Alex Cross, Ryan Eggold: "Per il mio serial killer sono partito da Jeffrey Dahmer"

Il look, la mancanza di empatia, il bisogno di ritrovare una certa artigianalità. La nostra intervista ai co-protagonisti della serie. In streaming su Prime Video.

Ryan Eggold e Eloise Mumford

Torniamo dietro le quinte di Alex Cross, la serie che sta macinando record su record di visualizzazioni su Prime Video. Merito della riuscita di questa prima stagione, tratta dai romanzi di James Patterson, non è solo Aldis Hodge nei panni del protagonista, ma anche il suo opposto. Il miliardario Ed Ramsey che in realtà è Fanboy, il serial killer che innesca un vero e proprio gioco del gatto col topo, prima che la sua ultima vittima soccomba come le precedenti.

Alex Cross: intervista a Ryan Eggold ed Eloise Mumford

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Le due facce della medaglia nel serial

Fanboy - soprannome più adatto non poteva esserci - è interpretato da un camaleontico Ryan Eggold qui in una veste inedita, mentre la vittima Shannon ha il volto e il corpo di Eloise Mumford. Anche quello tra loro è un gioco del gatto col topo e tutto parte dall'aspetto fisico di entrambi, dato che lui vuole emulare quasi come santini i killer del passato attraverso un vero e proprio cambio dei connotati di chi gli capita a tiro. Abbiamo quindi chiesto ai due interpreti come hanno lavorato con i reparti di trucco, parrucco e costumi per dar vita alle loro controparti sullo schermo. Dice Eloise: "Sono stata molto fortunata coi reparti che hai citato che hanno lavorato con me per aiutarmi a creare Shannon. Specialmente per questo ruolo, è proprio vero, hair and make up sono stati fondamentali nel capire quale sarebbe stato il suo viaggio".

Continua poi: "Natalie Nelson e Verity Fiction sono state la mia parrucchiera e truccatrice e hanno lavorato con me per costruirla dal niente. Uno degli aspetti che preferisco di lavorare al cinema e in tv è che si tratta davvero di un gruppo di persone al massimo della loro abilità. Ognuno con la propria arte specifica, ognuno che trova la propria tela, è sempre eccitante per me da osservare. Capire quale sarebbe stata l'evoluzione drammatica del suo aspetto, dall'inizio alla fine. Lavorando all'indietro per comprendere come appare all'inizio sapendo come sarebbe diventata alla fine e cosa l'avrebbe portata a quel contrasto".

Scherza Eggold a quel punto: "Non hai detto che in fondo è Ramsey a creare quel look nel corso della stagione". Poi aggiunge: "È stato divertente tingermi i capelli di biondo. Non l'avevo mai fatto, forse da ragazzino a 13 anni, ma erano gli anni '90..." - ride, poi continua "Ramsey è un personaggio che attraversa grandi picchi di dolore per trasformare attentamente queste persone, queste vittime nell'immagine perfetta dei killer che idolatra come parte del suo piano. Quindi sono partito sapendo che Ed avrebbe creato manufatti con le sue stesse mani. Inoltre è uno psicopatico che vuole apparire come un perfetto Ken americano biondo anche se è molto lontano dall'esserlo. Cerca di sopperire a questo schiarendo i capelli".

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Parlare di salute mentale in una serie action

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Il Ken americano biondo della serie Prime Video

Come conferma anche Eggold, Alex Cross parla di salute mentale attraverso varie sfaccettature, compresi i personaggi di Ed e Shannon. "Per noi è stato divertente perché interpretavamo sequenze crude, difficili, oscure e credo che la malattia mentale sia importante prima di tutto nella realtà quindi lo era altrettanto avere fiducia e discussioni con Eloise per girarle in modo chiaro e cristallino. Creare un palco dove poter "giocare" con la violenza e cose spaventose senza oltrepassare mai certi confini e lasciando tutti a proprio agio sul set".

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Una scena con entrambi, Ed e Alex

Parlando proprio di Ed Ramsey dice: "Potrei riassumere la sua condizione mentale con 'non è per niente buona'. Ho fatto una ricerca molto semplice sui serial killer che conosciamo un po' tutti ed è difficile dire da dove provenga quel Male che crea una tale mancanza di empatia verso gli altri esseri umani. Sicuramente un trauma, una mancanza d'affetto e di connessione. Non ho trovato ispirazione da nomi come Ted Bundy ma piuttosto da altri come Jeffrey Dahmer. Credo non fosse stato abbracciato dal padre da piccolo per un periodo di tempo o qualcosa del genere. Un aspetto interessante. Soprattutto se le confronti con Alex Cross su cui è basata la serie che prova ad essere un buon padre mentre vive il lutto per la moglie e prova ad essere un uomo di famiglia e non solo un detective che cerca di catturare il killer. Penso che, come Eloise ha detto prima, lo show fa un buon lavoro nel sottolineare l'importanza dell'amore, della famiglia, della connessione e il mio personaggio funga da antitesi a questo".

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Eloise Mumford è Shannon, l'ultima vittima di Fanboy

Aggiunge Eloise: "Penso che Shannon invece si aggrappi alla propria salute mentale e mentre il percorso si fa sempre più duro e le circostanze si fanno peggiori, in lei prende il sopravvento l'istinto di sopravvivenza come per chiunque in quella folle situazione. Prova ad aggrapparsi all'idea di casa, di sicurezza, di umanità in Ramsey e alla fine cercare di fare del suo meglio". Chiude scherzando Eggold: "Continua a cercare..."