E' atterrato. Nelle sale italiane, e nella nostra redazione. Prima di liberarlo dall'imballaggio, un occhio all'avviso: "Contiene ego gigantesco. Inadatto agli adulti che abbiano obiettivi realistici nella vita". Uno sguardo tra di noi per farci coraggio e affrontarlo, ed eccolo, libero e imponente nei suoi venti centimetri scarsi di statura, che comincia ad apostrofarci, evidentemente irritato dalle nostre ultime produzioni editoriali. "Alla gente piace il sangue, l'azione, non queste deprimenti p**e filosofiche".
Intimoriti, lo mettiamo su un tavolo, da dove ci osserva impietoso, incapace di rassegnarsi all'idea di quella che è diventata la sua nuova dimora.
"Questo posto è orribile. Puzza di p***e."
Ascolta, Birdman, la collaboratrice domestica ha avuto l'influenza, ma domattina viene, cerchiamo di non esagerare con la maleducazione. Tu sei un ambiguo, implacabile giustiziere, sai volare, hai non meglio precisati superpoteri, ma misuri pur sempre venti centimetri, ali incluse.
"Eri un divo del cinema, ricordi? Pretenzioso ma felice, ignorante ma amabile. Ora sei solo un povero s**o inacidito"
Questa non deve essere rivolta a noi: noi siamo ancora relativamente ignoranti, pretenziosi e felici. Deve essere autoironia, una qualità tradizionalmente ben vista. O ce l'ha con il suo alter ego, Riggan. Ma Riggan, a Birdman, ha tolto il saluto; non gli parla e non ci parla. Birdman, invece, non vuole saperne di tacere, e sarà una fantastica compagnia per questa volata finale dell'Awards Season, durante la quale non mancherà di ricordarci alcuni tra i momenti migliori del film di Alejandro González Iñárritu candidato a 9 premi Oscar, tra cui quello per il miglior film, quello per la regia e quello per il migliore attore.
La gara per l'Oscar al miglior attore in un ruolo da protagonista, in particolare, è una della più appassionanti della stagione dei premi di quest'anno: dal toccante Eddie Redmayne che cattura l'anima di Stephen Hawking ne La Teoria del Tutto al tormentato e geniale Alan Turing di Benedict Cumberbatch in The Imitation Game; dal fascino vibrante e la mira infallibile di Bradley Cooper in American Sniper alla cupa e insinuante intensità di Steve Carell in Foxcatcher - Una storia americana.
Ma lui, Riggan Thomson, interpretato dal redivivo Michael Keaton, la cui performance è silenziosa e fragorosa, fisica e (para)psicologica, è in una categoria a sé stante. Un personaggio imperscrutabile, che non si svela mai nei numerosi dialoghi squisitamente coreografati del film di Iñárritu : ci parlano di lui gli altri, l'ex moglie sfuggita a raptus violenti, la figlia tossica, l'amante fragile che vuole un figlio, la collega nevrotica che cerca rassicurazioni. Ci parla di lui la sua nervosa presenza in scena, quel copione devastante, quell'ansia crescente prima del debutto del dramma teatrale che deve rilanciare la sua carriera ma sembra destinato ad affossarla per sempre: per relegarlo all'oblio che tutti attende.
E ovviamente ci parla di lui il suo passato, la sua ossessione, il suo incubo, il nostro scurrile eroe pennuto, da lui interpretato, molti anni prima, in una serie d'immenso successo commerciale; esattamente come Keaton con il Batman di Tim Burton. Con quella indimenticata incarnazione dell'uomo pipistrello, Birdman ha in comune la voce roca e tenebrosa, ma è molto, molto più cattivo. Dai colleghi attori ai critici cinematografici e teatrali, dal pubblico ai familiari, fino ai vostri umili cronisti, le bordate di Birdman non risparmiano nessuno; e non avete visto ancora nulla del suo potenziale distruttivo e sarcastico. Vi aspetta in sala per mostrarvelo, e non vi conviene farlo aspettare.
"Filiamo subito via da qui."
(foto di Antonio Cuomo)