Nel nono film di Quentin Tarantino, C'era una volta a... Hollywood, ai personaggi principali è riservata una sequenza che ne descrive al meglio le caratteristiche. Il dialogo nella roulotte tra la star in declino Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e Randy (Kurt Russell) è il manifesto perfetto per Cliff Booth, fedele amico e assistente di Rick ma soprattutto stuntman e controfigura di quest'ultimo. Inizialmente Tarantino aveva pensato a Tom Cruise per il ruolo di Cliff ma la scelta definitiva è ricaduta su Brad Pitt, che pare si sia presentato a casa del regista per parlare del ruolo con in mano il dvd del film Billy Jack. Proprio la pellicola alla quale faceva riferimento Tarantino come ispirazione per il personaggio. Ma Cliff Booth è innanzitutto uno stuntman, categoria che spesso passa in sordina nel mondo appariscente del cinema e dell'audiovisivo e che in questo articolo proveremo ad approfondire.
Per tratteggiare più efficacemente la funzione dello stuntman all'interno dell'industria cinematografica, Quentin Tarantino affida il suo riassunto alla scrittura di quel dialogo tra Rick e Randy nella roulotte. Come potete leggere nella nostra recensione di C'era una volta a... Hollywood, Cliff Booth fatica a trovare ingaggi a Hollywood, Cliff fatica a trovare ingaggi, proprio come il compare di set, e spesso i due si incoraggiano a vicenda e cercano di sponsorizzarsi l'un l'altro. Randy lavora come coordinatore degli stunt-man ed è proprio lui che Rick cerca di convincere, elogiando la duttilità lavorativa di Cliff: "Ehi, puoi fargli fare quello che vuoi. Cazzo, buttalo giù da un edificio. Brucialo nelle fiamme. Investilo con una Lincoln. Sii creativo. Fai quello che vuoi, è solo felice per l'opportunità". In questo tentativo di convincimento quasi disperato di Rick si concentra l'essenza del personaggio di Cliff Booth che va al di là delle sue qualità da stunt-man. Tant'è vero che, in mancanza di lavoro sul set, Cliff si diletta in lavoretti di riparazione e si ricicla come autista per l'amico. In un film dove l'egocentrismo nelle caratteristiche dei protagonisti regna sovrano, Cliff Booth si muove come una mosca bianca in camicia hawaiana, occhiali da sole ed espressione scanzonata e ironica, quasi sempre in aiuto a chi gli sta intorno.
Sin dalle prime sequenze di C'era una volta a... Hollywood, Cliff si distingue per la sua essenzialità. A differenza del classico stereotipo dell'uomo alla costante ricerca del pericolo, vediamo il personaggio di Brad Pitt muoversi all'interno del film con una certa flemma e alle prese con situazioni tutt'altro che adrenaliniche. Nonostante ciò sembrano tutte caratteristiche perfettamente aderenti alla concretezza del suo lavoro, privo dell'enfasi astratta e della finzione propria degli attori, come evidenziato dall'autostoppista Pussycat (Margaret Qualley) che riceve da lui un passaggio fino allo Spahn Ranch.
Voglio una vita spericolata
Pericolo è la parola con la quale ogni stuntman deve convivere quando si trova sul set per svolgere consapevolmente il proprio lavoro. Il significato della parola inglese - letteralmente cascatore - rende piuttosto bene l'idea di quello che viene richiesto allo stuntman, laddove stunt significa acrobazia. Saper cadere da altezze vertiginose e saper mettere in pratica un nutrito campionario di acrobazie sono condizioni essenziali per una controfigura che principalmente si occupa di tutte quelle sequenze considerate pericolose per l'attore o l'attrice in questione. Se il termine nasconde in sé un riassunto estremo di quello che ci si aspetta da uno stuntman, è opportuno distinguere tendenzialmente due categorie. Di norma vengono chiamati stuntman generici tutte quelle controfigure specializzate essenzialmente nelle cadute e nei tuffi. Presentano maggiori difficoltà le attività alle quali si avvicinano gli stuntman acrobati, in grado di effettuare volteggi molto pericolosi e per questo obbligatoriamente dotati di eccellenti qualità fisiche. Una caratteristica importante è la capacità di sopportazione del dolore, innegabilmente connessa alla preparazione e all'allenamento fisico. Ecco perché la giornata tipo di uno stuntman non è certamente una quotidianità adatta a tutti.
