Mentre il debutto della seconda stagione di Loki registra un'ottima accoglienza su Disney+, il contorno streaming-seriale del Marvel Cinematic Universe è in fase di mutamento. Il cambiamento era nell'aria dopo la fine della Fase 4 con She-Hulk: Attorney at Law, già calamita di molteplici critiche soprattutto relative alla qualità degli effetti speciali e della CGI nonché all'aspetto prettamente narrativo del progetto.
Nel tempo sono poi emerse criticità sostanziali in merito alla divisione VFX e post-produttiva interna ai Marvel Studios, le stesse che hanno condotto al licenziamento di Victoria Alonso e a un primo quadro clinico poco promettente dei titoli streaming del MCU. Lo sciopero degli sceneggiatori prima e quello degli attori poi hanno creato una densa nube d'incertezze attorno una situazione già poco entusiasmante sia dal punto di vista cinematografico - escluso il meraviglioso Guardiani della Galassia Vol. 3 - che seriale. Terminato così lo strike hollywoodiano della WGA, in fase di ripresa dei lavori hanno cominciato ad arrivare le primissime novità inerenti il futuro streaming dei Marvel Studios, insieme foriere di un cambio di rotta semi-radicale della mentalità creativa e produttiva dell'etichetta ma anche di notizie destabilizzanti sulla serie forse più attesa di tutte: Daredevil Born Again.
Morte, resurrezione... e ancora morte
Daredevil: Rinascita è una delle run a fumetti più amate e lodate dell'intera storia editoriale del Diavolo Intrepido. È anche considerata una delle migliori opere di Frank Miller. Va da sé che dare lo stesso identico titolo a un progetto di effettiva rinascita seriale comporti un impegno non indifferente nel rendere il prodotto in questione il più efficace e riuscito possibile. Le tre stagioni di Daredevil su Netflix avevano convinto il pubblico del grande potenziale action e narrativo del personaggio, il primo a rilanciare in chiave matura, più dark ed esplicita lo stile televisivo Marvel e il primo - in realtà - ad approdare in piattaforma ed estendere i tentacoli del genere supereroistico nel mare magnum dei servizi streaming. Charlie Cox si è poi rivelata una scelta di casting perfetta per il ruolo di Matt Murdock, legandolo indissolubilmente al personaggio per physique du role e interpretazione. Con l'espandersi delle varie piattaforme streaming sotto il principio d'accentramento delle IP, poi, Daredevil e i restanti super colleghi Netflix sono stati cancellati così da attendere il rientro dei diritti in casa Marvel per essere ovviamente riutilizzati nel contesto dell'Universo Condiviso e dunque in effettiva continuity.
L'idea era quella di sfruttare il grande impatto della vecchia serie Netflix per rilanciare il personaggio nel MCU sotto una luce uguale ma differente, uccidendo il passato per una "meravigliosa rinascita". Vengono richiamati Charlie Cox e Vincent D'Onofrio nei rispettivi panni di Murdock e di Kingpin e ordinata una prima stagione di ben 18 episodi, il doppio di WandaVision o She-Hulk, le serie Marvel Studios finora più lunghe di tutte. Cominciano le riprese, si accavallano foto dal set e rumor, si parla addirittura di una suddivisione in due parti con un rating TV-MA, praticamente destinato al solo pubblico adulto. Prima dello sciopero, la produzione riesce a completare poco meno della metà degli episodi e inviare il materiale alla dirigenza Marvel.
Poi il silenzio fino a inizio ottobre, quando scopriamo che quel materiale non rispecchia in alcun modo la promessa fatta dagli showrunner ai piani alti dello studio o - molto più probabile - le richieste mosse dagli executive ai creativi. Fatto sta che, anziché rinascere, Daredevil Dies Again cade sotto la crudele ghigliottina dei produttori, scontenti dei risultati visionati a tal punto da ritenerli sufficienti a cestinare l'intero progetto così come fino a quel momento concepito, licenziare gli showrunner Chris Ord e Matt Corman e anche tutti i registi già assunti per dirigere i restanti episodi della serie. Quello che sembra essere un male è però un primo afflato di un necessario cambiamento creativo pronto a sovvertire in meglio il futuro streaming del MCU, almeno apparentemente.
Il vero cuore dell'opera
A disturbare la dirigenza Marvel è stata prima di tutto l'anima procedurale con cui era stata concepita Daredevil Born Again. Da quanto emerso, la serie sarebbe stata infatti un legal drama molto distante dalla qualità di genere dello show Netflix e persino divergente dalla natura supereroistica di un progetto a tema. In buona sostanza, un titolo lungo e poco centrato maggiormente dedicato al Murdock avvocato rispetto all'eroe Daredevil. I dettagli relativi al ritorno in fase post-produttiva parlano dell'entrata in scena del costume di Daredevil soltanto nel quarto episodio. Una scelta onestamente poco chiara e sinceramente "pericolosa" per la buona riuscita della serie, specie considerando l'impatto culturale del personaggio, le già note origini, i drammi affrontati e la sua partecipazione in azione in She-Hulk: Attorney at Law. Si parlava di rinascita, non di re-introduzione; e anche a fronte di quelle che sarebbero dovute essere due perdite fondamentali per l'evoluzione del protagonista, la soluzione in questione avrebbe compromesso in partenza ritmo e narrazione della serie. La scelta di ripartire da zero con Born Again è allora un buon segno: significa che i Marvel Studios stanno affrontando le tante difficoltà riscontrate negli ultimi anni, specie in chiave artistica e creativa.
Rispedire indietro un progetto costoso e atteso come questo è sintomo di una ferrea volontà trasformativa votata alla ricerca di qualità. Non può essere un caso, ad esempio, il rinvio di molti progetti televisivi e l'assenza di nuovi annunci. Al di là dei ritardi dovuti agli scioperi. Sembra proprio che i Marvel Studios vogliano imparare dai propri errori, riducendo il carico di produzioni annuali e puntando a una migliore finalizzazione dei progetti già a partire dal loro sviluppo se non addirittura dai loro perché. Il tentativo è quello di superare una certa mancanza di visione strutturale per quanto riguarda i titoli streaming e dare agli showrunner tutto il potere creativo necessario per confezionare qualcosa di valido che possa anche travalicare i confini della miniserie, rinunciando così alla compressione narrativa e mettendo al centro di tutto storia e personaggi, cuore pulsante delle future opere MCU insieme all'immancabile azione. E a dirla tutta, questa è la vera e coraggiosa rinascita di cui c'è bisogno.