Dark Matter è arrivata come un vero e proprio fulmine a ciel sereno nel mare magnum dell'offerta seriale in streaming. Non perché dubitassimo della qualità produttiva di Apple TV+ - oramai chiara e incontrovertibile - bensì perché non pensavamo che una nuova serie sul Multiverso, un tema più che abusato dall'audiovisivo negli ultimi anni a partire dall'MCU, potesse avere qualcosa di nuovo da dire. Utilizzando un approccio estremamente umano e basato sulle relazioni e sulle strade non intraprese, su un tema estremamente fantascientifico come quello dei mondi paralleli, il serial ha saputo dimostrare il contrario. Ora, arrivati al finale, disponibile dal 26 giugno sulla piattaforma, ci sembra il momento perfetto per fare un punto su dove la storia sia arrivata, oltre che da dove era partita, per chiudere idealmente il cerchio, nella nostra spiegazione del finale di Dark Matter.
Uno, nessuno, centomila Joel
Tutti i Jason Dessen (Joel Edgerton) arrivano nel mondo di quello che abbiamo conosciuto per primo, cercando inizialmente anche di fregare Daniela (Jennifer Connelly, tra le attrici più belle del mondo) e Charlie (Oakes Fegley), che però scoprono presto il doppio (anzi multiplo) gioco del non-marito e padre. L'aspetto più emozionante di questo finale è forse proprio il ricongiungimento tra il Jason originario e moglie e figlio, che non può non farci venire in mente l'abbraccio e la telefonata tra Penny e Desmond e l'episodio La costante.
D'altronde, provocatoriamente, qualche settimana fa avevamo asserito che Dark Matter poteva essere il nuovo Lost. Edgerton e Connelly sono davvero formidabili nel mostrare tutte le sfaccettature che colpiscono i loro personaggi, fin dai piccoli cambiamenti negli sguardi e nel tono della voce, tra i tanti universi in cui devono interpretare una versione di sé. C'è un climax emotivo veramente potente e non possiamo non immedesimarci in Jason che ha letteralmente attraversato tutti gli universi per tornare dalla propria famiglia, che per lui è sempre stata la cosa più importante e questo epilogo conferma perfettamente il percorso in cerchio del personaggio.
Corsa contro il tempo
Una volta riunita la famiglia Dessen, quella che si prospetta per il trio protagonista è una vera e propria maratona ad orologeria per riuscire a cavarsela e a sfuggire alle mire degli altri Jason. Le decisioni però non deve prenderle il protagonista altrimenti le altre sue versioni potrebbero intuirle, arrivando alle stesse conclusioni nella loro mente. Jason e Daniela si affidano allora a Charlie, che li fa riparare in una casa abbandonata di un amico e lì ritrovano un minimo di nucleo familiare, mentre la coppia si avventura nel dark web in cui si connettevano tutte le versioni del protagonista. A quel punto è la donna a dimostrarsi risoluta ancora una volta e a chiamare a raccolta tutti i Jason di tutti gli universi per aiutare l'originale a scappare insieme alla sua famiglia.
Inizialmente titubanti, i Jason accettano e comprendono di doverlo lasciar vivere la vita che avrebbe dovuto. Vari agenti esterni scoprono l'incursione dei Jason nel loro mondo, ma alla fine lui ha la meglio. I Dessen devono arrivare al cuore del problema che ne è anche la soluzione, ovvero la macchina che l'altro Jason ha costruito e che si è rivelata un mezzo per viaggiare tra i mondi, per lasciare quello che gli spettava a favore di un altro. L'unico modo per proteggere la sua famiglia. Il trio riesce a raggiungerla, apre la porta su un universo altro che possa nasconderli e proteggerli: tutti e tre sono disposti a fare un atto di fede. Un leap of faith, come direbbero gli anglosassoni. Un salto nel vuoto, letterale e metaforico. Mano nella mano, pronti per una nuova avventura, come una famiglia: come sempre sarebbe dovuto essere. Un'immagine poetica e simbolica che chiude Dark Matter. Anche i personaggi di Alice Braga e Jimmi Simpson hanno la loro chiusura, la loro realtà pieno di possibilità.
Dark Matter, la recensione: tutte le vite di Joel Edgerton in una grande serie sci-fi
La serie sci-fi Apple TV+ ha voluto sostanzialmente ricordarci che non bisogna rimuginare troppo sulle scelte non fatte e sulle strade non battute, perché si rischia di rifugiarsi in un mondo che non è il nostro, una fantasia che non è la realtà che ci spetta di diritto, rischiando di accumulare solo dolore e sofferenza, frustrazione e rammarico, invece di apprezzare le conseguenze delle scelte compiute e gli aspetti con cui hanno arricchito la nostra vita. Il finale invece chiude perfettamente il cerchio sulla caratterizzazione dei vari Jason, confermando quanto quello che riesce a riunirsi con i propri cari fosse un family man e non un business man, ma non essendo per questo poco ambizioso, semplicemente umano proprio come Jason n. 2 che aveva scelto la carriera ma avrebbe preferito optare per l'amore.