Sarà per quei lineamenti del viso un po' irregolari, per l'altezza che sfiora il metro e novanta o per quello sguardo discreto, che sfoggia in maniera particolare nelle occasioni glamour, dove pare essere finito quasi per caso. Non si può certo dire che Adam Driver sia un attore che passa inosservato, né sul red carpet dei festival né soprattutto sul grande schermo. Nato in California ma cresciuto a Mishawaka, in Indiana, il percorso che l'ha portato prima al teatro e poi al cinema si è rivelato eterogeneo quasi quanto la sua filmografia, ricca di esperienze dissimili e di raro fascino. Per diversità di registi coi quali ha collaborato dal 2011 in poi e per la crescita esponenziale del suo ruolo all'interno dell'industria cinematografica globale, Adam Driver consolida ogni anno sempre di più lo status di attore versatile, tra i talenti più fulgidi della sua generazione.
Maturato in una famiglia credente e con un padre pastore battista, Adam Driver conosce presto l'amore per il teatro ma fra sé e il palcoscenico si frappone per qualche tempo il corpo dei Marines. Adam svolge servizio di volontariato nel periodo post-11 settembre, ed è soltanto per uno dei tanti sliding doors della vita, che in questo caso si presenta a forma di bicicletta, che non viene inviato con le truppe in Iraq. Lo sterno rotto durante l'incidente e il conseguente congedo lo spingono verso le arti drammatiche, grazie alla borsa di studio vinta per frequentare la Juilliard School.
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Il legame con le forze armate rimane ben saldo, tanto che decide di gestire un'associazione no-profit per organizzare spettacoli teatrali per i militari. La gavetta sul palcoscenico, dividendosi fra i teatri di Broadway e Off-Broadway lo portano all'attenzione del cinema e della tv. Pochi oggi ricordano che il primo vero successo di Adam Driver è sul piccolo schermo. Dal 2012 al 2017 interpreta Adam Sackler nello show tv Girls, un falegname ex-alcolista e fidanzato della protagonista dello show, Hannah Horvath (Lena Dunham) e dal futuro che finirà per essere piuttosto simile a quello dello stesso Driver. Ma è il cinema che in questi anni gli sta regalando grandi soddisfazioni.
Compare brevemente in J. Edgar di Clint Eastwood, un esordio fugace ma pur sempre firmato da una delle leggende della storia del cinema. Eastwood è solo il primo di una lunga serie di cineasti che decideranno, nel corso degli anni successivi, di plasmare personaggi ad uso e consumo di un interprete eclettico.Tra questi Spike Lee nel suo ultimo film BlacKkKlansman, dove Adam Driver interpreta un agente di polizia infiltrato nel comitato locale del Ku Klux Klan, e Terry Gilliam, che gli affida il ruolo del protagonista nel tormentato progetto ventennale di L'uomo che uccise Don Chisciotte. Con una carriera che pare solo aver mostrato una parte della molteplicità dei ruoli che potrà regalarci in futuro Adam Driver, in occasione del suo trentacinquesimo compleanno ripercorriamo le sue performance più significative.
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1. Frances Ha di Noah Baumbach, 2012
Nella splendida ballata in bianco e nero per le vie di New York, Frances (Greta Gerwig) rappresenta quella generazione ibrida, che fatica a trovare una propria collocazione all'interno di una società che l'ha illusa e poi rigettata. Ambizioni da ballerina soffocate dalla frenesia della vita, dallo scorrere del tempo, che inesorabile mangia ogni grammo di futuro. Il cinema malinconico di Noah Baumbach, che indaga le relazioni e le aspirazioni dell'essere umano è terreno fertile per il primo ruolo in cui Adam Driver inizia a farsi notare dagli addetti ai lavori. Nel ruolo di Lev, amico di Benji (Michael Zegen), il fidanzato di Frances, Adam Driver partecipa al raffinato circuito di passioni, difficoltà e riflessioni di Frances Ha.
