Dark Matter è il nuovo Lost?

Un racconto intrigante e ipnotico in grado di tenerci incollati allo schermo. Con una suggestione: e se Dark Matter fosse il nuovo Lost? Le due serie hanno molte cose in comune.

Un'immagine della serie Dark Matter

Già dai primi minuti di Dark Matter ci siamo chiesti: è il nuovo Lost?. Siamo consci di rischiare moltissimo a citare la serie cult di J.J. Abrams, una delle migliori serie di tutti i tempi, nell'accostarci alla nuova serie Apple Original, disponibile su Apple Tv+. Ma era tanto tempo che non ci trovavamo davanti a un racconto così intrigante e ipnotico, in grado di tenerci incollati allo schermo. Se la suggestione è esagerata, siamo però in territori, colori e interrogativi molto diversi. Dark Matter ha con Lost molte cose in comune.

Prima di tutto, però, ecco la storia. Jason Dessen (Joel Edgerton) è un fisico, un professore e un padre di famiglia che vive una vita serena e felice a Chicago. Una notte, mentre torna a casa per le strade della città viene rapito da un misterioso uomo con una maschera bianca sul volto. Quando si risveglia, si rende conto di avere a che fare con delle persone che conosce. Tutti lo riconoscono, lui non riconosce tutti. Presto si rende conto di trovarsi in una versione alternativa della sua vita. Come vedete, siamo in un contesto urbano e in nessuna isola deserta, al centro non c'è alcun incidente ma un esperimento scientifico, non è una storia corale, ma un gruppo ristretto di personaggi chiave, che tornano spesso in scena. Eppure i punti di contatto tra le due serie ci sono.

Il senso di mistero

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Dark Matter: una scena della serie Apple TV+

La prima cosa in comune tra Lost e Dark Matter è anche la più ovvia. È il senso costante di mistero, di sospensione, una serie di grandi punti interrogativi che costellano le due storie. Si seguono i primi episodi di Dark Matter con il fiato in sospeso, arrovellandoci per capire che cosa stia accadendo. Ma, quanto al senso di mistero, c'è già la prima differenza tra le due serie: Dark Matter svela abbastanza presto il nodo centrale della vicenda, e continua la storia - mantenendo una tensione costante - basandosi su quell'assunto che è stato svelato. Lost, invece (e questa è stata fonte di amore e odio allo stesso tempo da parte del pubblico della serie) è andata avanti per sei stagioni (a costo di farci chiedere: le serie tv durano troppo?) svelando l'arcano solo alla fine della storia. E, secondo i detrattori, non svelando nemmeno tutto, o non fornendo delle risposte abbastanza soddisfacenti.

La sospensione dell'incredulità

Matthew Fox nel Pilot del telefilm Lost
Matthew Fox nel Pilot del telefilm Lost

Al primo punto si collega il secondo. In entrambi i casi si tratta di mantenere una grande sospensione dell'incredulità e di farsi avvolgere dal racconto completamente. Non è difficile, sia nel caso di Lost che di Dark Matter, sospendere l'incredulità di fronte a un racconto avvincente e credibile per come è creato lo scenario e per come sono stati scritti i personaggi. La differenza c'è anche qui: Dark Matter prova a fondare i principi del racconto su una teoria di fisica quantistica, molto ardita, ma in grado comunque di codificare un mondo e delle regole. Lost si preoccupa meno di dare spiegazioni scientifiche e ci chiede continuamente di credere a quello che vediamo, anche riscrivendo le regole e codificando in modo nuovo il mondo che ha creato.

