In Italia abbiamo imparato a conoscerlo grazie alla serie TV Glee, ideata da Ryan Murphy], in cui interpretava Blaine Anderson, ma Darren Criss ha iniziato a suonare, cantare, recitare molto prima del 2010, anno in cui entra a far parte della serie. Al Filming Italy Sardegna Festival l'attore e musicista è approdato per caso, concedendosi artisticamente già la sera del suo arrivo: Darren si è infatti esibito in una versione acustica, con chitarra prestatagli dall'attrice e musicista Violante Placido, di Tu Vuò fa L'americano.
Mentre ad assistere a questo spettacolo sono stati solo i fortunati ospiti del festival ideato da Tiziana Rocca, il grande pubblico ha potuto invece assistere ad un altro grande momento: Darren Criss e Naomi Rivieccio (voce nel canto di Jasmine nel live action di Aladdin) che duettano sul palco del Forte Village sulle note di Il Mondo è mio da Aladdin.
Darren Criss è uscito vincente dall'ultima stagione dei premi grazie alla sua interpretazione di Andrew Cunanan in The Assassination of Gianni Versace - American Crime Story portandosi a casa anche un Golden Globe ma, nonostante il successo, è una persona solare, disponibile, che sotto al sole cocente fa le prove generali per uno spettacolo improvvisato. Con un italiano (ha studiato ad Arezzo) che è paragonabile, per citare lo stesso Darren, "a quello di un bambino di quattro anni molto intelligente o uno di dodici un po' stupido", Darren Criss risponde a domande sul successo, sulla sua crescita personale e creativa e sul rimanere incastrati in un ruolo.
Cosa fare da grande
Darren, cosa volevi fare da grande?
Volevo fare qualcosa che coinvolgesse le persone e le portasse a stare insieme. All'inizio non sapevo come raggiungere questo obiettivo poi però quando ho scoperto le arti performative mi sono accorto che era quella la strada che volevo seguire.
Sei diventato famoso grazie alla TV, credi che ci siano ancora ostacoli nel lavorare al cinema per chi ha lavorato in TV?
Forse qualche anno fa sì ma oggi stiamo vivendo una sorta di Rinascimento televisivo, i confini tra serie TV e cinema sono labili e uno storytelling può essere di valore tanto al cinema quanto in TV.
Visto che sei un artista completo, quale arte ti rappresenta meglio?
Mi piace vedere tutte le arti nella loro interezza, nella loro totalità, come fette di una pizza quattro stagioni.
C'è una canzone che hai scritto che ti rappresenta di più?
Questa domanda mi porta a cambiare un po' la risposta di prima, in realtà l'arte che mi rappresenta meglio è scrivere canzoni. La cosa che mi riempie più di gioia poi è scrivere di altri e ispirarmi alle vite altrui.
Il rapporto con i fan
Hai molti fan. Senti la responsabilità del dover essere un esempio per gli altri?
Non è un peso per me ma mi piace pensare che sia un privilegio. Essere un riferimento per i giovani è sicuramente una sfida, io vivo per comunicare, credo che la comunicazione sia importante e mi impegno a mandare messaggi di positività ai giovani. Ecco perché mi piace parlare tante lingue diverse.
Come è cambiato, se è cambiato, il tuo approccio alla recitazione?
Io non credo che un attore cambi approccio con il passare del tempo, credo che sia il pubblico a cambiare, cambia per esempio il pubblico che viene a vedere un mio spettacolo sicuramente. A livello personale cambio ma le tecniche recitative rimangono più o meno le stesse.
A proposito di recitazione e di fan, hai mai avuto paura, sopratutto dopo Glee, di rimanere bloccato in quel personaggio o nell'idea che i fan si erano fatti di te?
Credo che questa sia più una percezione del pubblico e dei fan e spesso non trova riscontro nelle paure degli attori. Prendi per esempio i commenti che la gente fa sul cast di Friends tipo: "Non riesco a non vedere Rachel quando vedo Jennifer Aniston". Io rispondo sempre a chi dice così, che se non riescono ad andare oltre, è colpa loro e che lei è una bravissima attrice che può fare moltissime cose. Capisco che la gente abbia bisogno di associarti a un personaggio, a qualcosa, ma non mi sono mai sentito ingabbiato in un personaggio, se Blaine fosse stato qualcuno molto vicino a come sono, se avesse parlato come me, si fosse pettinato come me, allora forse mi sarei sentito bloccato, ma visto che è sempre stato diverso da come sono come persona, mi sento fortunato. Sono un attore, salto letteralmente dentro altre persone per lavoro. Ad ogni modo, seppure mi fossi bloccato nel personaggio di Blaine, ci sono cose peggiori o personaggi peggiori dentro cui sentirsi incastrato, non so, il personaggio che tutti odiano dentro qualche medical drama. Glee invece è stato un grande show, ho interpretato un personaggio molto positivo e quindi se continuano ad associarmi con Blaine non è poi una brutta cosa.
Harry Potter nel presente e nel futuro
Cosa c'è nel tuo futuro?
A Very Potter Musical, prodotto da me con la mia società, la StarKid productions, compie 10 anni e faremo uno show per l'anniversario. È una cosa personale, è il progetto che mi ha portato alla carriera che ho oggi.