Come previsto, l'arrivo di Brad Pitt ha paralizzato Venezia 2019. Poco importa che il suo Ad Astra, ambiziosa pellicola fantascientifica diretta da James Gray, sia stato accolto con freddezza e perfino qualche fischio. L'attenzione è tutta per lo splendido cinquantacinquenne che continua a essere il sogno di una buona fetta della popolazione femminile del Pianeta Terra. Per sfuggire all'etichetta e alle domande sul suo status di sex symbol, su cui preferisce glissare, stavolta Brad Pitt si è recato addirittura su Marte con la complicità dell'amico James Grey che gli ha affidato una missione pericolosa alla ricerca del padre, interpretato dal veterano Tommy Lee Jones. A presentare Ad Astra, in concorso a Venezia 2019, insieme a Brad Pitt e James Gray, ci sono anche Liv Tyler e Ruth Negga, presenti in due camei.
Ad Astra - Missione Classificata nasce dall'amicizia che lega Brad Pitt a James Gray. Alla Mostra del Cinema di Venezia 2019 l'attore e produttore confessa: "Da tempo io e James pensavamo di fare qualcosa insieme. Una volta ultimato Civiltà perduta, film che ho molto amato, mi ha portato questa sceneggiatura. Per me questo è l'apice della narrazione, il mio personaggio è un grande eroe cinematografico e ho trovato la storia intrigante sia come padre che come figlio". L'amicizia tra Brad Pitt e James Gray si alimenta di intime email mattutine in cui i due artisti si scambiano idee e riflessioni molto personali. L'orizzonte in cui si colloca Ad Astra, però, è quello del cinema anni '70, "popolato da eroi virili, grandi personaggi umani né buoni né cattivi. Una vera e propria sfida.".
James Gray, un regista con lo sguardo rivolto verso le stelle
Dopo essersi misurato con la giungla metropolitana e con quella amazzonica, James Gray ha deciso di alzare la testa dirigendo lo sguardo verso le stelle. Così facendo si è dovuto misurare con una serie di illustri modelli di riferimento. "Questa è la ragione per cui ho voluto fare il film" spiega il regista. "Volevo ambientare una storia intima in un luogo fuori dal comune. La grande storia inizia nel microcosmo personale. Così io volevo raccontare la più piccola storia nel più grande spazio". Parlando delle numerose citazioni e somiglianze, da 2001: Odissea nello spazio a Solaris, James Gray aggiunge: "Il bello del cinema è che è una combinazione di varie arti. La narrativa è debitrice della letteratura e a me piace rubare dai migliori. Sono ossessionato da Moby Dick, è da lì che ho sottratto le battute che pronuncia Tommy Lee Jones. Ci sono altri rimandi che non definirei cliché, ma archetipi. Per il mio film ho attinto al mito".
Al mito, o meglio al sogno, appartengono le apparizioni di Liv Tyler, che in Ad Astra veste i panni dell'ex moglie dell'astronauta interpretato da Brad Pitt. La Tyler, nota per la partecipazione alla trilogia di Peter Jackson, Il signore degli anelli, ammette di non aver riflettuto sui legami tra fantasy e fantascienza quando ha accettato il ruolo, ma di essersi concentrata sugli aspetti umani del suo marito fictional e dei riferimenti con lo spazio: "Il mio personaggio è come un sogno, un ricordo, una fantasia, ma ho affrontato il ruolo come se la storia fosse reale. Lui è così solo, così addolorato. Sul set non potevo fare a meno di pensare a questo". L'altra presenza femminile del film, Ruth Negga, aggiunge: "Credo che l'ambientazione spaziale ci abbia permesso di esplorare le relazioni intime tra i personaggi. Il mio incarna l'idea che anche lassù c'è spazio per i legami umani. Galvanizza Brad Pitt dandogli coraggio nell'affrontare la sua missione, cerca di aiutarlo ad andare oltre. Il film ha un sapore di tragedia greca, epica".
Lo spazio? Un sogno troppo... pericoloso!
Al di là di qualche fugace comparsa di un cast di livello, a reggere il peso di Ad Astra sulle proprie spalle è il solo Brad Pitt in un tripudio di primi e primissimi piani che ne valorizzano l'intensa recitazione. L'attore commenta lo sforzo recitativo spiegando che è parte del lavoro dell'attore "veicolare sentimenti attingendo al proprio intimo". James Grey aggiunge: "In un film come questo l'onestà è richiesta. Non devi temere di essere onesto, vulnerabile, aperto. A volte le persone odieranno tutto questo, ma possiamo solo cercare di essere il più onesti possibile. I primi piani servono a questo, a rivelare ciò che hai dentro. Questo è il potere del cinema fin dalle sue origini: essere onesti di fronte all'obiettivo".
Di fronte alla domanda se viaggiare nello spazio, anche solo per finzione, gli ha permesso di realizzare un sogno d'infanzia, Brad Pitt nega e ammette che "lo spazio è troppo pericoloso. E poi non ci puoi andare da solo, hai bisogno di supporti vitali, navi spaziali, stazioni galattiche. Io mi sento davvero libero solo in mezzo alla natura insieme ai miei amici". Visti i punti di contatto tra Ad Astra e Gravity, Brad Pitt ha chiesto consiglio all'amico George Clooney su come affrontare il ruolo di un astronauta? Lui ride e ammette: "Certo, io e George ci siamo scambiati un sacco di storie su quanto sia scomodo".