Conversations with Friends, la recensione: quattro Normal People e un paio di amori e amicizie

Amori, amicizie, sesso, tradimenti, ripicche, riconciliazioni: l'altalena di sentimenti tipica della giovinezza - ma anche dell'età adulta - sono al centro di Conversations with Friends, la nuova serie tratta dal romanzo di Sally Rooney dal 10 marzo su RaiPlay.

Conversations with Friends, la recensione: quattro Normal People e un paio di amori e amicizie

"Sembra proprio di essere in un romanzo di Sally Rooney". Se l'avete pensato guardando Conversations with Friends, la nuova serie disponibile dal 10 marzo in esclusiva su RaiPlay, è perché è letteralmente così, e l'adattamento si avvicina e si allontana allo stesso tempo dal successo-passaparola che è stato Normal People durante la pandemia (un'altra miniserie tratta da un'opera della scrittrice disponibile ancora per poco su Lionsgate+). Cercheremo di capire similitudini e differenze con la serie precedente nella nostra recensione di Conversations with Friends, che si presenta come un affresco ancora una volta realistico e sincero della generazione di ventenni che hanno ancora tutta la vita davanti ma allo stesso tempo la vedono piena di incertezze nella Dublino contemporanea, mentre sono alla disperata ricerca di un punto fermo nel loro futuro.

Conversations With Friends
Conversations With Friends: Joe Alwyn e Jemima Kirke in una foto

Frances, Bobbi, Melissa, Nick

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Conversations with Friends: un'immagine della serie

Quattro nomi che potrebbero entrare nella vostra quotidianità sono quelli dei protagonisti di Conversations with Friends che fin dal titolo fa capire come al centro ci sia l'amicizia altalenante tra quattro individui nell'Irlanda di oggi: un'ambientazione cara a Sally Rooney come sappiamo fin da Normal People, che metteva già al centro come location con due interpreti sorprendenti come Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal. Questa volta il focus non è propriamente una storia d'amore che attraversa molti anni bensì la storia di un'amicizia che è anche, possibilmente, una storia d'amore, che sembra concentrarsi su due dei protagonisti per poi in realtà andare in altre direzioni, destabilizzando lo spettatore. Proprio come la vita, in cui i rapporti non sono sempre catalogabili e inscatolabili, soprattutto oggi in cui è tutto meno definito e più fluido. Frances (Alison Oliver) e Bobbi (Sasha Lane) sono migliori amiche ed ex fidanzate, recitano insieme poesie e frequentano Lettere al Trinity College. Si dicono tutto ma allo stesso tempo tengono dei segreti importanti l'una con l'altra: quello di Frances è di aver iniziato una storia clandestina con Nick (Joe Alwyn), attore di successo e marito di Melissa (Jemima Kirke), una scrittrice trentenne sulla cresta dell'onda che ha puntato la bravura delle due ragazze, soprattutto di Frances. Inizia così un "rapporto a quattro" difficile da definire, pieno di alti e bassi, di ripicche e riappacificazioni, che svelerà i dilemmi interiori dei personaggi e il loro differente approccio alla vita e alle relazioni.

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Messa in scena delicata e intima

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Conversations with Friends: un momento della serie

Il romanzo è adattato a otto mani da Alice Birch, Mark O'Halloran, Meadhbh McHugh, Susan Soon He Stanton e la serie è diretta da Lenny Abrahamson, già dietro la macchina da presa per alcuni episodi di Normal People, e Leanne Welham. La sceneggiatura è meno incisiva (ma forse lo era lo stesso testo originario), ma riesce a cogliere l'imbarazzo di certe situazioni in cui non si dimostra una grande proprietà di linguaggio, mentre la regia conferma la bravura soprattutto di Abrahamson di riuscire a cogliere le turbe interiori dei protagonisti attraverso i loro sguardi o un dettaglio. O ancora un particolare della stanza in cui si trovano, una ripresa evocativa del loro linguaggio del corpo. Ma c'è anche un'attenzione delicata e allo stesso tempo passionale per i rapporti carnali fra i protagonisti, che fa percepire tutto l'iniziale imbarazzo nell'entrare in intimità con qualcuno, di qualsiasi sesso sia. Gli interpreti sono in parte ma gli manca quel magnetismo e quella capacità di avvicinare totalmente lo spettatore com'era successo agli emergenti eppure bravissimi Edgar-Jones e Mescal. Alison Oliver rende la sua Frances fortemente respingente per lo spettatore, ma allo stesso tempo non si può non comprendere la sua difficoltà a socializzare, la stessa che riscontriamo nel taciturno Nick, brutalmente passivo di fronte alle difficoltà della vita. Sasha Lane dà alla sua Bobbi un'irriverenza quasi fastidiosa, che nasconde però un dolore profondo, un po' come per tutti i personaggi. È interessante la scelta di casting di Jemima Kirke che passa dall'altra parte (quella degli "adulti" o sedicenti tali) dopo Girls e la sua Melissa è altrettanto piena di contraddizioni.

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Conversations with Friends: una scena della serie

In fondo quello che cercano tutti i personaggi di Conversations with Friends è qualcuno che li faccia sentire amati e accettati per ciò che sono. Un po' come noi tutti nella vita. La colonna sonora che mixa pezzi nostalgici e brani più contemporanei è un perfetto riassunto della condizione dei ventenni e trentenni di oggi, divisi tra un passato che non hanno il coraggio di abbandonare del tutto ed un futuro troppo incerto, aleatorio e precario. È anche interessante come tutti i personaggi siano il risultato del rapporto coi propri genitori - tra i tanti citiamo Tommy Tiernan da Derry Grils - che spesso vediamo poco o ci vengono raccontati dai più giovani ma sono determinanti nel rivelarci le persone che sono oggi. C'è una forte presenza culturale nella storia, come la Rooney ha abituato in passato, così come riflessioni sul femminismo, sul patriarcato e sull'attualità. La Dublino dei pub, dei vicoli, delle case accoglienti dei protagonisti, così come la Croazia con la sua natura selvaggia e il suo mare cristallino, dove Frances, Bobbi, Melissa e Nick si ritroveranno insieme in vacanza, sono lo sfondo che assorbe in un certo senso le loro anime per provare a tirarne fuori qualcosa di nuovo. Riscrivere la propria storia, come piace fare a Frances. Reinventarsi, rivalutarsi, ritornare giovani. Parlando tra amici.

Conclusioni

Meno incisiva di Normal People ma comunque degna di visione: questo è emerso dalla recensione di Conversations with Friends, con cui ha in comune l’autrice del materiale originario e uno dei registi. Frances, Bobbi, Melissa e Nick sono quattro protagonisti con cui non sempre si riesce a sentirsi in sintonia da spettatori ma che offrono uno spaccato amaramente realistico della precarietà e dell’incertezza dei millennial e dei più giovani, in una società che cambia alla velocità della luce e con la quale non è sempre facile stare al passo. Le ambientazioni irlandesi e la colonna sonora esprimono per immagini e suoni i travagliati sentimenti dei personaggi, che cercano solamente qualcuno che li ami e li accetti.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Un affresco realistico e onesto dei ventenni e trentenni di oggi.
  • L’ambientazione dublinese e la colonna sonora parte del tessuto narrativo.
  • La regia intima e delicata che mostra l’evoluzione delle relazioni tra i protagonisti.

Cosa non va

  • La scrittura è meno incisiva e meno coesa di Normal People.
  • Gli interpreti sono in parte ma spesso troppo respingenti.