Conclave, Ralph FIennes: "Bisogna sempre porsi delle domande"

L'interprete inglese, insieme a Sergio Castellitto, è uno dei volti di Conclave, il thriller sul potere e l'ambizione all'interno della Chiesa cattolica ispirato al romanzo omonimo e diretto dal premio Oscar Edward Berger. Nelle nostre sale prossimamente con Eagles Pictures.

Ralph Fiennes in Conclave

un thriller ed un dramma politico come non ho mai visto prima ed era un modo per parlare di potere, l'attrazione del potere e la correzione che il potere comporta in maniera fresca". Così Peter Straughan, sceneggiatore di Conclave, presentato nella sezione Grand Public della 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma e nelle sale dal 19 dicembre con Eagles Pictures, ha introdotto la pellicola nel corso della conferenza stampa. "Qualcuno ha parlato della poesia di Emiliy Dickinson 'Tell All the Truth but Tell it Slant'(Di' tutta la verità ma dilla obliqua), bene, quando ho letto il libro - romanzo omonimo di Robert Harris da cui è tratto il film - ho pensato che il film facesse esattamente questo in una modalità che ho amato."

Conclave: un film nato per un'ammirazione di lunga data

Conclave Stanley Tucci Ralph Fiennes
Ralph Fiennes e Stanley Tucci in una scena di Conclave.

"Sono arrivato a Conclave, il film, attraverso la sceneggiatura e non attraverso il romanzo". Confessa il regista Premio Oscar per Niente di nuovo sotto il fronte occidentale, Edward Berger, sintomo di una stima praticamente illimitata verso il suo sodale. Una stima che ha costituito il motore principale nella sua decisione di imbarcarsi in questa avventura.

"Ho ricevuto una telefonata circa cinque anni da Tessa Ross - la produttrice della pellicola - che mi ha scritto se fossi stato disposto a leggere la sceneggiatura. Io allora ho chiesto chi l'avesse scritta e quando mi ha fatto il nome di Peter ho accettato subito. Sono un suo grande fan. Non è soltanto un thriller pieno di macchinazioni politiche, ma c'è anche un secondo livello molto più universale, che mi interessava, in questo caso nel personaggio di Fiennes e la sua lotta interiore."

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Il valore del dubbio

La lotta interiore del personaggio di Ralph Fiennes, il decano Lawrence chiamato ad amministrare un conclave difficile e intorno al quale gravitano delle ombre lunghe secoli. Un ruolo delicatissimo e che il cardinale affronta usando il dubbio. "Credo che si debba sempre porsi domande - dice Fiennes - Quando Lawrence quando dice 'dobbiamo dubitare', l'ho interpretato come 'dobbiamo porci domande'".

Avere dei dubbi è fondamentale quando si è interprete, "da attore devi essere aperto, non hai sempre la risposta. Hai degli impulsi basati sull'intuito: parti da una sceneggiatura o da un grande regista, ma poi non bisogna essere rigidi e avere un istinto forte. A volte mi sono scontrato con indicazioni di regia che non sentivo miei e mi hanno portato altro, è positivo essere aperti, senza sapere se siano una cosa giusta o sbagliata".

Conclave Sergio Castellitto
Sergio Castellitto in una scena di Conclave.

Quando bisogna immedesimarsi nel ruolo di un uomo di chiesa è però sempre difficile avere a che fare con il dubbio. "Per il sacerdote penso il dubbio sia la cosa più atroce e fisiologicamente più lontana dall'essenza stessa dell'avere fede - afferma infatti Sergio Castellitto, interprete del conservatore cardinale Tedesco - "Per un artista, invece, penso che sia la benzina più formidabile. Io come attore cerco sempre di sentirmi inadeguato e questo mi consente di non utilizzare solamente lo schematismo o l'autoritarismo dell'esperienza, ma vestirmi da studente". L'inadeguatezza è un elemento quindi fondamentale per la riuscita di un buon lavoro da attore, "c'era un regista cecoslovacco con cui ho lavorato a teatro che diceva 'fatevi sempre venire in mente la seconda idea, perché la prima è venuta a qualcun altro', ciò si ottiene solo con il senso di inadeguatezza".

Due cardinali tentati dall'ambizione

Un altro dei temi fondamentali di Conclave è il rapporto che i cardinali (e quindi, allargando il campo, gli uomini in generale) hanno con il potere e l'ambizione. Una relazione che finisce con il cambiarli radicalmente, anche nonostante la loro volontà razionale. Per esempio, Lawrence e Tedesco partono da due posizioni praticamente opposte eppure entrambi arrivano a coincidere ad un certo punto, proprio a causa di questa "ambizione segreta".

