C'è un nuovo detective in città... ops, in streaming. Anzi, ce ne sono due. Stiamo parlando dei protagonisti di Alex Cross, la nuova serie originale Prime Video disponibile sulla piattaforma con tutti gli otto episodi. Al centro il poliziotto nato sulle pagine dei romanzi di James Patterson e portato in tv da Ben Watkins alla scrittura, con Aldis Hodge sullo schermo.
Cross deve bilanciare le difficoltà e i demoni interiori della vita privata, nella quale ha perso la moglie uccisa davanti ai suoi occhi, e di quella lavorativa, alla caccia di un pericoloso serial killer che sembra averlo preso di mira insieme alla sua famiglia. Non è solo però in quest'avventura: accanto a lui c'è il fidato amico di sempre, John Sampson soprannominato 'Two John', interpretato da Isaiah Mustafa. Li abbiamo incontrati su Zoom per presentarci la serie e i loro personaggi.
Video intervista ad Aldis Hodge e Isaiah Mustafa
In un certo senso la serie Prime Video è una buddy series con al centro il rapporto tra i due protagonisti. Sono migliori amici, sono cresciuti nello stesso quartiere, sono vicini alla comunità. Non sono solamente colleghi sul lavoro. John si prende cura di Alex dopo la perdita di sua moglie, per il bene della sua salute mentale. Ad un certo punto John 'ricatta' Alex per dargli i risultati del laboratorio di un caso solo se prenderà appuntamento con un terapista. Questo è molto importante per aumentare la consapevolezza nella comunità black e in quella della polizia.
Dice Aldis Hodge: "Al cento per cento. La bellezza dello show è che si evolve intorno al rapporto tra i personaggi di Sampson e Cross, che sono il cuore della storia. Questa fratellanza nella quale si vedono reciprocamente e si dicono 'Hey amico stai affondando ma non ti lascio affogare, ti tiro su' va davvero oltre l'essere colleghi. Sono realmente fratelli. Sono cresciuti insieme ed è così che si è formato il loro legame".
Poi continua riguardo la comunità black e la sua rappresentazione: "Si tratta di qualcosa insito in essa. Ciò che ha fatto il nostro showrunner Ben Watkins è stato mostrare la normalità di quello che affrontiamo ogni giorno e cerchiamo di parlarne. Affrontiamo la salute mentale, parliamo di come supportarci a vicenda, formiamo delle belle comunità anche sul set. Il nostro legame è così forte che nascono in modo naturale. Non è qualcosa che ci viene inculcato, ma che possediamo e che ora facciamo vedere, in modo che lo vedano anche altre persone e si rendano conto di come funziona la black community".
Cross come Sherlock nella serie Prime Video
Alex Cross è un detective ma anche uno psicologo forense quindi il serial non è tutto muscoli ma anche cervello. Un po' Sherlock Holmes.
Dice Hodge: "La sua intelligenza è il suo superpotere il che lo rende fantastico (ride). Ben non voleva fare una serie su un supereroe, ma su un eroe. Un uomo che prova a fare del suo meglio ma è fallace e fallimentare. L'intelligenza di Alex Cross è ciò che lo spinge a comprendere la mente di un killer, a prendere decisioni difficili necessarie per riuscire a prenderlo. Ma questo gli causa un po' di problemi perché quelli intorno a lui non sempre comprendono come opera la sua mente. Penso che l'unico a capirlo davvero sia Sampson. Io lo chiamo 'il Cross Whisperer'" (ridono).
Gli fa eco Isaiah: "È divertente che lui l'abbia detto perché stavo per dire che credo che il superpotere di Sampson è conoscere a fondo Cross. Essere capace di guardarlo prendere il controllo e primeggiare è qualcosa che Sampson riesce a fare senza gelosia perché è davvero suo fratello. È ciò che vuoi per i tuoi veri amici, vederli avere successo. Quando li vedi giù invece, li vuoi aiutare a rialzarsi. Sa che se ci sarà sempre per lui, arriva un momento in cui anche i terapisti hanno bisogno di terapia. Verrà il momento in cui gli servirà qualcuno con cui parlare. Quindi sa che se sarà lì per lui, potrà aiutarlo a fare il meglio il suo lavoro". Del resto, i dottori sono i peggiori pazienti.
Alex Cross, la recensione: è una questione di psicologia per il nuovo detective seriale
Psicologia criminale
Non dev'essere stato facile diventare Alex Cross: entrare nella mente dei criminali attraverso il ruolo. Racconta Aldis il proprio processo creativo: "Ciò che le persone sanno di me nella mia vita reale è che sono un nerd. Adoro il processo di ricerca. Adoro entrare in psiche diverse per capire le motivazioni delle persone. Quando abbiamo iniziato la serie io e Isaiah siamo andati a Washington DC. Uno dei nostri produttori è nativo di quelle parti quindi ci ha fatto da guida per risultare cittadini credibili. Ci ha fatto visitare la stazione di polizia parlare coi detective reali della zona e i profiler per capire come ragionano. Ciò che devono affrontare quotidianamente".
Continua: "Per me è stata più un'esplorazione mentale in un mondo pieno di sfumature. Questo è il bello di un lavoro come il nostro. Abbiamo un accesso diretto ed istantaneo a questo tipo di esperienze. La mia curiosità ha influenzato la performance. Ero eccitato all'idea di ciò che il pubblico potesse imparare su come questo killer in particolare pensa e agisce. Sono eccitato anche adesso a raccontarlo!" (ride)
Chiude Isaiah: "Mentre Aldis parlava, pensavo a una cosa che hai detto prima. Alla mente di Alex come quella di Sherlock Holmes. Il suo intuito. Questo mi ha portato a pensare a Watson. E non sto dicendo che Sampson sia come Watson ma ci sono sicuramente delle similitudini. La differenza è che Sampson mette molto più cuore e affetto all'interno del duo".
Per chiudere l'intervista, chiediamo loro quale sia una canzone che rappresenti al meglio lo show? All'unisono rispondono: "Trouble Man di Marvin Gaye". Ottima scelta!