Categoria poco - o per nulla - in vista e spesso colpevolmente sottovalutata, quella degli stuntman è di frequente fondamentale nell'economia di un film e molto più significativa di quello che normalmente si pensi, anche nell'epoca del digitale. Rispetto ad una normale controfigura inoltre, lo stuntman si applica nello studio del personaggio, al fine di sostituire perfettamente l'attore o l'attrice in una determinata scena. In Italia i professionisti sono circa 500 e la formazione di nuove figure da inserire sul mercato si sta evolvendo considerevolmente, con la creazione di scuole ad hoc. Un panorama ben diverso da quello degli Stati Uniti, dove da tempo esiste la United Stunt-men's Association, costituita da professionisti del settore che mettono a disposizione le loro conoscenze per dirigere corsi intensivi al fine di formare gli stuntman del futuro. Una delle differenze principali tra l'Italia e l'estero è soprattutto legata al poco budget che il cinema nostrano investe su questo determinato aspetto della realizzazione di un prodotto audiovisivo.
Il primo Re: in battaglia con i nostri avi, e con agli stuntmen di EA Stunt
Divi e stuntman
Proprio perché spesso trascorrono una vita spericolata nell'ombra è doveroso ricordare alcune figure professionali - tra quelle più iconiche - capaci di rendere leggendario il ruolo dello stuntman nonostante la poca visibilità mediatica da questo punto di vista. E perché non partire da Buster Keaton che nell'ombra non ha certo vissuto la sua nutrita carriera ma che molti accostano soltanto alla comicità e al cinema muto. Keaton in realtà è stato un precursore degli stunt e i suoi lavori sul grande schermo sono composizioni elaborate di pericolose acrobazie e coreografie, frutto della sua mente e da lui stesso eseguite. A lui si è ispirato agli inizi della carriera anche Jackie Chan, nato stunt-man e artista marziale, prima di convertirsi alla recitazione vera e propria.
Se vi capita di passare dalle parti di Hollywood il nome di Vic Armstrong è conosciuto nell'ambiente quasi quanto una star. Armstrong è uno stunt-man da Guinness dei Primati, con all'attivo numeri sinora irraggiungibili e impegnato nella sostituzione sul set di stelle del cinema come Christopher Reeve, Harrison Ford in Indiana Jones, l'agente 007 James Bond in diversi capitoli cinematografici della saga, oltre ad aver coordinato le acrobazie di Terminator 2 - il giorno del giudizio. Sposato con la celebre stunt-woman Wendy Leech, Vic Armstrong è stato omaggiato per la sua ricca carriera con un Technical Achievement Academy Award e un premio BAFTA alla carriera.
E le donne? Le stuntwoman professioniste per il momento sono in minoranza rispetto agli uomini ma la categoria si sta sviluppando anche da questo punto di vista e il panorama internazionale propone alcune controfigure spericolate che poi hanno saputo ritagliarsi il loro spazio anche come attrici. Michelle Yeoh è un nome che nel mondo occidentale viene ricordato soprattutto per la partecipazione dell'attrice a 007 - Il domani non muore mai e La tigre e il dragone di Ang Lee, ma l'artista malese ha affinato le sue conoscenze e le sue abilità acrobatiche agli inizi della carriera, imparando a eseguire stunt estremamente pericolosi e lavorando al fianco di Jackie Chan, che di lei e del suo folto team di stunt-man si fida ciecamente. In C'era una volta a... Hollywood mal sopporta Cliff Booth ma nella realtà Zoë Bell il mestiere lo conosce molto bene e grazie a Quentin Tarantino è diventata una delle più conosciute stunt-woman dell'industria hollywoodiana. Famosa per aver sostituito Uma Thurman nelle scene più complicate di Kill Bill, Bell ha dato sfoggio delle sue capacità anche nell'episodio A prova di morte in Grindhouse.