L'estate 2017 è stata importante per Edgar Wright: il regista inglese ha fatto parte della giuria internazionale della 74esima Mostra del Cinema di Venezia, presieduta da Annette Bening, che ha decretato la vittoria di The Shape of Water di Guillermo del Toro, e ha visto acclamata da pubblico e critica la sua ultima fatica, Baby Driver - Il genio della fuga, uscito nelle sale italiane il 7 settembre, amato anche da alcuni miti personali del regista, tra cui proprio Del Toro, John Landis, Stephen King e Steven Spielberg.
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Baby Driver racconta la storia di Baby (Ansel Elgort), ventenne dal talento prodigioso quando ha per le mani il volante di un'auto e schivo e riservato quando si tratta invece di interagire con gli altri, forse perché, a causa di Doc (Kevin Spacey), il suo datore di lavoro, ha spesso a che fare con rapinatori di banche. Occhiali da sole sempre sul naso e cuffiette costantemente nelle orecchie, Baby guida colpo dopo colpo, fino a quando non incontra Deborah (Lily James), cameriera conosciuta in un diner che gli fa battere il cuore a prima vista.
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Ibrido tra rock opera ed heist movie, abbiamo parlato di Baby Driver con il regista inglese, autore della Trilogia del Cornetto, all'anteprima europea del film a Londra.
Silenzi ed esami di guida
Dalla musica al silenzio: il protagonista è molto silenzioso e questo fatto disturba i personaggi di Jamie Foxx e Jon Bernthal. Perché, secondo Wright, in una società in cui tutti hanno sempre qualcosa da dire su ogni cosa, una persona silenziosa è considerata strana? "Beh nel film il personaggio di Ansel cerca di isolarsi dagli altri" ci ha detto il regista, proseguendo: "È concentrato sul suo lavoro e non vuole fraternizzare con nessuno, quindi si mette le cuffiette nelle orecchie e gli occhiali da sole in modo da schermarsi. Questo dà fastidio al personaggio di Jon Bernthal perché lo percepisce come un senso di superiorità: in una gang di rapinatori, vedendo questo ragazzino di 21 anni nell'angolo, che ascolta sempre il suo iPod, tutti si chiederebbero qual è la sua storia. Era questa l'idea. Baby è il ragazzino del gruppo".
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Dato che in questo film tutti guidano parecchio, abbiamo chiesto a Wright cos'è successo il giorno del suo esame di guida: "Ho fatto il mio esame di guida in Inghilterra, a 17 anni, e l'ho rifatto 4 volte! E poi, 24 anni dopo, ho dovuto farlo di nuovo a Los Angeles per prendere la patente americana. Quindi ho fatto il test a 17 anni e poi di nuovo a 41: ma quella volta l'ho passato al primo colpo! È stato strano fare l'esame due volte dopo così tanto tempo".
Le imitazioni di Kevin Spacey e i cast corali
In questo film c'è anche il premio Oscar Kevin Spacey: è disponibile? O è difficile lavorare con lui visto che è il Presidente (nella serie House of Cards)? "No, è molto disponibile" ci ha detto Wright ridendo, spiegando meglio: "È stato fantastico lavorare con lui perché è un attore pieno di carisma, arriva sul set preparato e si diverte. Quando c'è un momento di stress Kevin alleggerisce tutto con le sue imitazioni".
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Baby Driver sembra un musical travestito da film di inseguimenti: com'è stato unire questi generi così diversi? "Anche qualcun altro mi ha detto che sembra un'opera con gli inseguimenti: mi piace questa idea. Sono un grande amante della musica e l'idea di fare un intero film pieno di canzoni era un sogno per me".
Nei suoi film Wright sceglie sempre di inserire un cast corale, con molti personaggi protagonisti: come mai preferisce raccontare una storia da così tanti punti di vista diversi? La risposta dell'autore è stata: "Non so, a volte è nella natura stessa del film: Hot Fuzz ha un grande cast perché parla di un'intera città e del suo corpo di polizia, questo ha un cast numeroso perché parla di tre bande di rapinatori. Forse perché sono più interessanti da scrivere".