A Very British Scandal, la recensione: sbatti il matrimonio in prima pagina

La recensione di A Very British Scandal, sequel ideale di A Very English Scandal, su uno dei più noti e burrascosi divorzi nella storia britannica, con Claire Foy e Paul Bettany nei panni dei duchi di Argyll.

Non c'è interesse pubblico nella dolorosa dissoluzione di un matrimonio

A Very British Scandal
A Very British Scandal: i protagonisti in una foto della serie

Nonostante queste parole, è proprio sullo scandalo messo in pubblica piazza che si basa la nuova miniserie BBC dal 21 aprile su TIMVISION, una sorta di seconda stagione ideale di A Very English Scandal, diretta da Stephen Frears con Hugh Grant e anch'essa disponibile sulla piattaforma. Come spiegheremo in questa recensione di A Very British Scandal (sembra davvero un gioco di parole, lo sappiamo), la miniserie in tre episodi racconta uno dei più noti e burrascosi divorzi nella storia del Regno Unito, quello tra i duchi di Argyll, Margaret Campbell e Ian Campbell negli anni '60, interpretati da Claire Foy e Paul Bettany.

Miseria e nobiltà

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A Very British Scandal; una foto della serie

È sullo scarto sociale e sulla sfarzosità della nobiltà inglese che gioca la miniserie in tre atti che racconta, appunto, un nuovo scandalo che ha titolato le prime pagine dei giornali britannici. Saltando avanti e indietro nel tempo, vengono mostrati davanti ai nostri occhi il primo incontro fra i due protagonisti, la loro immediata attrazione - lei usciva da un divorzio, lui era "incastrato" in un matrimonio che lo rendeva infelice - e la loro altrettanto repentina discesa nella "guerra" reciproca, fin dal giorno in cui entrarono in casa come Duca e Duchessa e lei non volle farsi portare in braccio oltre la soglia. Claire Foy abbandona la corona britannica di The Crown pur rimanendo nell'aristocrazia inglese, e interpreta una donna cresciuta nell'agio, con un amore quasi malato per il padre, estremamente moderna per i tempi, che non ha paura di nascondere le proprie pulsioni naturali, almeno alle cosiddette "amiche" del circolo di cui fa parte. Paul Bettany, abbandonati i panni di Visione nel MCU, dipinge un altro tipo di family man, Ian Campbell, apparentemente affascinante ma in realtà preda agli scatti di rabbia, erede "per sbaglio" (poiché unico e ultimo in successione rimasto) e scialacquatore delle doti delle precedenti mogli. Un uomo che si definisce dalle sue stesse parole: "Non ho provato mai niente. Questa battaglia tra di noi mi ha fatto ribollire il sangue. Mi sono sentito vivo come mai in vita mia".

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Scandalo britannico

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A Very British Scandal: Paul Bettany e Claire Foy in una foto della serie

Il punto di vista di A Very British Scandal, scritto da Sarah Phelps e diretto da Anne Sewitsky (già dietro la macchina da presa in alcuni episodi di Black Mirror e Castle Rock), è quello di Margaret piuttosto che quello di Ian. Una regia che valorizza le ambientazioni per sottolinearne l'enormità e i costumi e le scenografie dell'epoca, continuando la "tradizione" di Downton Abbey e The Crown. Proprio come in Pam & Tommy, è la donna vittima di un sistema patriarcale ad essere al centro del racconto, pur se ambientata 30 anni prima, a ritrovarsi in un matrimonio su cui riponeva grandi speranze per rimanere scottata e delusa fin dal Day One. Il loro comportamento reciproco fu brutale e senza esclusione di colpi, ma fu lei a pagarne maggiormente le conseguenze. Similmente alla Anderson e Lee, anche i Campbell finirono sulla bocca di tutti per una foto che ritraeva la donna in atteggiamenti sessuali espliciti... con un altro uomo. La società perbenista inglese subito tacciò la donna come "Dirty Duchess", ma lei non volle stare zitta e subire, finendo per voler raccontare la propria versione della storia. Una gogna mediatica che dice moltissimo della nostra società tutt'oggi, e di quanto la percezione femminile e maschile su un determinato problema siano recepite diversamente (basti pensare all'affaire Will Smith agli Oscar). Margaret verrà anche allontanata dai suoi stessi cosiddetti "amici": emblematico in questo senso il dialogo con una di loro che le dirà: "S_tai infrangendo le regole. Le nostre vite private rimangono tali. È per questo che gli altri ci guardano dal basso verso l'alto, dal loro sudiciume, perché le loro esistenze sono uguali ma in realtà non lo sono rispetto alle nostre_". Margaret dovrà fare di tutto per far sentire la propria voce in mezzo al rumore delle persone che fanno prestissimo a giudicare, sempre, perché provare a capire richiederebbe fin troppo tempo e fatica.

Conclusioni

Che dire alla fine della nostra recensione di A Very British Scandal se non che le miniserie inglesi sono (quasi) sempre sinonimo di garanzia di qualità, di scrittura e regia raffinate, di interpreti scelti nell’eccellenza, di storie vere raccontate con quel piglio moderno per ricordarci quanto le cose siano tristemente poco cambiate nel corso dei secoli.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Claire Foy e Paul Bettany sono magnetici.
  • Il punto di vista soprattutto femminile del racconto.
  • La regia e la ricostruzione storica di scenografie e costumi.

Cosa non va

  • All’inizio ci mette un po’ a carburare e alcuni salti temporali forse potevano essere raccontati cronologicamente.