Avanti e indietro nel tempo

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Dark Matter: una scena della serie Apple TV+

Entrambe le storie sono un andirivieni nello spazio e nel tempo. Anche qui, le due serie lo fanno in modo diverso. Lost ha una struttura narrativa principale che si muove in avanti in modo lineare, e il passato e il futuro sono messi in scena attraverso i famosi flasbhack e i flashforward che spezzano la linearità. Sono momenti affascinanti quanto - e forse anche di più - del racconto principale sull'Isola. Dark Matter racconta di una scatola in grado di portarci nei possibili universi paralleli delle nostre vite. Non è un viaggio nel tempo. Ma andando in un'altra vita, che in conseguenza delle scelte fatte si è svolta in un altro modo, è chiaro che si possa arrivare a delle vite che sono a un punto diverso, dove alcune cose sono successe, altre sono andate in un altro modo. Ed è un po' come riavvolgere il nastro del tempo. Andare alla ricerca del tempo perduto.

Avanti e indietro nello spazio

Jorge Garcia nell'episodio 'Solitudine' di Lost
Jorge Garcia nell'episodio 'Solitudine' di Lost

Ma Dark Matter è anche un andirivieni nello spazio. La scatola, infatti, ci permette di chiudere una porta e di aprirne un'altra in un mondo alternativo. In teoria, la scatola si trova sempre lì, nelle stesse coordinate, non si sposta. Eppure, ogni volta, il mondo può aver preso strade completamente diverse. E così di fatto ci troviamo in posti completamente diversi: un mondo desertico e arido. Un mondo precipitato in un'era glaciale. C'è, insomma, un costante senso di incertezza, quella sensazione di avere la terra che frana sotto i propri piedi. Ancora una volta ci è venuto in mente Lost, e quella stagione in cui veniva spostata "fisicamente" l'Isola e i personaggi sentivano muovere di continuo il mondo in cui si trovavano. In entrambi i casi ogni certezza viene continuamente rimessa in discussione.

La scatola come la botola

Matthew Fox in una sequenza dell'episodio 2x01 di Lost
Matthew Fox in una sequenza dell'episodio 2x01 di Lost

Al cento di Dark Matter c'è questa scatola, una struttura metallica fredda, levigata, scura. Ancora una volta il pensiero è corso a Lost e a quello che è accaduto tra la fine della prima stagione e l'inizio della seconda. Ricordate? I nostri eroi scoprivano una misteriosa botola che, una volta aperta, conduceva a un lungo cunicolo, alla fine del quale si apriva un mondo. Porte fredde, pesanti, metalliche che aprono mondi. Dark Matter e Lost sono anche questo.

L'Isola e la scatola hanno vita propria

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Dark Matter: una scena della serie Apple TV+

La cosa che rende speciali sia Dark Matter che Lost è che i luoghi al centro della storia non sono solo semplici location. Dopo pochissimo abbiamo scoperto che l'Isola non era una solita isola, ma un vero e proprio personaggio della storia, che viveva di una vita propria e di equilibri tutti suoi. E così la scatola al centro di Dark Matter non è solo un mezzo per vivere vite alternative. È un sistema che reagisce alle nostre paure ai nostri desideri, alle nostre sensazioni. Lì dentro ci sono tutte le nostre occasioni perdute e quelle evitate. Ci sono i nostri rimorsi e i nostri rimpianti. Per questo, in entrambi i casi, dobbiamo stare attenti alle nostre mosse. Sia in Lost che in Dark Matter i personaggi vivono in un sistema che reagisce alle loro sensazioni e ai loro sentimenti.

Le storie d'amore non finiscono mai

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Dark Matter: una scena della serie Apple TV+

Ma la cosa che forse accomuna di più Lost e Dark Matter è che al centro delle sue storie ci sono i legami, i sentimenti. Jason Dessen (Joel Edgerton) è un uomo che vuole tornare dalla donna amata (Jennifer Connelly), dal figlio, da quella storia costruita con fatica, compromessi e rinunce. Uno dei punti di forza di Lost, che ci ha letteralmente tirato dentro l'intreccio, sono state proprio le storie d'amore tra Penny e Desmond e Jack e Kate. Storie d'amore e di ricerca dell'altro che si inserivano nel contesto del mistero, contribuendo e rendere tutto ancora più intenso. Se Dark Matter e Lost sono opere riuscite lo dobbiamo anche alla trama sentimentale e agli attori che la mettono in scena. In fondo, sono le storie d'amore a non finire mai.