Con la Fase 4 appena terminata e l'avvio della successiva Fase 5, affrontiamo la recensione di Ant-Man and the Wasp: Quantumania con l'idea e la voglia di capire se il nuovo film Marvel possa essere anche un nuovo inizio, la ripartenza di un universo narrativo che ancora funziona, ma che con i lavori post-Endgame non ha dimostrato la stessa coesione del passato. Alla regia troviamo ancora Peyton Reed, già alla guida dei due capitoli precedenti su Ant-Man, così come è confermato, e ampliato, il cast davanti la camera, da Paul Rudd ed Evangeline Lilly nei ruoli dei protagonisti del titolo, Michelle Pfeiffer e Michael Douglas, ma anche Jonathan Majors, di ritorno dopo la partecipazione a Loki come Kang, e Cassie Lang nei panni della figlia di Scott Lang/Ant-Man.
L'eroe di casa Marvel si aggiunge così ai colleghi che hanno raggiunto la quota di tre film in solitaria, candidandosi a diventare una delle colonne del presente e futuro dell'MCU, portandoci in un contesto narrativo che apre scenari importanti: il regno quantico.
Un segnale pericoloso dà il via alla trama
Giocare col Regno Quantico non è cosa da poco, ha i suoi pericoli e rischi, ma è quello che in qualche modo fa Cassie insieme ad Hank Pym, nel costruire e sperimentare un dispositivo in grado di mandare segnali in questa microscopia dimensione che abbiamo già intravisto in altri film precedenti dell'universo Marvel. E quando si inviano messaggi e impulsi di questo tipo non si sa mai chi può essere in ascolto, di chi si possa attirare l'attenzione. Così il gruppo si trova catapultato in quello stesso luogo in cui Janet Van Dyne è stata intrappolata per trent'anni, con un unico e pressante obbiettivo in mente: venirne fuori e tornare nella nostra realtà.
Ant-Man & the Wasp: Quantumania, cosa vedere prima di andare al cinema
Ant-Man, The Wasp e tutti gli altri
I personaggi protagonisti di questo cammino di salvezza sono uno dei punti di forza del film, affidati come sono a un cast di primissimo piano che però riesce a confermare solo in parte carisma e dinamiche già apprezzate in precedenza: Paul Rudd si conferma un ottimo Scott Lang, così come il valore aggiunto rappresentato da volti come Michael Douglas e Michelle Pfeiffer nei panni di Hank Pym e Janet Van Dyne. Se colpiscono meno di quanto fatto in precedenza è perché la natura e l'impostazione del nuovo film sono differenti e si allontanano dalle dinamiche da heist movie del primo capitolo, riducendo lo spazio per mettere in mostra capacità e talento dei singoli nel tratteggiare i propri personaggi. Ci si dedica insomma in misura maggior alla componente avventurosa e action, con conseguente riduzione delle opportunità di dar sfumature alle figure in gioco, sprecando almeno in parte un gran potenziale in termini di composizione del casting.
Un peccato perché anche le aggiunte si rivelano di tutto rispetto, a partire da Kathryn Newton nei panni della figlia di Scott, Cassie, che ci sembra avviata verso un cammino importante all'interno dell'economia dell'MCU, considerando le notizie che stanno emergendo in questi giorni. Una conferma è anche Jonathan Majors nei panni di Kang il conquistatore, già apprezzato nel contenitore seriale di Loki, ma qui al suo avvio sul fronte cinematografico, in un cammino che lo vedrà come principale antagonista della nuova saga dell'Universo Cinematografico Marvel, come Thanos lo era stato nelle prime tre fasi.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania, chi è Kang?
Il mondo infinitamente piccolo di Quantumania
Quello che si trovano ad affrontare Scott Lang e compagni è un viaggio ricchissimo dal punto di vista visivo, in un Regno Quantico che appare vivo e pulsante, elaborato nella costruzione e popolato da diverse realtà in conflitto. Un vero e proprio ecosistema a parte, che va ad aggiungere un ulteriore livello all'Universo Marvel in termini di un differente contesto narrativo in cui muoversi: dopo la realtà quotidiana da cui si è partiti, il livello cosmico in cui operano i Guardiani della Galassia e in cui hanno fatto incursione altri personaggi come Thor negli ultimi film, e tutto l'ambito magico che fa capo alle storie di Doctor Strange, si va ad approfondire un ulteriore piano d'esistenza e di narrazione. È vero che alcuni scorci e situazioni danno una sensazione di già visto, richiamando titoli anche recenti come Avatar e il suo seguito e Strange World di casa Disney Animation, ma è evidente l'attenzione con cui il Regno Quantico è pensato, immaginato e realizzato, con tutti i suoi diversi ambienti e personaggi, con alcune creature che meritano una menzione speciale e che saremmo felici di incontrare nuovamente in futuro.
Una Galassia piccina piccina
Il risultato è un look e un tono che strizza l'occhio a Star Wars e che fa guardare al Regno Quantico di Ant-Man and the Wasp: Quantumania come un piccolo angolo di Star Wars nell'universo Marvel per le potenzialità e dinamiche narrative che offre e che offrirà anche in futuro, considerando l'importanza di Kang nelle Fasi 5 e 6. Quel che ci è sembrato mancare è una storia che potesse sfruttarlo al meglio e non trattarlo come mero campo di battaglia per gli scontri che si verificano nel film, perché questa ricchezza visiva non è accompagnata da altrettanta profondità e ampiezza narrativa: pur intrattenendo il proprio pubblico, il nuovo film Marvel dà a tratti la sensazione di un episodio filler di una serie, aggiunge poco all'economia narrativa dell'Universo nel suo insieme e va piuttosto a completare quanto già introdotto in Loki nell'aprire nuove strade verso il futuro. E un po' lascia l'amaro in bocca perché in altri progetti simili per natura ed esigenze narrative si è fatto di più negli anni passati.
Conclusioni
Un film ricco dal punto di vista visivo, meno strutturato da quello narrativo. Di questo vi abbiamo parlato nella recensione di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il terzo film Marvel dedicato all’eroe interpretato da Paul Rudd. Interessante il lavoro fatto sul Regno Quantico e chi lo popola, in una sorta di Star Wars dell’infinitamente piccolo, ma questo primo passo della Fase 5 dell’MCU è solo l’avvio di qualcosa che sarà necessario approfondire in seguito.
Perché ci piace
- Paul Rudd e il resto del cast, che creano un gruppo affiatato che funziona e intrattiene.
- Jonathan Majors conferma le sensazioni positive già avute in Loki.
- Il Regno Quantico è ricco, vivace e denso di situazioni e spunti.
- Un prima passo nella Fase 5 che ci lascia con la voglia di andare avanti…
Cosa non va
- … forse perché avrebbe dovuto offrire di più sul piano narrativo?
- Ambienti e personaggi del Regno Quantico danno a tratti una sensazione di già visto.