Cannes 2013: la parola a Spielberg e i suoi giurati

Il presidente della giuria, Steven Spielberg, e gli altri membri raccontano come ci si trova ad essere dall'altra parte della barricata.

Quest'anno il Festival di Cannes ha come Presidente della giuria uno dei filmaker più celebrati e amati (ma anche discussi) degli ultimi decenni, autore di capolavori come Schindler's List, Il colore viola, Lincoln ma anche di blockbuster e cult indimenticabili, tra cui la saga di Indiana Jones e Lo squalo. Steven Spielberg ha preso in mano il timone di questa 66esima edizione della kermesse francese guidando un team di giurati composto dagli attori Daniel Auteil, Vidya Balan, Nicole Kidman e Christoph Waltz e dai registi Ang Lee, Naomi Kawase, Cristian Mungiu e Lynne Ramsay. Il presidente e i giurati hanno incontrato la stampa accreditata per discutere di come ci si sente a dover giudicare un film, ad essere dall'altra parte della barricata, cosa rappresenta per loro il Festival di Cannes e che differenze ci sono tra questo festival e altre manifestazioni più popolari come gli Academy Awards. Abbiamo scoperto che Ang Lee non ama particolarmente rivestire il ruolo di giudice, che Spielberg è un bravo diplomatico e che Nicole non vedeva l'ora di trascorrere due settimane con lui.

Signor Spielberg, l'ultima volta che è stato membro di una giuria è stato nel 1974 e da allora sarà stato invitato un migliaio di volte a partecipare nuovamente e lei ha sempre detto no. Cosa le ha fatto cambiare idea stavolta?

Steven Spielberg: Non mi sono negato un migliaio di volte, è che sono stato incredibilmente impegnato con il lavoro, specie durante i mesi primaverili, ogni volta che sono stato interpellato ero alle prese con qualche progetto e stavolta invece mi sono ritrovato improvvisamente libero e ho potuto accettare l'invito, per il quale mi sento onorato.

Lei o qualsiasi altro membro della giuria, avete qualche rimorso a far parte di questo team, a dover decidere chi sarà il vincitore?

Steven Spielberg: No, non è un problema, in un certo senso siamo sempre in modalità "giudice" quando guardiamo un film, anche se è a livello personale. Non è molto diverso dall'andare al cinema e farsi un'opinione sulla pellicola, rendersi conto se l'opera ti ha cambiato in qualche modo, scoprire se c'è qualcosa che non hai mai visto prima in un film.

Ang Lee: Io invece ho il timore di giudicare un film in pubblico; sono stato molto impegnato come Steven, e ho cercato di evitare le giurie il più possibile, ma a volte è importante dare il proprio contributo ad una comunità. Questo è prestigioso festival di cinema - se non il più prestigioso di tutti - ed è un onore sedere insieme a questi filmmakers.

Nicole Kidman: Sì, come ha detto il signor Lee, è importante dare un contributo alla comunità, mi è stato chiesto tante volte di far parte di una giuria, adesso ne ho avuto l'opportunità e in questo momento non vedo l'ora di sedermi e assorbire quanto più cinema possibile. Alla fine si tratta dell'opinione di nove persone, ma allo stesso tempo è una piattaforma per il cinema, una celebrazione per questo mezzo espressivo, un modo per scoprire nuovi capolavori e essendomi trovata dall'altra parte molte volte, adesso è davvero bello essere nella posizione di poter reciprocare.

Lynne Ramsay: ho iniziato come insegnante, lavorando con studenti che volevano diventare filmakers ed ho esordito qui a Cannes (E ora parliamo di Kevin n.d.r.) Il festival mi ha dato una grossa spinta, quindi è stato come completare un cerchio e sono felice di avere l'opportunità di vedere i film in programma, è davvero una piattaforma per film speciali e per l'arte cinematografica in genere ed è rilassante stare da quest'altra parte perchè in genere siamo in concorso e la pressione si fa sentire, mentre in questo modo possiamo dedicarci alla visione, che è il fulcro dell'intera manifestazione.

