Christian, la recensione: nuovi miracoli su Sky, in un mondo senza santi né eroi

La recensione di Christian, la serie Sky Original con Edoardo Pesce, la storia dello scagnozzo di un boss a cui appaiono quelle che sembrano stimmate, disponibile su Sky e NOW dal 28 gennaio 2022.

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Christian: Edoardo Pesce in una scena

Si torna a parlare di miracoli in casa Sky. Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore la serie firmata da Niccolò Ammaniti qualche anno fa, ma in questo caso i toni sono molto diversi da quella produzione: come spiegheremo nella nostra recensione di Christian, il nuovo Sky Original prodotto con Lucky Red è un mix di crime e soprannaturale con sfumature pulp che lo rendono intrigante nella sua originalità. Un mix difficile da mantenere che i registi Stefano Lodovichi e Roberto Cinardi, aiutati dall'ottimo lavoro degli autori degli script, riescono miracolosamente a mantenere per i sei episodi della prima stagione che inizia il cammino su Sky e NOW dal 28 gennaio.

I prodigi di Christian

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Christian: Edoardo Pesce in una scena del primo episodio

Liberamente ispirata alla graphic novel Stimmate di Claudio Piersanti e Lorenzo Mattotti (che abbiamo ritrovato di recente come regista de La misteriosa invasione degli orsi in Sicilia), la serie Sky racconta di Christian, un uomo sulla quarantina che si guadagna da vivere facendo lo scagnozzo e picchiatore per un boss della periferia romana, aiutandolo nel suo piccolo regno costituito dalla città-palazzo in cui si sviluppano le loro vite e i loro loschi affari. Una vita da cui Christian vorrebbe liberarsi e che prende una svolta inaspettata quando strani dolori alle mani gli impediscono di fare il suo dovere, e ancor più quando la comparsa di ferite sui palmi anticipa prodigi ed eventi inspiegabili che attirano l'attenzione su di lui.

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Storie di periferia

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Christian: una scena del primo episodio

Edoardo Pesce è un Christian perfetto, per sguardo, postura, tempi e tono della recitazione, per la capacità di tenere e gestire il percorso che compie nei sei episodi di una prima stagione riuscita. Ma sarebbe ingiusto trascurare le figure che gli ruotano attorno nel completare il quadro della microcosmo della città-palazzo, che fa da sfondo quasi unitario per la serie Sky, come un macropersonaggio a propria volta. È forse proprio questa unità di luogo a dare sicurezza e forza agli interpreti della serie, ma è evidente come il lavoro sul casting di Christian sia generalmente riuscito.

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Christian: Edoardo Pesce e Giordano De Plano in una scena del primo episodio

È perfetta Silvia D'Amico nel tratteggiare Rachele, la tossica dal passato difficile che subisce tra le prime il potere del protagonista. Sono altrettanto in parte Giordano De Plano nel portare su schermo con mancanza di scrupoli e una certa eleganza il boss Lino e Antonio Bannò nel dar vita a suo figlio Davide, regalandoci dei surreali e riusciti dialoghi con Edoardo Pesce nei loro giri di lavoro. Completano il quadro l'intima e toccante prova di Lina Sastri, il dimesso e cinico ritratto di Tomei di Francesco Colella, e un Claudio Santamaria ambiguo e doloroso nel ruolo di Matteo, un postulatore del Vaticano sulle tracce di Christian, combattuto tra l'idea che sia un impostore e le evidenze di qualcosa di diverso.

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Christian: una scena del secondo episodio

Un ibrido possibile

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Christian: Silvia D'Amico in una scena del secondo episodio

Si può attingere a suggestioni di una serie come Il Miracolo e un film come Lo chiamavano Jeeg Robot e allo stesso tempo fare qualcosa di originale? La risposta è affermativa e ce la dà proprio Christian, che guardando a esempi, positivi e interessanti, del nostro panorama di genere prende una strada propria e altrettanto riuscita. Gli autori della serie Sky Original si muovono in punta di piedi, cercando di evitare gli ostacoli di una produzione di questo tipo e le trappole del già visto e delle retorica, ma si aggirano anche con decisione e sicurezza nel palazzo-città della storia mostrandone contrasti e sfumature. Attingono ad altro, ma mettono insieme in modo coerente e personale, dimostrando di avere ben chiaro in mente il disegno da comporre.

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Christian: Giordano De Plano in una scena del secondo episodio

Quello di Christian è un ibrido difficile che si concretizza davanti ai nostri oggi guardando la serie e che ci sentiamo di promuovere con un'unica perplessità: i sei episodi ci sono sembrati, almeno in alcuni snodi e sviluppi dell'intreccio, troppo pochi per dare il giusto peso e respiro agli eventi. Non ci sono passaggi particolarmente frettolosi o mal gestiti, ma resta a fine visione la voglia di sapere di più dei personaggi, del loro mondo e degli eventi che ci sono stati raccontati. Ma siamo sicuri che ci potrà essere modo di farlo in una eventuale seconda stagione e, in definitiva, uscire dalla visione volendone di più non si può considerare un difetto.

Conclusioni

Abbiamo lodato il mix di generi della serie nella nostra recensione di Christian e ribadiamo in chiusura il nostro apprezzamento per un equilibrio che non era facile ottenere e mantenere. Il nuovo Sky Original funziona nel portare su schermo il protagonista e nel tratteggiare il mondo in cui lui e gli altri personaggi si muovono, sia grazie al lavoro di un cast per lo più in parte, che al lavoro sulle location e la musica, giustamente premiato a CanneSeries. Peccato solo per una stagione di soli sei episodi che non permette di approfondire tutto in egual misura, ma lascia con la voglia di tornare nel mondo di Christian.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Edoardo Pesce a un cast per lo più in parte, che danno volto e corpo alla periferia che li ospita.
  • Il lavoro sulle musiche di Giorgio Giampà, premiato anche a CanneSeries.
  • Le location scelte per fare da sfondo alle vicende, che danno il giusto sapore alla storia.
  • L’equilibrio tra le diverse anime della serie, che si muove tra il crime e il soprannaturale, senza rinunciare a qualche coloritura pulp.

Cosa non va

  • Sei episodi sono sembrati pochi per approfondire tutti gli spunti forniti dalla trama e dai personaggi. Ma siamo sicuri che ci sarà modo di farlo in un’eventuale stagione 2.