Confrontarsi con il passato è sempre difficile, soprattutto se si tratta di una porzione di esso che in qualche modo ha fatto la storia. La donna bionica, serie nata nel 1976 come spin off della già celebre L'uomo da sei milioni di dollari, ha in qualche modo lasciato un'impronta solida nel mondo della televisione americana, raggiungendo la fama in tutto il mondo e diventando un modello per una generazione di spettatori. Affrontarne un remake oggi, in una società completamente diversa da quella degli anni '70, non era facile ed è quindi naturale la lunga gestazione del nuovo progetto, che è scaturita nella nuova serie Bionic Woman, andata in onda nell'autunno 2007 sulla NBC.
Le prime voci riguardo il remake risalgono al 2002 e sono andate avanti per anni cambiando autori e potenziali interpreti (si è parlato nel corso di questi anni anche di Jennifer Aniston nel ruolo della protagonista) fino a quando nel 2006 il network ha annunciato di aver affidato la sceneggiatura a Laeta Kalogridis e la produzione a David Eick, a cui dobbiamo quel capolavoro del genere fantascientifico che è Battlestar Galactica. Si sarebbe trattato, a detta degli autori, di una riscrittura dell'originale che si sarebbe allontanato da esso, anche perchè i diritti del romanzo Cyborg di Martin Caidin e del personaggio di Steve Austin (L'uomo da sei milioni di dollari) non erano in possesso della NBC e non si sarebbero potuti includere nella nuova versione.
Nel maggio 2007, il network ha approvato il pilot e ne ha pianificata la messa in onda nell'autunno successivo.
A ricoprire il ruolo della protagonista è stata chiamata l'attrice inglese Michelle Ryan, che ha dovuto mascherare il proprio accento britannico per calarsi nel ruolo della ragazza americana, un volto semplice nel tentativo di dare una connotazione di naturalezza al personaggio, ma che purtroppo dà dimostrazione di non essere all'altezza della situazione già dal pilot della serie (intitolato in italiano Un corpo nuovo), quando faccia a faccia con Sarah Corvus, il personaggio imterpretato da Katee Sackhoff, ne subisce il carisma e ne viene totalmente oscurata.
La Corvus, precedente esperimento di donna bionica andato male, sarebbe dovuta morire proprio nel pilot, ma il lavoro dell'attrice è piaciuto tanto da convincere gli autori a trovarle un ruolo ricorrente per il resto della stagione, rendendola una vera e propria nemesi della protagonista, nonchè l'unica in grado di capire fino in fondo il suo travaglio interiore per aver affrontato lo stesso trauma.
Il destino di Sarah Corvus non è l'unica variazione al pilot originale fatta dagli autori prima della messa in onda dello scorso settembre. La prima versione dell'episodio pilota, infatti, vedeva la sorella di Jamie interpretata da Mae Whitman e non udente. Nonostante il buon lavoro dell'attrice, il personaggio della sorella Becca è stato completamente ripensato ed affidato a Lucy Hale (che quest'anno vediamo nel ruolo di una delle sorelle viziate di Privileged), diventano una problematica adolescente maniaca di computer.
Con alle spalle un mito della fantascienza anni '70 ed una delle menti che ha dato a Battlestar Galactica la profondità che tutti le riconoscono, ci si poteva aspettare che i numerosi spunti offerti dalla figura della donna bionica offriva fossero sfruttati con un altro livello di profondità. Si è scelto invece di rendere il nuovo Bionic Woman un prodotto di puro intrattenimento, evitando di usare la nuova Jamie Sommers per raccontare il ruolo della donna nella società moderna, come era avvenuto per la sua controparte del passato interpretata con successo da Lindsay Wagner. Una scelta comprensibile, considerando che una produzione in onda sulla NBC aveva bisogno di raggiungere un numero di spettatori più elevato di quello che ottiene da quattro anni proprio Battlestar Galactica, ma non completamente riuscita nel suo risultato finale.
Che cosa manca alla nuova Donna Bionca? E' stata proprio la Wagner, ospite allo scorso Roma Fiction Fest a rispondere a questa domanda con lapidaria autorità: "Il senso dell'umorismo". Bionic Woman risulta a tratti troppo dark e soprattutto si prende troppo sul serio per l'impostazione data dagli autori, volutamente incentrata sugli aspetti più spettacolari e d'azione che la storia poteva offrire.Il risultato in termini di critica, e soprattutto di ascolti, non è stato dalla loro parte e quando nel novembre 2007 la produzione è stata fermata a causa dello sciopero degli sceneggiatori, con gli attori messi in pausa a metà della paga prevista, più d'uno si era detto dubbioso sulla possibilità di un ritorno in onda al termine dello sciopero.
Una volta esauriti gli otto episodi già pronti dei tredici previsti, infatti, Bionic Woman è rimasta in stand-by e la produzione non è mai ripresa nonostante l'annuncio della mancata conferma da parte della NBC tardasse ad arrivare. La sorte di Jamie Sommers a trent'anni dalla sua prima apparizione televisiva, quindi, è stata ben diversa da quanto ci si aspettava. Ma tempi diversi hanno bisogno di eroine diverse ed a Febbraio Joss Whedon ci riporterà sullo schermo Eliza Dushku nel suo Dollhouse: che sia questa la figura femminile che il pubblico sta aspettando?