Crisis on Infinite Earths 1-3, recensione: l’Arrowverse e il crossover apocalittico

Crisis on Infinite Earths, la recensione dei primi tre episodi del crossover della stagione 2019-2020 dell'Arrowverse.

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Crisi sulle Terre Infinite: un'immagine del crossover

Con la recensione degli episodi 1-3 di Crisis on Infinite Earths ci tuffiamo nuovamente nel mondo affascinante che è quello dei crossover dell'Arrowverse. Inizialmente un semplice gioco di interazione tra quelle che all'epoca erano le due serie che componevano il franchise, ossia Arrow e The Flash, col passare del tempo questi appuntamenti fissi si sono fatti più ambiziosi, al punto che l'evento di quest'anno è stato annunciato già al termine del crossover precedente, Elseworlds. Una scelta logica, per diversi motivi: da un lato, l'hype associato a quel titolo (celebre maxiserie a fumetti che portò alla semplificazione dell'universo cartaceo della DC Comics, eliminando tutte le dimensioni parallele e diversi personaggi importanti, tra cui Supergirl e Barry Allen) non è da poco; dall'altro, il tempo di lavorazione più lungo ha consentito ai diversi showrunner di far sì che gli eventi della Crisi siano parte integrante delle singole serie, in particolare per quanto riguarda Oliver Queen, il cui show personale arriverà al capolinea all'inizio del 2020.

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Tempo di Crisi

La particolarità di Crisis on Infinite Earths riguarda non solo il fatto di essere un crossover tra le serie dell'Arrowverse (in ordine di messa in onda, Supergirl, Batwoman, The Flash, Arrow e Legends of Tomorrow), ma il poter includere riferimenti all'intero Multiverso della DC, attraverso i vari adattamenti cinematografici e televisivi del passato. Lo vediamo chiaramente nella sequenza d'apertura, dove un'onda di antimateria distrugge completamente quattro universi: Terra-89 (il mondo del Batman di Tim Burton), Terra-66 (il Batman degli anni Sessanta, con cameo di Burt Ward), Terra-9 (l'universo di Titans) e Terra-X (sede principale del crossover del 2017). Questo è opera dell'Anti-Monitor, che intende eliminare ogni frammento della realtà, e per fermarlo la sua controparte buona, il Monitor, è costretto a reclutare diversi eroi da vari mondi. La loro missione: sconfiggere l'antagonista, pur sapendo che non tutti torneranno a casa. Oliver sa già da un anno di dover morire, avendo stretto un accordo con il Monitor per salvare i suoi amici, e da qualche mese anche Barry non è felicissimo, poiché il famigerato articolo di giornale dal futuro che allude alla Crisi ha una nuova data: non più il 2024, ma il 2019.

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Mondi lontani

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Crisi sulle Terre Infinite: Kevin Conroy interpreta Bruce Wayne nel crossover

La scelta di un titolo forte, legato a un momento importante della storia editoriale della DC, comporta anche una discreta dose di quello che si tende a chiamare fan service: allusioni e rimandi a determinate proprietà che faranno felici gli appassionati duri e puri. I primi tre episodi del crossover sono pieni zeppi di questi momenti, dal già citato cameo di Burt Ward alla prima, succulenta apparizione in live-action di Kevin Conroy nei panni di Bruce Wayne, dopo aver prestato la voce al personaggio per quasi tre decenni, senza dimenticare l'ospitata a sorpresa dello strepitoso Tom Ellis, alias Lucifer. Un'autentica collezione di nomi e volti familiari che coprono più di mezzo secolo di produzione audiovisiva legata alla DC, a volte mescolando certi elementi: il ritorno di Brandon Routh nei panni di Superman, versione Terra-96 (il 1996 è l'anno di pubblicazione della miniserie Kingdom Come, a cui si rifà in parte la caratterizzazione del personaggio), è al contempo la trasposizione di uno degli aspetti più tragici del fumetto, dove l'Uomo d'Acciaio ha perso tutto, e la prosecuzione (filo)logica dell'operato di Christopher Reeve, l'incarnazione perfetta dei lati migliori del più grande supereroe del pantheon cartaceo americano. Non a caso la presenza di Routh (che interpreta anche Ray Palmer, con tanto di gag sulla somiglianza fisica tra i due) è più estesa rispetto ad altri "esterni", compreso il Tom Welling di Smallville: serve a ricordarci che anche nei momenti più bui gli eroi non si arrendono. E in questo caso il buio, oltre che letterale, rischia di diventare permanente.

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La fine dell'infinito

Altra particolarità di questo crossover, accentuata rispetto allo scorso anno, è il fatto che gli autori lo trattino come vero e proprio evento in cinque capitoli, praticamente azzerando la linea che separa le singole serie. Lo dimostra chiaramente la decisione di far morire Oliver Queen già nel primo episodio, ponendo le basi per ciò che accadrà alla fine della sua serie personale (l'idea che lui sia destinato a diventare il nuovo Spettro è molto intrigante), così come il fatto che tutti i personaggi principali abbiano ruoli di spessore a prescindere dal capitolo in cui appaiono, o che il redivivo Lex Luthor sia a tutti gli effetti il villain secondario della storia (esilarante la sua interazione con il Clark Kent di Terra-167).

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Crisi sulle Terre Infinite: Brandon Routh nel crossover

Storia che, per logiche di programmazione (il quarto e quinto episodio andranno in onda, uno dopo l'altro, il 14 gennaio), lascia tutto in sospeso per un mese, con un cliffhanger che è a tutti gli effetti la versione "ridotta" di Avengers: Infinity War. Ebbene sì, malgrado i numerosi sacrifici (incluso quello del Barry Allen di Terra-90, che muore al posto di quello che conosciamo noi), l'Anti-Monitor trionfa e tutte le Terre scompaiono. Ai nostri eroi, trasportati in un non-luogo che esiste fuori dal tempo e dallo spazio, non resta che pianificare una soluzione per ripristinare ciò che era. A differenza di Avengers: Endgame, la soluzione arriverà tra un mese anziché tra un anno, ma le conseguenze, già adesso, saranno di dimensioni simili.

Conclusioni

Giunti in fondo alla recensione della prima parte di Crisis on Infinite Earths è difficile non rimanere stupefatti dinanzi al lavoro colossale, in termini di scrittura e filologia, che hanno fatto i curatori delle varie serie per mettere in piedi un'operazione che vada oltre il fan service e possa anche contribuire all'evoluzione dei singoli titoli coinvolti nel crossover. Attendiamo ora i due capitoli finali con ansia.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Le sorprese non mancano, malgrado le informazioni pregresse all'interno delle singole serie.
  • I camei storici sono divertenti e usati con intelligenza.
  • Il ritorno del Superman di Brandon Routh è a tratti commovente.

Cosa non va

  • Chi non conosce bene i singoli serial non coglierà tutti i dettagli.