racconta l'attore all'Hollywood Reporter che Lubin l'ha chiamato per dirgli che Scott Frank stava lavorando a una nuova serie e che stava pensando a lui per il ruolo da protagonista.

Goode ha ammesso di essere rimasto sospreso che, dopo il successo della Regina degli scacchi, lo sceneggiatore, regista e showrunner volesse di nuovo lavorare con lui: "Mi ha mandato i copioni e ho subito accettato. Ho letto i primi due episodi e ho subito realizzato che se mi voleva avrei detto di sì. Amo i suoi copioni, amo le sue parole. È la stessa reazione che ho avuto, all'epoca, leggendo lo script di Sguardo nel vuoto The Lookout. Non so spiegarlo bene a parole... ha un dono, è davvero un narratore dotato. Comunque è così che mi è arrivata la proposta". Chiaramente, Scott Frank ha poi dovuto "spingere" l'attore con Netflix e Left Bank Pictures. Per fortuna, aveva già dei trascorsi con entrambe le realtà grazie a The Crown. L'acclamata serie di Peter Morgan è stata prodotta per Netflix proprio da Left Bank insieme a Sony Television.

Nella seconda stagione, Matthew Goode ha vestito i panni di Antony Charles Robert Armstrong-Jones, I conte di Snowdon, fotografo e regista britannico che fra il 1960 e il 1978 è stato sposato con la principessa Margaret, sorella minore della regina Elisabetta II. Di Carl Morck dice che "è un ruolo un po' diverso dal solito. Scott pensava che potessi farlo, ma sai com'è: alla gente piace incasellarti. È la seconda volta che mi dà un ruolo che probabilmente altri registi non mi avrebbero mai affidato".
Ora non ci resta altro che scoprire se il misantropo Ispettore riuscirà a far breccia nei cuori degli abbonati a Netflix.