Come una madre, la recensione: Vanessa Incontrada in una classica fiction

La recensione di Come una madre: la serie con Vanessa Incontrada in onda su Rai 1 si muove tra dramma, noir e road movie, ma secondo i canoni consolidati della fiction della tv generalista.

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Come una madre: una scena della fiction

Sembra ieri che Vanesse Incontrada, con Il cuore altrove di Pupi Avati, si rivelava come una delle stelle nascenti del cinema italiano. Nella recensione di Come una madre, serie in onda su Rai 1 dal 2 febbraio, la ritroviamo, come ormai da qualche anno, come regina della fiction rassicurante della rete ammiraglia Rai. Il tempo è passato, tremendamente in fretta, ma è passato, e Vanessa Incontrada, da oggetto del desiderio nel film di Avati o in A/R Andata + Ritorno di Marco Ponti, è cambiata nel fisico e nei ruoli che tende a scegliere. È sempre una donna bellissima, che ha aggiunto esperienza e sfumature alla sua bellezza. Ora la troviamo soprattutto in ruoli di madre, come nella fiction diretta da Andrea Porporati che è allo stesso tempo un road movie, una favola, e un romanzo di formazione.

La trama: Villetta con delitto

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Come una madre: una scena della fiction

Angela (Vanessa Incontrada) si trova da sola su un'isola della Toscana, nella sua grande casa al mare, per prendersi un po' di tempo ed elaborare il lutto per la scomparsa del figlio. Separata dal marito, conosce Elena, una giovane donna con due bambini, di cui uno le ricorda tanto il figlio scomparso. Un pomeriggio la donna, nonostante la poca confidenza, le chiede di tenerle i bambini. Ha un appuntamento importante, di quelli che possono cambiare la vita, con un uomo. Ma si troverà davanti una banda di malviventi. E verrà uccisa, proprio sotto gli occhi di Angela. Per una serie di eventi, o di macchinazioni, lei si troverà ad essere la principale sospettata. È in pericolo. E ora ha anche due bambini di cui prendersi cura.

Tra Pinocchio e Hitchcock

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Come una madre: una scena della fiction

I creatori della serie hanno detto di essersi ispirati a Pinocchio: una favola che è anche una corsa a ostacoli, un percorso misterioso da un paese all'altro che porta a una crescita dei personaggi, e, in questo caso, a una reciproca conoscenza. In realtà, lo schema dell'innocente accusato ingiustamente e costretto alla fuga è un topos del cinema di Alfred Hitchcock. Dalla Toscana alla Calabria, passando per Roma, Come una madre è un road movie, un thriller, un film drammatico e un romanzo di formazione.

La cara vecchia fiction

Non cercate, però, i toni propri della favola, né le tecniche narrative di Hitchcock. Come una madre è la cara vecchia fiction della Rai, niente di più, niente di meno. Se da un lato, per alcuni prodotti e altri che arriveranno, la Rai ha dimostrato di volersi spostare verso i linguaggi della serialità contemporanea e internazionale, dall'altro è normale che continui a presidiare un target sicuro e gli ascolti del pubblico generalista che ne rappresenta pur sempre il core business. E allora prodotti di questo tipo continuano ad essere prodotti.

Il linguaggio unico della fiction

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Come una madre: una scena della fiction

In una fiction del tipo di Come una madre, gli spunti di genere che vi abbiamo citato (la favola, il thriller, il road movie) vengono comunque uniformati in un linguaggio unico, piatto, che è quello della fiction che, pur tra racconti più neri di altri, ha pur sempre la necessità di essere rassicurante. Rassicurante come lo è il volto di Vanessa Incontrada, magnifica presenza ma non sempre a suo agio su certi registri, come il pianto o la paura, e come lo sono i due bambini, belli, simpatici, in grado di conquistare immediatamente, al di là del racconto e della loro recitazione, la complicità del pubblico. Tutto, in questa fiction, rientra in dei canoni: il racconto scorre, nonostante le scosse della trama, con una sua levità che è quella che serve a un certo pubblico, meno al racconto stesso. Così fotografia e regia rimangono piuttosto convenzionali. Meno bene va alla sceneggiatura, che è una di quelle in cui o il colpo di scena è telefonato, oppure, il che è ancora peggio, ogni passaggio è forzato: ad accadere non è la cosa più plausibile, ma quella che serve a portare la storia dalla parte in cui vuole chi scrive. Si pensi, su tutte, alla scena in cui i due bambini scappano dalla casa di Angela, con una poliziotta nella stanza, la quale sta telefonando e si trova perfettamente di schiena ai due bimbi, tanto da non accorgersi di nulla...

Un Sebastiano Somma che sembra Marlowe

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Come una madre: una scena della fiction

Ci sono però delle cose che ci sono piaciute: il personaggio di Sebastiano Somma, un "bello" della tv e del fotoromanzo, che impersona Massimo Sforza, un maggiore dell'intelligence. Ci ha colpito subito per il suo look vissuto, stropicciato, che rimanda ai grandi detective del noir, alla Marlowe, e per l'ambiguità del suo personaggio, che è uno dei motori della storia. L'altro lato della medaglia è Marco Cocci, che chiude il cerchio di quello che dicevamo all'inizio. Anche qui ne è passato di tempo, e vedere il rasta trasgressivo anti-sistema di Ovosodo e L'ultimo bacio nei panni di un poliziotto, con i capelli con la riga in parte, ci mette un po' di dispiacere. Ma sapete cosa vuol dire questo? Che ci stiamo facendo vecchi.

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Conclusioni

Come vi abbiamo spiegato nella recensione di Come una madre, la serie tv con Vanessa Incontrada in onda su Rai 1 si muove tra dramma, noir e road movie, ma secondo i canoni consolidati della fiction della tv generalista. Nonostante gli spunti gialli e favolistici, tutto viene uniformato in un prodotto piuttosto piatto.

Movieplayer.it
1.5/5
Voto medio
1.2/5

Perché ci piace

  • Vanesse Incontrada è un volto familiare, rassicurante, sempre gradevole.
  • Girata tra la Toscana e la Calabria, la serie viaggia tra paesaggi davvero notevoli.
  • Sebastiano Somma è interessante, nel ruolo di un poliziotto che sembra uscito da un noir.

Cosa non va

  • La stessa Incontrada è in difficoltà su alcuni registri, come lo spavento e il pianto.
  • Gli spunti noir e favolistici vengono uniformati in una confezione da fiction classica.
  • La sceneggiatura ha sviluppi telefonati, o altri forzati e poco plausibili.