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2. Giovani si diventa di Noah Baumbach, 2015)
Dopo aver partecipato al racconto agrodolce dei fratelli Coen, A proposito di Davis, Adam Driver con Giovani si diventa torna a lavorare insieme al regista Noah Baumbach, che gli riserva un ruolo di primo piano nel suo trattato cinematografico che contrappone due coppie all'antitesi per quanto concerne i gusti, le abitudini e soprattutto l'età. Josh (Ben Stiller) e Cornelia (Naomi Watts) sono una coppia ormai priva di stimoli e impantanata nella monotonia quotidiana. Adam Driver è Jamie, un giovane hipster fidanzato con Darby (Amanda Seyfried). Le due coppie stringono amicizia e la loro frequentazione li porta verso una direzione parallela ma con ritmi, abitudini, fascino e prospettive differenti. Nonostante il focus dello spettatore è centrato spesso su Ben Stiller e Naomi Watts, Adam Driver è protagonista di una performance brillante che si svela essere una naturale prosecuzione del lavoro iniziato con Noah Baumbach in Frances Ha.
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3. Star Wars: Il risveglio della forza di J.J. Abrams, 2015 e Star Wars: Gli ultimi Jedi di Rian Johnson, 2017
Seppur privilegiando progetti maggiormente lontani dal grande pubblico, Adam Driver entra nella saga di Star Wars come astro nascente del Primo Ordine. Kylo Ren è un villain discusso, amato e al contempo odiato dagli spettatori, spietato e devoto al Leader Supremo Snoke. La sua crescita è ancora in corso e i fan sono in attesa di scoprire cosa accadrà nel nono episodio. Il suo rapporto con Han Solo (Harrison Ford) e la sua connessione con Rey (Daisy Ridley) hanno monopolizzato i primi due episodi, Il risveglio della Forza, diretto da J.J. Abrams nel 2015 e Gli ultimi Jedi di Rian Johnson nel 2017. Il rancore verso Han Solo e Luke Skywalker (Mark Hamill), le sfuriate eccessive e una crudeltà che si mischia ad una subdola manipolazione, caratterizzano perfettamente un personaggio a cui Adam Driver riesce a donare, in maniera decisiva, la natura glaciale e impietosa.
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4. Silence di Martin Scorsese, 2016
Lo sguardo laico di Martin Scorsese sulla fede, come mistero incrollabile che percuote le debolezze dell'uomo. Silence è un'indagine sul credo religioso dal punto di vista intimo e morale, realizzato con mirabile lucidità da un cineasta che non risparmia mai nulla allo spettatore e lo avvolge con il suo racconto pieno di speranza. Religione, cultura, spiritualità e l'incapacità dell'essere umano di trovare un canale comunicativo che possa diventare vera e propria connessione. Silence vive anche delle splendide performance di Andrew Garfield e di Adam Driver, due padri gesuiti che viaggiano alla ricerca del loro mentore (Liam Neeson). Driver sfodera una performance eccelsa nel ruolo di padre Francisco Garupe, e l'alchimia con il collega di set contribuisce a rendere maggiormente lacerante la fatica fisica, spirituale ed emotiva dei due protagonisti.
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5. Paterson di Jim Jarmusch, 2016
Nella delicatezza e semplicità del film di Jim Jarmusch, cantore della marginalità e della straordinaria banalità dell'esistenza umana, Adam Driver è straordinario nel conferire le fragilità e al contempo gli aneliti di Paterson, un autista di autobus che si diletta nello scrivere poesie con le quali scandisce le proprie giornate, tutte inesorabilmente uguali l'une dalle altre. Nel contrasto con la moglie Laura (Golshifteh Farahani), Paterson trova la forza di amare la vita. Nella loro condivisione si trova l'essenza della felicità, in un abbraccio, in un verso scritto su un foglio bianco, nelle passeggiate con il dispettoso cane Marvin. Paterson è una dichiarazione d'amore per il cinema, l'arte, la vita ritmato con un'atmosfera zen, di cui Adam Driver è portavoce perfetto, con i suoi piccoli gesti e la molteplicità di emozioni che scaturiscono dalla sua recitazione sussurrata che colpisce al cuore.