Corto circuito e la vena sperimentale nelle parole dei suoi autori

Abbiamo fatto quattro chiacchiere sul loro approccio più sperimentale con alcuni degli autori di Corto circuito, la serie composta da corti d'animazione e disponibile su Disney+.

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Corto circuito: una scena dell'episodio Lightning in a Bottle

C'è voglia di sperimentare in casa Disney. Ne abbiamo già parlato nella nostra analisi di due progetti interessanti come Corto circuito e Sparkshorts, ma abbiamo voluto approfondire l'argomento confrontandoci con alcune delle voci che si sono messi in gioco per realizzare i corti che compongono l'interessante serie disponibile su Disney+, un modo per creare, mettersi alla prova e cercare nuove strade.

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Corto circuito: una scena dell'episodio Drop

D'altra parte, come ci dice Trent Correy, regista di Drop, "i cortometraggi animati sono stati sviluppati inizialmente per provare tecniche nuove come la musica e il suono, le riprese multipiano o il colore", ma aggiunge un concetto fondamentale per capire l'importanza di una serie come Corto circuito: "sono anche un modo per individuare nuovi talenti e tecnologie nell'ambito dello Studio che possono aiutare i nostri cineasti in futuro." E di talenti da notare, in questa serie, ce ne sono tantissimi.

La casa della sperimentazione

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Corto circuito: una scena dell'episodio Downtown

Se tutto questo è possibile oggi è anche grazie alla visione di un uomo che proprio dai corti è partito per fare quanto detto poco sopra: sperimentare. "È importante continuare a sviluppare quel mondo oggi" dice ancora Correy "Disney Animation è stata costruita su corti come Steamboat Willie" e in quanto animatori di Corto circuito sono fieri di esser parte di quella tradizione. Ma Walt Disney ha continuato a sperimentare anche una volta approdato al mondo dei lungometraggi e ne è la prova un'opera unica e ambiziosa come Fantasia, le cui influenze echeggiano nel lavoro di Kendra Vander Vilet in Downtown. "Accade qualcosa di magico quando la musica e l'animazione uniscono le loro forze come in Fantasia" ha spiegato la regista che ha aggiunto_"c'è così tanta varietà musicale oggi, così come abbiamo così tanti modi nuovi di fare animazione, che si può continuare a creare quel tipo di magia"_.

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Corto circuito: una foto di Jennifer Stratton, regista di Zenith

È proprio il Classico di Walt Disney ad aver fornito l'ispirazione anche a un'altra delle autrici di Corto Circuito, Jennifer Stratton, per il suo Zenith: "Ho usato Fantasia come guida per mostrare quello che volevo fare e penso che a molti mancasse lavorare a qualcosa del genere" ha spiegato la regista nel raccontarci lo stile "raffinato e colorato" del suo lavoro che fa della sperimentazione il suo punto forte: "Sapevo che sarebbe sembrato diverso da tante altre cose e volevo cogliere l'occasione per spingermi in territori che non esploriamo nei film." Un risultato ottenuto dal confronto continuo con il team di artisti esperti di effetti messi al suo servizio dalla produzione: "Il look ha continuato a evolvere durante la lavorazione e alla fine è stato molto diverso dall'idea iniziale. Questo l'ha reso un progetto in cui ogni artista coinvolto ha potuto dire la sua."

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La fabbrica dei talenti

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Corto circuito: una scena dell'episodio Jing Hua

Questo gioco di squadra è essenziale nel portare avanti progetti di questo tipo ed è la lezione più importante imparata dagli autori di Corto circuito. Lo conferma Jerry Huynh, il giovane regista di Jing Hua nell'individuare nella comprensione del processo produttivo di un film la maggior difficoltà incontrata. Il "trovare la propria voce" e trasmettere agli altri artisti lo stile che si sta cercando, nel suo caso particolarissimo e pittorico, ispirato all'arte orientale. "Sono stato ispirato da tanti film che si ricollegano al motivo per cui i suoi autori fanno cinema" ha spiegato, aggiungendo come guardando alle proprie radici si sia "ritrovato a pensare ai film di arti marziali. Ho studiato arti marziali da ragazzo, sono state una grande parte della mia vita."

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Corto circuito: una foto di Trent Correy, regista di Drop

Questa suggestione è andata a braccetto con l'arte che l'ha circondato da ragazzo, mentre dal punto di vista della storia è stato influenzato da una perdita subita dalla sua famiglia a inizio lavorazione. L'esperienza diretta è anche alla base dell'idea per Drop, basata sul ciclo vitale dell'acqua così noto a qualcuno come Trent Correy, vissuto a Vancouver dove "piove 165 giorni l'anno". "L'acqua" ci spiega infatti Correy, "ha il suo ciclo naturale che è di per sé una storia, con un inizio, una parte centrale e una fine."