Daniel Auteil: quando mi hanno chiesto di far parte della giuria del festival di Cannes sono andato sul web per vedere quali film avevano precedentemente vinto la Palma d'Oro e mi ha colpito il fatto che avevo visto la gran parte di quei film, anzi nel corso della mia vita questi film hanno dato forma al mio gusto personale per il cinema come spettatore e ho capito che era un'opportunità meravigliosa poter far parte di questa tradizione, è qualcosa di raro, straordinario. Non vedo l'ora di scoprire insieme ai miei compagni giurati quale sarà il prossimo film che farà la storia, sono arrivato qui con una mentalità completamente aperta, sarò felicissimo di essere sorpreso, non ho nessun tipo di pregiudizio o aspettativa.

Vidya Balan: è la mia prima volta qui, è la prima volta che faccio parte di una giuria e per me si tratta di un'occasione davvero speciale perchè quest'anno in India festeggiamo i cento anni del nostro cinema, quindi per me è un onore immenso, considerati anche i colleghi. Spero di imparare il più possibile da quest'esperienza, di scoprire come persone diverse guardano lo stesso film e di divertirmi!

Naomi Kawase: oggi il mondo è tormentato da problemi e crisi che dobbiamo superare e il festival ci offre proprio questo: la possibilità di riunirci e discutere in un'occasione di dialogo, di scambio. Sono convinta che festival come questi sono effettivamente in grado di lanciare messaggi positivi nel mondo, lo facciamo ogni anno. Ieri Steven ci ha detto che nonostante non facciamo tutti lo stesso lavoro, facciamo tutti parte della stessa industria dell'intrattenimento, abbiamo la stessa passione anche se a volte abbiamo opinioni diverse ed è effettivamente un modo meraviglioso di ritrovarci in questa passione comune.

Cristian Mungiu: io penso sia molto difficile giudicare i film, assegnargli un voto, ma a volte è importante farlo per promuovere una pellicola. Quando faccio parte di una giuria cerco di riscontrare un segno di onestà dagli autori, perchè se è vero che nel primo passo della nostra carriera cerchiamo un modo per raggiungere la notorietà, in seguito arriva il momento in cui cerchiamo il nostro stile espressivo, la nostra originalità.

Christoph Waltz: un premio è sempre un risultato e mi sono chiesto, risultato di che cosa? Così come in una seduta di psicanalisi positiva, dove c'è uno scambio tra il paziente e il dottore, in questo caso il confronto di altissimo livello con questi artisti straordinari è ciò che mi ha attirato di più ad accettare l'onore di far parte di una giuria. Ci sono diversi modi di accostarsi a questo evento, per scoprire il cinema che stiamo vedendo, e il vero premio sarà il risultato di queste discussioni, spero.

Signor Spielberg, tutte le volte che lei è stato presente a Cannes è sempre stato per film fuori concorso. E.T., Indiana Jones...vorrei sapere non solo cosa pensa del giudicare un film in sé, ma qual'è la sua idea sul fatto di giudicare film completamente diversi tra di loro perchè ci sono molti registi di Hollywood, americani, che non sono a loro agio con questo tipo di competizione.

Steven Spielberg: ho sempre accettato il fatto che ogni anno c'è una fortissima competizione in tutto il mondo per attirare l'attenzione del pubblico, i film fanno sempre a gara per conquistare gli spettatori, alcuni puntano a un determinato target di pubblico ed è difficile comparare un film che punta a riempire i cinema con uno che cerca di cambiare il modo in cui guardi la vita, il mondo, te stesso. Per me i festival non sono tanto una competizione ma piuttosto un modo per mettere in mostra un'opera, per portare alla luce tutto quello che differenti culture vogliono esprimere e Cannes è un punto di incontro per il mondo intero, uno straordinario evento culturale. Per me queste sono due settimane di celebrazione non una gara tra un film e l'altro.

Signor Spielberg, in che modo prevede di guidare questa giuria, ha pianificato delle regole, di che cosa avete parlato tra di voi, si è sviluppato un legame con glii altri artisti?

Spielberg Spielberg: siamo un gruppo di persone di culture diverse e differenti discipline ma anche se non parliamo tutti la stessa lingua abbiamo un linguaggio in comune, che è il cinema e questo è il legame che ci unisce. Per tutto il resto dobbiamo aspettare i film in concorso, che ci faranno avvicinare o ci faranno discutere e proprio il potere che i film avranno su di noi ci daranno modo di vedere quello che si distingue dagli altri.

