È uscito Animali Fantastici - I segreti di Silente, il terzo di cinque film previsti sul mondo magico di J.K. Rowling ai tempi delle malefatte di Gellert Grindelwald. La parola "previsti" è obbligatoria, perché in realtà questa espansione del franchise di Harry Potter è stata segnata da diversi problemi interni ed esterni, inclusi gli incassi in calo tra il primo e il secondo film. Ragion per cui, molto probabilmente, la Warner Bros. si è assicurata che la storia possa finire qua, in caso il box office desse nuovamente ragione allo scetticismo del pubblico (il produttore David Heyman ha recentemente confermato che la sceneggiatura del quarto episodio non è ancora pronta, e stando a Variety lo studio valuterà come procedere in base all'esito commerciale del terzo capitolo). Di questo vogliamo parlare nella nostra analisi del finale, forse salutando per sempre le avventure cinematografiche di Newt Scamander. N.B. L'articolo contiene spoiler!
I segreti dietro le quinte
In più occasioni abbiamo sottolineato come la gestione di questi film fosse piena di problemi, in particolare quando è uscito Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald, dove si entra nel vivo della storyline su Silente e Grindelwald. Storyline che ha preso il sopravvento su quello che, in teoria, era l'appeal principale dello spin-off, ossia storie in giro per il mondo alla scoperta di creature magiche, senza legami troppo stretti con la mitologia potteriana a livello narrativo. Una transizione che si notava già nel titolo, con gli animali sovrastati in termini di font da Grindelwald. Un villain il cui ruolo nel film in questione portava a un andamento farraginoso, con elementi buttati lì in attesa di essere approfonditi (forse) in futuro e spiegoni faticosi che sullo schermo sono meno efficaci che in un romanzo, differenza che J.K. Rowling sembrava non aver capito. E se oggi lei è mal vista dal fandom per le sue opinioni a dir poco discutibili sulla comunità transgender, all'epoca c'era anche la questione di Johnny Depp, rimasto nel ruolo di Grindelwald nonostante le accuse di comportamenti violenti da parte dell'ex-moglie e, diciamolo, anche il suo scarso appeal commerciale da una decina d'anni (è dal 2012 che inanella flop su flop).
Animali fantastici: perché affidare a J.K. Rowling la sceneggiatura è stato un errore
Sono i due motivi per cui Animali Fantastici - I segreti di Silente ha apportato due modifiche sostanziali: Grindelwald è ora Mads Mikkelsen, e per la scrittura è stato riportato all'ovile Steve Kloves, sceneggiatore di sette degli otto film di Harry Potter. Con lui la struttura è diventata più scorrevole ed equilibrata, restituendoci un equilibrio tra la parte mitologica e quella più episodica, con gli animali di turno che hanno una presenza importante. Si è anche risolta la bizzarra sottotrama su Credence, a cui è stato concesso un lieto fine in attesa della sua probabile dipartita fuori campo (a prescindere dalle controversie su Ezra Miller, il personaggio è esplicitamente descritto come moribondo e difficilmente apparirà nei prossimi due film, qualora si facessero). E c'è il lieto fine anche per Jacob, che può sposare l'amata Queenie in presenza degli amici di sempre, mentre Albus Silente cammina per le strade innevate di New York, soddisfatto di aver scongiurato - per ora - la minaccia di Grindelwald.
Animali fantastici - I segreti di Silente, la recensione: Un passo avanti, per ritrovare la magia
Duello rimandato?
Nelle intenzioni dell'autrice, la saga di Newt e compagnia bella si dovrebbe concludere nell'anno 1945, quando c'è stato il duello finale tra Silente e Grindelwald, il più spettacolare nella storia della magia. Un traguardo che difficilmente si raggiungerà, se gli incassi del terzo capitolo saranno a livelli simili a quelli del secondo, ed è il motivo per cui la Warner e Kloves (presumibilmente Rowling non aveva esattamente voce in capitolo, dopo aver esercitato un controllo pressoché totale sui due episodi precedenti) hanno optato per la versione cinematografica della strategia seriale del finale di stagione che può anche funzionare come conclusione definitiva. Strategia che funziona su due livelli, innanzitutto quello pratico: c'è comunque una catarsi legata agli eventi raccontati, con Grindelwald sconfitto in modo plateale e costretto a fuggire per leccarsi le ferite, e anche se non dovessimo assistere al suo ritorno c'è la soddisfazione di averlo visto perdere. Allo stesso modo, non ci sono particolari elementi in sospeso a parte la relazione fra Newt e Tina, rimasta in standby in questa sede per la presenza ridottissima di lei e unico frammento ancora da approfondire negli eventuali sequel (sappiamo, dai materiali canonici, che vivranno insieme felici e contenti).
Ma c'è anche un altro motivo per cui, anche se non era nei piani, avere questo primo finale definitivo funziona, e riguarda la cronologia degli eventi: stando ai dialoghi, siamo ancora alla fine degli anni Venti (1928, per l'esattezza), e deve ancora passarne di tempo prima di arrivare a quel fatidico 1945 in cui i due ex-amanti si affronteranno di nuovo. Pertanto, è giusto che la Warner si prenda una pausa, per riflettere su come andare avanti e rendere plausibile il salto temporale necessario nella transizione fra il terzo film e i due che in teoria mancherebbero. Una pausa che permetterebbe anche al pubblico di dimenticare le frustrazioni legate a questa prima fase, apprezzare - si spera - il modo in cui il tutto si è in larga parte riassestato in questo terzo capitolo, e forse aprirsi maggiormente all'idea di un quarto e quinto episodio. Anche perché, con Daniel Radcliffe che si è detto contrario all'idea di apparire in un adattamento della pièce teatrale ambientata dopo gli eventi della saga principale, le opzioni per continuare a sfruttare il brand non sono infinite...