Quando lavorai con Katharine Hepburn, lei mi disse: 'Non recitare: limitati a leggere le battute'.
Il suggerimento sulla 'naturalezza' della recitazione, contrapposta al birignao di una certa impostazione teatrale, arrivò dalla grande Katharine Hepburn sul set de Il leone d'inverno, magnifico dramma storico diretto da Anthony Harvey. Era il 1968, Anthony Hopkins aveva appena trent'anni e si stava cimentando con il suo primo ruolo di rilievo al cinema: quello di Riccardo Plantageneto, futuro sovrano d'Inghilterra, impegnato a districarsi fra intrighi familiari e di palazzo e a nascondere la propria omosessualità.
Nato a Port Talbot, in Galles, formatosi presso la Royal Academy of Dramatic Art di Londra e scoperto da Laurence Olivier, che nel 1965 ne avrebbe fatto il proprio 'discepolo' al Royal National Theatre, negli anni Settanta Anthony Hopkins alterna il teatro alla televisione e al cinema, ottenendo parti di importanza sempre maggiore. Ma è solo dopo i quarant'anni che la sua popolarità inizia a crescere in maniera inarrestabile: se il suo lavoro in TV gli permette di conquistare un BAFTA Award e un paio di Emmy Award (il secondo dei quali interpretando nientemeno che Adolf Hitler nel film The Bunker), sul grande schermo Hopkins si farà dirigere infatti da alcuni dei più stimati registi del mondo.
Sir Anthony: gentleman, dio nordico, cannibale
Nel 1980 Hopkins è il benevolo medico co-protagonista di The Elephant Man di David Lynch; nel 1992 un autoritario padre di famiglia dell'alta borghesia edoardiana in Casa Howard di James Ivory e il "cacciatore di vampiri" Van Helsing in Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola; nel 1997 l'ex Presidente John Adams in Amistad di Steven Spielberg. Estremamente prolifico, nel corso del tempo Sir Anthony si è dimostrato il perfetto erede di una tradizione di attori quali David Niven, Alec Guinness e Dirk Bogarde: quella del gentleman britannico posato ed elegante, il cui atteggiamento raffinato può celare però ambiguità e lati oscuri.
Alternando titoli di cassetta a progetti più sofisticati, Anthony Hopkins si è costruito una filmografia magari non del tutto impeccabile (non mancano flop e passi falsi), ma ricchissima e variegata: una filmografia che, negli ultimi anni, lo ha visto passare dal set di Woody Allen (Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni) al ruolo del dio Odino nella saga di Thor, passando per il ritratto del "maestro del brivido" nel biopic Hitchcock. In TV, invece, dal 2016 presta il volto al dottor Robert Ford nella fortunatissima serie sci-fi Westworld. E mentre su Netflix è in arrivo il suo nuovo progetto, l'acclamato film I due Papi, celebriamo questo "mostro sacro" della recitazione con una classifica dei migliori film e ruoli della sua sterminata carriera...
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7. Il leone d'inverno
Alla sua seconda apparizione cinematografica, Anthony Hopkins si imbarca in una sfida di recitazione da far tremare i polsi: ne Il leone d'inverno di Anthony Harvey, splendida trasposizione dell'acclamato dramma teatrale di James Goldman, l'attore trentenne divide infatti lo schermo con una coppia di mostri sacri del calibro di Peter O'Toole e Katharine Hepburn nei ruoli dei sovrani Enrico II ed Eleonora d'Aquitania. In questa serrata faida familiare senza esclusione di colpi ad Hopkins è affidato il personaggio di Riccardo, il favorito della madre Eleonora: una figura di cui Hopkins scolpisce la fiera caparbietà nella sua rivendicazione del trono, ma anche i lati più intimi e fragili, dalle tensioni con il padre Enrico al sentimento nei confronti del Re Filippo II di Francia (Timothy Dalton).
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6. Magic
Quello con il regista Richard Attenborough, iniziato nel 1972 con Gli anni dell'avventura, è stato uno dei sodalizi più fortunati nella carriera di Anthony Hopkins, e nel 1978 lo ha portato ad impersonare un ruolo da psicopatico con parecchi anni d'anticipo rispetto al suo personaggio più famoso. Nel thriller Magic, tratto da un romanzo di William Goldman, Hopkins veste i panni di Corky Withers, prestigiatore privo di carisma che riscuote un improvviso successo grazie a Forca, un pupazzo ghignante usato da Corky per esibirsi come ventriloquo. Ma il riavvicinamento a una sua vecchia fiamma, Peggy Ann Snow (Ann-Margret), e un delicato equilibrio mentale faranno sì che Forca prenda il sopravvento sulla timida personalità di Corky. Una prova d'attore sottilmente inquietante, quella in Magic, in cui Hopkins esplora i territori della schizofrenia e della follia in modo angosciosamente convincente.