Conclave Isabella Rossellini
Isabella Rossellini in Conclave.

"In effetti - spiega Fiennes - Lawrence all'inizio del film non ha nessun desiderio conscio di essere considerato candidato papa, ma sostiene il personaggio di Stanley Tucci, Bellini, nei tentativi di diventarlo. Quando però la vittoria di Tedesco diventa possibile, in un certo senso trasgredisce e cede anche alla sua ambizione. Lì attraversa quella linea di divisione, fa un passo in avanti, anche se non era la sua prima intenzione".

Tedesco, da uomo di potere conclamato, ha un rapporto con l'ambizione più definito, di fatto non vuole perdere in primis il suo status e poi, casomai, divenire altro. Come racconta Sergio Castellitto: "Io credo che Tedesco voglia che quel potere non finisca. Magari ci ha anche pensato di racimolare voti per diventare papa, ma penso non sia questa la funzione di quella figura. Credo che la persone come lui vogliano mantenere il 'deep state' del potere, poi nella bellissima sceneggiatura del film lo raccontiamo attraverso la parte nera, pericolosa, criminale, ma lui è anche portare di una verità incastonata nell'idea secolare della chiesa".

Portare in scena un Conclave

Una delle difficoltà maggiori per un film come Conclave era riuscire a mettere in scena una delle votazioni più inviolabili del mondo occidentale, sia in merito alla psicologia dei partecipanti, sia alla messa in scena. Come racconta il regista Edward Berger: "Robert ha fatto tantissima ricerca sul libro e noi abbiamo avuto dei consulenti a cui rivolgersi, ma per alcune cose specifiche in cui lavorava in sceneggiatura. Presumo però che in un certo senso avessimo l'impressione che affrontassimo cose più universali. C'era il conclave, ma il campo era più largo. Il cuore per me era una frase di Kant che doveva essere in sceneggiatura: 'dal legno storto dell'umanità non c'è nulla di dritto che si possa ottenere' racchiude la differenza tra quello che vorremo essere e quello che poi diventiamo".

Conclave Ralph Fiennes Brian F O Byrne
Uno degli interni maestosi di Conclave.

Oltre al cuore tematica del film e al suo svisceramento c'era la parte scenografica. "Abbiamo ricevuto grande aiuto da Francesco Bonomo, che ci ha assistito con i riti e a capire come filmare in modo più fedele possibile, anche riconoscendo che stavamo facendo un film e non potevamo sapere tutto. Tutto è ispirato a luoghi reali, ma non potevamo ovviamente girare in vaticano, lo abbiamo ricreato". Qualche ispirazione si è poi trovata "andando semplicemente in giro per Roma: guardando dalla finestra puoi veder passare preti con la valigetta o suore con il caffè in mano. Una fonte di ispirazione continua perché ti fa capire come non siano figure da mettere su un piedistallo, ma persone normali".

La visione della Chiesa cattolica

Conclave
Ralph Fiennes in Conclave.

La conferenza stampa si è conclusa con una riflessione molto interessante da parte di Ralph Fiennes, il quale, nonostante, come ha detto anche lui "ci vorrebbe una persona con ruolo diverso dal mio e una conoscenza nettamente più profonda sull'argomento", a proposito della percezione della chiesa cattolica, che ha coinvolto anche la sua sfera personale.

L'attore ha detto che "la fede cattolica è vasta e con i secoli è facile puntare il dito contro la trasgressione, ma credo abbia dato supporto alle persone. Sono stato cresciuto come un cattolico. Mia madre era una cattolica devota, io mi sono ribellato e ho lasciato la chiesa intorno ai 13 anni, ma ho sempre mantenuto una certa curiosità rispetto alla fede e ho parlato con tanti preti, alcuni si occupano di questioni profonde." Di solito una delle cose che vengono rimproverate alla chiesa è il suo immobilismo, la sua capacità di andare avanti sul serio, una delle tematiche che Conclave affronta in modo netto. "Credo che la natura umana in sé sia portata a resistere al cambiamento e all'aspetto ritualistico. Ti fanno sentire sicuro, è una cosa umana avere paura del cambiamento può essere difficile per le persone. Dovrebbe rispondere qualcuno con più esperienza".