Periodo di cambiamenti e rinnovazioni, in casa Marvel Studios. La Fase Quattro e parte della Cinque sono state un po' il medioevo della creatura produttiva di Kevin Feige, accolte con un entusiasmo via via scemato in grande scetticismo per il futuro del progetto MCU dovuto a una gestione del franchise a dir poco confusionaria e problematica. La necessità di una seconda rivoluzione ha cominciato a concretizzarsi con rinvii, ripartenze e cancellazioni, dando forma a uno dei calendari meno affollati dell'intera storia dello studio. Una mossa chiara e forse dovuta per indicare una cosa: il ritorno della qualità rispetto alla quantità; un modo per dimostrare ai fan e al grande pubblico la volontà di tornare in carreggiata nel miglior modo possibile, ragionando sul prodotto e sugli investimenti, soprattutto sul senso stesso del progetto a lunga distanza.
Come visto, Deadpool & Wolverine è al momento il cardine di questo vero e proprio rinascimento Marvel, colonna portante dell'Universo Cinematografico del domani che ha comunque ancora tutto da dimostrare. È però vero che se il terzo capitolo del Mercenario Chiacchierone è l'evento mainstream per eccellenza di questa estate, pensato per sfondare nuovamente la soglia del miliardo di dollari sfruttando il multiverso a tutto tondo, [in attesa dell'arrivo di Avengers: Doomsday e di The Fantastic Four: First Steps è in effetti altrettanto reale la buonissima impressione che ci hanno fatto i trailer di Agatha All Along (unica serie live-action MCU del 2024) e ancora di più di Captain America: Brave New World di Julius Onah, titolo che sembra presentarsi come un'elaborata costruzione spy-thriller in appoggio all'eccellente lavoro sull'IP conclamato e applaudito già in passato con Captain America: The Winter Soldier. La domanda è allora questa: può il nuovo Cap diventare l'esempio di genere da seguire in questo rinascimento Marvel?
Nuovo Captain, nuova America
Curioso come Brave New World funga in effetti da contraltare concettuale e produttivo di Doomsday, considerando i numerosi cambiamenti di cui è portatore. Dice Downey Jr. in merito al nuovo ruolo di Victor von Doom: "New mask, same task", forte del ritorno sia dei fratelli Russo (da lui spinto e voluto) e di Christopher Markus e Stephen McFeely alla scrittura dei nuovi Avengers, ma nel quarto capitolo del Captain cinematografico cambiano registi, cambia interprete principale, cambiano sceneggiatori e cambia persino il Generale Ross. Si tratta in effetti di un nuovissimo Captain America alla sua prima vera missione sul campo dopo aver accettato l'eredità dello scudo di Steve Rogers. E per un nuovo Cap c'è bisogno di una nuova America dove il Ross di Harrison Ford è stato eletto presidente. Tra i dettagli più importanti emersi dal panel del San Diego Comic-Con, tra i più interessanti c'è sicuramente la connessione - per altro essenziale - agli eventi di Eternals, uno dei cinecomic Marvel finora più inoffensivi in termini di continuity nonostante la sua gigantesca portata nell'Universo Spaziale. Il Tiamut semi-emerso dal nucleo terrestre sarà finalmente preso in esame e anzi diverrà la fonte principale di Adamantio nel MCU.
Se ben ricordate, si parlava inizialmente di una trama incentrata sulle scorte e i giacimenti di Vibranio da correlare poi con il prossimo Thunderbolts, ma alla fine l'introduzione in pompa-magna dei Mutanti con Deadpool & Wolverine e l'espansione della continuity verso Doomsday e Secret Wars hanno cambiato i piani, aprendo la strada a questa alternativa. L'Adamantio supera così il Vibranio come elemento più prezioso del pianeta, spingendo non solo le nazioni "pulite" ma anche stati canaglia e terrificanti strutture deep state a volersene accaparrare una fetta sostanziosa. Ed è qui che sembrerebbe reggersi l'intera e ben ritrovata impalcatura spy-thriller di Captain America: Brave New World, che a conti fatti è la più grande promessa cinematografica del film al grande pubblico dopo il successo di Captain America: The Winter Soldier.
Un occhio al passato e l'altro al futuro: tutto quello che sappiamo sul film
Se c'è un genere che più di altri ben si adatta alle storie di Captain America è sicuramente quello spionistico. Non parodico né tantomeno flemingiano, comunque, ma prettamente cinematografico, con profonde strizzatine d'occhio ai grandi titoli degli anni '70-'80, anche a qualche letteratura di LeCarré magari, a quel tipo di complessità geopolitica. Dopo un paio di anni d'incertezze nell'elaborazione di una continuity valida ed efficace, fa dunque piacere constatare l'impegno di Kevin Feige e della Marvel tutta nel recupero di tanti elementi dall'enorme potenziale narrativo rimasti finora inutilizzati, partendo da Tiamut e passando a un Ross più centrale persino pronto a trasformarsi nel mitico Red Hulk. Ma è soprattutto il ritorno allo spy-thriller a tutto tondo ad emozionarci e coccolare il nostro spirito critico, che a questo punto non vede l'ora di scoprire quale evoluzione verrà data a un intreccio tanto promettente dove una delle parti in gioco sarà anche la Serpent Society, uno dei super-sindacati criminali dell'universo fumettistico Marvel in circolazione dagli anni '80.
Una delle principali rivelazioni fatte al SDCC è a tal proposito - e finalmente - il ruolo ricoperto da Giancarlo Esposito all'interno del cinecomic: l'attore di Breaking Bad e The Boys veste infatti i panni ufficiali di Sidewinder, leader e fondatore della Serpent Society e principale villain della storia, probabilmente intenzionato a sovvertire l'ordine globale cercando di mettere le mani sull'Adamantio. Tenendo conto dell'arrivo dei Thunderbolts (forse la nuova squadra di vendicatori voluta da Ross) e degli X-Men nel futuro anteriore del progetto, Captain America: Brave New World più di Deadpool & Wolverine sembrerebbe configurarsi al momento come il cinecomic fondamentale per il prosieguo della continuity "terrestre" del MCU, aggancio concettuale tra passato e futuro dell'intero progetto.