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5. Viaggio in Inghilterra
La quinta e ultima collaborazione con Richard Attenborough arriva quindici anni dopo, nel 1993, con Viaggio in Inghilterra, in cui Anthony Hopkins si cala nella parte di C.S. Lewis, docente di letteratura presso l'Università di Oxford e autore della saga fantasy Le cronache di Narnia. In questo toccante film biografico, Hopkins lascia emergere la natura riservata e gentile dello scrittore e i suoi sentimenti, intensi ma tenuti a freno, per la poetessa americana Joy Davidman (Debra Winger), con la quale avrebbe stretto un profondo legame fino a diventare suo marito. Il duetto fra Hopkins e la Winger è encomiabile e l'attore, in una performance magistralmente sotto le righe, riesce a far emergere i silenziosi dubbi e la sommessa sofferenza del proprio personaggio.
4. I due Papi
Nella pellicola diretta nel 2019 da Fernando Meirelles e distribuita direttamente su Netflix, Anthony Hopkins restituisce con impressionante mimetismo il ruolo di Joseph Ratzinger, eletto Pontefice nel 2005 con il nome di Benedetto XVI e ritiratosi all'improvviso dal trono di San Pietro dopo quasi otto anni. Rigoroso e solenne, ma con delle crepe che si aprono man mano nella sua corazza di severità, il Benedetto impersonato da Hopkins ne I due Papi offre un perfetto contraltare all'altro co-protagonista del film, il volitivo cardinale Jorge Bergoglio di Jonathan Pryce, dando vita a uno strepitoso duetto fra i due mattatori gallesi.
3. Nixon
Dal Philip Baker Hall di Secret Honor al Frank Langella di Frost/Nixon, fino ad arrivare al John Cusack in The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca e all'Elvis & Nixon con Kevin Spacey, il controverso ex Presidente repubblicano Richard Nixon è stato una delle figure politiche più rappresentate nel cinema degli ultimi quatant'anni. Ma l'interpretazione più vivida dell'uomo travolto dallo scandalo del Watergate rimane quella fornita da Anthony Hopkins in Nixon, il monumentale film biografico realizzato nel 1995 da Oliver Stone. Autoritario, rabbioso e decisamente tormentato, il Richard Nixon dipinto da Hopkins, che per la pellicola di Stone ha ricevuto la sua terza nomination all'Oscar, è un antieroe dai contorni tragici che si imprime nella memoria.
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2. Quel che resta del giorno
Nel 1993, nello stesso anno di Viaggio in Inghilterra, Anthony Hopkins si è trovato ad affrontare un ruolo per molti aspetti analogo: quello di James Stevens, maggiordomo presso la residenza aristocratica di Darlington Hall, in Quel che resta del giorno, adattamento dello splendido romanzo omonimo di Kazuo Ishiguro. Alla sua seconda collaborazione con James Ivory dopo Casa Howard, Hopkins è tornato a recitare al fianco di Emma Thompson calandosi in un altro personaggio perennemente freddo e controllato, in preda al contrasto fra rigidi codici di comportamento e un universo di emozioni che faticano a venire allo scoperto. E nel film che costituisce il massimo capolavoro di Ivory, Sir Anthony offre una performance da antologia, ricompensata con il BAFTA Award e la nomination all'Oscar come miglior attore: un gioiello di finezza e di sfumature.
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1. Il silenzio degli innocenti
E non poteva che essere un altro capolavoro a occupare il primo posto della nostra classifica: il film a cui Anthony Hopkins ha legato per sempre il proprio nome e il proprio volto. Diretto nel 1991 da Jonathan Demme sulla base del libro di Thomas Harris, Il silenzio degli innocenti ha portato per la seconda volta sullo schermo lo psichiatra cannibale Hannibal Lecter (già presente in Manhunter di Michael Mann, dove era interpretato da Brian Cox), al quale si rivolge la giovane recluta dell'FBI Clarice Starling (Jodie Foster) per ottenere informazioni sul serial killer a cui sta dando la caccia.
Fin dalla sua prima apparizione nella penombra di una cella, passando per i taglienti dialoghi con Clarice, il dottor Lecter di Anthony Hopkins si guadagna un posto nell'immaginario collettivo: un 'mostro' dal carisma ineffabile, spaventoso e suadente al tempo stesso, con la sua eleganza mefistofelica sotto cui si cela una spaventosa ferocia. E Hopkins, vincitore dell'Oscar e del BAFTA Award come miglior attore, fornisce un ritratto indimenticabile del suo personaggio simbolo, che sarebbe tornato poi a incarnare in altre due occasioni (il sequel Hannibal del 2001 e il prequel Red Dragon del 2002).
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