Signora Kidman, suo marito Keith Urban è al momento impegnato in un'altra giuria, le ha dato qualche consiglio su come agire?

Nicole Kidman: (ridendo) no, non mi ha dato nessun consiglio! Ma penso che lo vedrò a breve, dopodomani finisce con il suo impegno ed è stato strano trovarci a fare la stessa cosa quasi contemporaneamente. Alla fine siamo entrambi fan del lavoro che facciamo e poi volevo far parte di questa giuria, conosco Steven da molto tempo ma adesso ho l'occasione di trascorrere due settimane insieme a lui!

Signor Waltz, come si sente a tornare qui dopo Bastardi senza gloria?

Christoph Waltz: devo ammettere che salendo le scale, partecipando al photocall... ho quasi dimenticato di essere parte della giuria (presumibilmente per le acclamazioni del pubblico n.d.r.) - risate in sala - il ricordo è ancora molto vivido! Ma prometto che mi concentrerò sul mio compito di giudice.

Signor Spielberg, Signor Lee, vi siete trovati a "scontrarvi" tra di voi per il premio Oscar, adesso vi ritrovate insieme dall'altra parte, a giudicare invece di essere giudicati, qual'è la differenza tra l'Oscar e la Palma d'Oro per un filmmaker e cosa pensate che rappresentino dal vostro punto di vista?

Ang Lee: è una domanda difficile... l'Oscar è qualcosa di molto diverso e lì mi trovavo in veste di competitore; essere un giudice - anche se è una termine che non amo - essere membro di un collettivo che seleziona un film dal cuore, è qualcosa di differente. Cannes è determinato dalle opinioni, l'arte è la forza motrice, gli Oscar sono una competizione tra un gruppo di 6.000 membri degli Academy ed è una sorta di guerriglia per la popolarità, ci sono molti fattori in gioco, la società, la politica e come regista sei un po' il capobranco, devi sostenere tutti gli altri che hanno lavorato duramente al film e in quanto leader tu vuoi vincere, vuoi che loro vincano e diventa una sorta di sforzo di gruppo. Il festival francese è più prestigioso ed è orientato verso gli autori, ma entrambe le manifestazioni, tutti i festival sono importanti per il cinema, perchè promuovono l'arte cinematografica, i filmmakers e questo è quello che conta. Gli Oscar sono giudicati da 6.000 persone, qua ne siamo nove, ma non importa la cultura, le differenze di stile, la lingua che parliamo, quello che conta, come diceva Christian, è l'onestà e sperare di trovare un film che ammutolisca con la sua bellezza e che meriti la Palma. Steve e io siamo buoni amici, non so come mi stia guardando adesso - risate in sala - lui è il mio eroe! (Spielberg ringrazia n.d.r.)

Steven Spielberg: non so proprio cosa aggiungere a questo, Ang ha detto tutto! Io e lui ci conosciamo da molto tempo, non siamo mai stati in competizione, siamo sempre stati colleghi e continueremo così e adoro il suo lavoro, tutti i suoi film. La cosa più rilassante rispetto agli Oscar è che qui non ci sono le campagne promozionali, guardiamo i film, ci incontriamo, ne discutiamo e basta, è una boccata d'aria fresca rispetto agli Academy.

Signor Spielberg, ogni giudice ha un suo stile diverso per influenzare il resto dei colleghi, mi chiedevo quale sarà il suo, la carota o il bastone?

Steven Spielberg: dovrò guardarmi di nuovo La parola ai giurati di Sidney Lumet per prepararmi all'ultima giornata di delibera! - risate in sala.

Signor Spielberg, c'è un film olandese in concorso (Borgman di Alex van Warmerdam ), volevo sapere se qualcuno di voi ha già visto qualche opera di Warmerdam e se in generale, quando non conoscete un autore, vi preparate in qualche modo?

Steven Spielberg: no, non ho mai visto nessun opera del regista in questione, ma preferisco non prepararmi a priori, è l'opera che parla per l'autore, facendoci venire voglia di saperne di più su di lui (il moderatore in sala fa i complimenti al presidente per la sua risposta diplomatica suscitando l'ilarità dei giornalisti, n.d.r.).