Corto Circuito 2: l'importanza della collaborazione su Disney+

Abbiamo assistito alla conferenza stampa di presentazione di Corto Circuito 2, seconda stagione della raccolta di corti realizzati per Disney+.

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Corto Circuito 2: una scena

Tra la fine del 2019 (negli Stati Uniti) e l'inizio del 2020 (nel resto del mondo) una delle componenti originali più notevoli a farsi un nome su Disney+ è stata l'iniziativa Corto Circuito, raccolta di cortometraggi sperimentali a firma di animatori che lavorano per la Walt Disney Animation e hanno la possibilità di realizzare brevi film su un argomento a piacere, senza particolari vincoli, con l'intento di spingersi oltre a livello narrativo e tecnico (la Pixar ha un programma simile, anch'esso disponibile sulla piattaforma, dal titolo SparkShorts). Dopo i primi quattordici corti, caricati tutti in un unico blocco anziché a cadenza settimanale come da tradizione su Disney+, ora tocca alla seconda stagione, composto da cinque film. Per l'occasione abbiamo avuto modo di assistere alla conferenza stampa di presentazione di questa seconda fase del progetto, un evento tenutosi virtualmente con la partecipazione dei cinque cineasti coinvolti e di Jennifer Newfield, che si occupa della supervisione generale dell'intero programma.

Cinque storie piene di creatività

Songs To Sing In The Dark Keyimage
Corto Circuito 2: una scena

I cinque corti selezionati per Corto circuito 2 sono i seguenti: Crosswalk, di Ryan Green, ibrido di animazione tradizionale e CGI dove un uomo che deve andare al lavoro lotta contro un semaforo che ha una sorta di volontà propria; Going Home, di Jacob Frey, sul rapporto tra il protagonista e la casa dove è cresciuto; No. 2 to Kettering, di Liza Rhea, omaggio all'infanzia della regista con una tecnica che imita l'estetica della stop-motion; Dinosaur Barbarian, di Kim Hazel, corto musicale che riproduce la struttura e l'estetica delle sigle dei cartoni animati classici; e Songs to Sing in the Dark, di Rhiannon Delanoy, sul rapporto tra due creature negli abissi. Sono tutti veterani dei team d'animazione di vari progetti recenti della Disney Animation, principalmente Ralph spacca Internet: Ralph Spaccatutto 2, Frozen II - Il segreto di Arendelle e Raya e l'ultimo drago (alcuni hanno anche lavorato a Encanto, previsto per la fine dell'anno negli Stati Uniti).

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Affari di famiglia

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Corto Circuito 2: una scena

Per ciascuno di questi progetti l'ispirazione è stata molto personale, a volte con risultati divertenti, come ha svelato Liza Rhea: "Il numero 2 del titolo è l'autobus che prendevo io da bambina, in Inghilterra. Quando ho cominciato a lavorare al progetto l'ho comunicato a mia madre e lei mi ha detto che il numero 2 non va a Kettering. Ho chiesto a degli amici di famiglia per verificare ed è venuto fuori che la tratta è effettivamente cambiata, ma era quella giusta quando io vivevo in zona, negli anni Novanta quindi andava bene per il corto." Rhiannon Delanoy si è invece basata sui percorsi professionali dei genitori per la sua storia subacquea: "I miei sono entrambi scienziati, e prima di diventare animatrice mi divertivo a fare ricerche di vario genere. Così facendo mi sono imbattuta in varie specie che usano i suoni in modo interessante, come i delfini che hanno una sorta di lingua pittografica a base di suoni. L'idea del corto nasce da lì: e se delle creature simili si evolvessero per millenni negli abissi più bui, e le loro capacità arrivassero al culmine logico?"

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L'importanza della collaborazione

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Corto Circuito 2: una scena

Jennifer Newfield svela uno degli aspetti significativi del progetto, ossia la sinergia tra i diversi registi, che si aiutano e influenzano tra di loro. Ryan Green, ad esempio, ha lavorato al design dei corti di Rhiannon Delanoy e Kim Hazel, e nel secondo caso si è particolarmente divertito: "Kim aveva già scritto la canzone, e aveva tutte queste idee folli e bellissime, e trasformarle nella componente visiva del film è stato uno spasso." Per Jacob Frey l'aspetto collaborativo è stato un percorso d'apprendimento: "Io sono abituato a lavorare da solo, e come regista ho dovuto imparare a delegare incarichi agli altri. Alla fine, è stata un'esperienza molto bella per tutta la squadra coinvolta." Interviene Liza Rhea: "Ero in una situazione simile, i miei corti precedenti li facevo completamente da sola, e ho dovuto imparare a fidarmi dei miei collaboratori, di rinunciare al controllo totale e affidarmi a persone che in determinati campi ne sanno più di me. I risultati sono stati fenomenali, perché i talenti in seno alla Disney sono eccezionali, e vedere le mie idee portate sullo schermo da esperti in materia è stato molto bello." Tutti concordano sull'utilità dell'affinare le tecniche narrative all'interno delle limitazioni temporali dei corti: "Si impara a semplificare la trama, perché più cerchi di inserire materiale e più dovrai eliminarne in post-produzione."

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