L'origine delle idee

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Corto circuito: una foto di Kendra Vander Vilet, regista di Downtown

La dimostrazione che l'ispirazione viene da quello che ci circonda trova conferma anche nelle parole di Kendra Vander Vliet per il suo Downtown, una corsa forsennata a ritmo di musica e colori per le strade di Los Angeles: "una delle cose che mi ha colpito appena arrivata in città sono i graffiti, che erano ovunque. Soltanto nel mio quartiere tanti edifici erano completamente ricoperti di colori e forme che potevano sparire nel giro di una settimana per lasciar spazio a qualcosa di completamente diverso." D'altra parte la forza di una serie come Corto circuito, ci dice Jeff Gibson, regista di Cycles, è che "mostra come autori e grandi idee possano arrivare da chiunque".

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Corto circuito: una foto di Jerry Huynh, regista di Jing Hua

Se da una parte permette di accedere a nuove e stimolanti idee, dall'altra permette agli autori di mettersi alla prova e crescere. Anche Jerry Huyhn parla infatti dell'"opportunità e necessità di imparare dalle persone che si hanno intorno", mentre Jennifer Stratton elogia la fruttuosa cooperazione con il compositore Nathan Curtis a cui si devono le musiche di diversi corti della serie: "ho parlato con lui nella lingua con cui sono cresciuta", ci spiega ricordando come provenga da una famiglia molto musicale, "è stato molto ricettivo, gli ho spiegato le emozioni che volevo evocare ed è tornato il giorno dopo con un tema per Zenith."

Emozioni virtuali

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Corto circuito: una scena dell'episodio Cycles

Questo concetto di attingere alle proprie conoscenze è ancora più evidente nel parlare con Jeff Gibson del suo Cycles, uno dei momenti più toccanti della serie, nato come progetto VR e poi convertito in una narrazione lineare per Disney+: "Cycles nasce dal rapporto con mia nonna a casa della quale ho passato così tanto tempo nel corso della mia infanzia, tanti momenti familiari, e vederla vuota ha fatto riaffiorare tutti quei ricordi vissuti lì" perché, continua Gibson, "una casa diventa un personaggio delle nostre vite." Questa emotività è stata la guida anche nella conversione in un corto tradizionale per l'inclusione nella serie: "qualunque sia la natura di un progetto, il cuore è sempre il racconto. La necessità è sempre di raggiungere il pubblico e nel convertire Cycles non abbiamo dovuto far altro che catturare quelle stesse sensazioni e lo stesso impatto emotivo."

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Myth - A Frozen Tale: un'immagine del corto VR

Il suo era il primo progetto VR in Disney, ma lo stesso Jeff Gibson ne ha già realizzato un secondo ispirato al mondo e ai personaggi di Frozen su richiesta di Jennifer Lee: si chiama Myth - A Frozen Story, realizzato "con la logica e le tecniche della realtà virtuale, ma per rendere giustizia all'universo di Frozen che è così amato" con una "ispirazione da animazione tradizionale e un ruolo fondamentale della musica." Interessante questa ricerca sulla realtà virtuale in Disney nell'ottica di sperimentazione di cui stiamo parlando, perché "può essere un percorso alternativo dell'intrattenimento" ci spiega Gibson, "non sostituirà mai i film tradizionali, ma può essere un mezzo unico per immergere lo spettatore nella storia e trasmettere sensazioni diverse da quelle che evoca la visione su schermo."

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Le nuove tecniche

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Corto circuito: una scena dell'episodio Zenith

Tante tecniche diverse che sono la forza della serie, tra "VR, animazione a mano, CG, effettistica e tecniche miste" ricorda Correy e il motivo va individuato nelle parole di Kendra Vander Vilet: "La varietà è quello che dà sapore alla vita". Ma tutto questo viene sempre dopo la storia che si vuole raccontare, perché, come sottolinea ancora Correy, "in Disney Animation la storia viene sempre prima e tutto il resto non fa altro che supportare la narrazione." Una varietà che non ostacola l'unità del progetto e dei suoi autori, che emerge ogni volta che chiediamo loro di identificare i propri corti preferiti della serie: "ho 14 corti preferiti" ci dice Trent Correy, "perché sono fatti dai miei amici e compagni di lavoro in Disney."

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Corto circuito: una foto di Jeff Gibson, regista di Cycles

Allo stesso modo tutti gli autori di Corto circuito si illuminano quando chiediamo loro dei loro Classici Disney preferiti, rievocando ricordi d'infanzia tra Mulan, Il Re Leone, La Sirenetta e Alladin, ma anche i capolavori degli anni '50 e '60 o Fantasia. Suggestioni preziose del passato dello Studio che non vanno dimenticate e che, chiude perfettamente Jeff Gibson dimostrando l'importanza dell'eredità Disney, "stiamo cercando di portare con noi nel lavorare con nuovi mezzi espressivi".

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