Ryan Murphy, dopo la conclusione di Glee e della comedy-horror Scream Queens, è ritornato a collaborare con il network Fox per raccontare le storie di chi deve intervenire in caso di emergenza nella città di Los Angeles.
Allontanandosi dalle tematiche e dell'approccio narrativo che hanno contraddistinto i recenti successi dei progetti antologici American Horror Story e American Crime Story, il filmmaker, in collaborazione con Brad Falchuk e Tim Minear, si addentra nella vita quotidiana di chi risponde al telefono, dei vigili del fuoco, dei paramedici e dei poliziotti unendo elementi in stile procedural al racconto più approfondito delle vite di ognuno dei personaggi principali.
Lo show, in arrivo in Italia a partire dal 13 febbraio su Fox Life, pur non distanziandosi troppo da altri titoli come Chicago Fire o il cult E.R. - Medici in prima linea, sfrutta la bravura di un cast di alto livello per conquistare l'attenzione del pubblico e mantenere vivo l'interesse nei confronti dei personaggi, ognuno caratterizzato da un passato e da un presente da scoprire progressivamente.
Leggi anche: Ryan Murphy, da Glee e l'horror ad American Crime Story: ecco chi è il Re Mida della TV
Una vita piena di problemi per gli eroici protagonisti
Abby Clark (Connie Britton) è un'operatrice del 911 che ogni giorno aiuta chi è in difficoltà rispondendo per prima alle richieste di soccorso, spesso confortando e sostenendo psicologicamente chi è in difficoltà. La donna, fuori dal suo ufficio, deve inoltre affrontare una situazione complicata perché la madre Patricia (Mariette Hartley), che vive con lei, soffre di Alzheimer.
Tra i team di vigili del fuoco in azione a Los Angeles c'è quello guidato dal capitano Bobby Nash (Peter Krause) che nasconde un drammatico segreto legato al suo passato, e composto dall'affascinante e sfrontato Evan "Buck" Buckley (Oliver Stark), e dai paramedici Henrietta "Hen" Wilson (Aisha Hinds) e Howie "Chimney" Han (Kenneth Choi). Athena Grant (Angela Bassett) lavora invece per la polizia e il suo matrimonio con Michael (Rockmond Dunbar) sta vivendo un periodo molto difficile.
Le emergenze affrontate nel primo episodio sono al limite dell'incredibile e quasi surreali: dal salvataggio di un neonato indesiderato gettato nel wc alla ragazza la cui passione per i serpenti rischia di farle perdere la vita, fino a un furto che mette a rischio una bambina a casa da sola.
Leggi anche: Scrubs: 10 motivi per cui NON è la miglior serie medical di sempre... ma quasi
Situazioni spettacolari e personaggi fin troppo complessi
La prima puntata di 9-1-1, pur basata su una sceneggiatura poco brillante che sfrutta la spettacolarità delle situazioni delineando in modo piuttosto superficiale i personaggi principali, può contare sull'esperta regia di Bradley Buecker che valorizza con efficacia il talento del cast. Connie Britton riesce a infondere al personaggio di Abby la giusta dose di sicurezza sul lavoro e vulnerabilità nella vita privata, mentre la performance di Peter Krause riesce a far comprendere che sotto la superficie un po' burbera e sicura del pompiere c'è una realtà ben diversa da quella presentata ogni giorno ai suoi colleghi. L'ex star di Six Feet Under e The Catch gestisce bene la complessità anche a livello espressivo ed emotivo, rendendo il capitano Nash una presenza particolarmente interessante, considerando inoltre come il suo ruolo di guida comporti una responsabilità che un passato da alcolista e le tragedie vissute trasformano quasi in una condanna da scontare quotidianamente. Dei tre "leader" la poliziotta affidata alla Bassett appare in queste prime battute la meno interessante, purtroppo a causa di una situazione coniugale trattata con quasi incredibile superficialità nei dialoghi in cui si affronta la tematica al centro della sua vita privata.
Leggi anche: L'assassinio di Gianni Versace: il genio e il serial killer nel nuovo American Crime Story
A penalizzare la situazione è lo script che sembra voler portare all'estremo ogni situazione e problema personale per suscitare empatia negli spettatori, ottenendo invece in più punti l'effetto opposto. Qualche difficoltà si riscontra inoltre nello sviluppo della rappresentazione del concetto di eroismo mostrando persone comuni enfatizzandone ogni difetto e mostrandole alle prese con eventi drammatici e fuori dall'ordinario: è proprio questa scelta di rappresentare una quotidianità piena di problemi che sembra non faccia sconti a nessuno ad allontanare la finzione dalla necessaria dose di realismo che renda i personaggi più significativi ed emotivamente efficaci. Allo show sembra poi servire qualcosa in più, rispetto alla figura stereotipata del vigile del fuoco che sfrutta la divisa per conquistare le donne, per equilibrare i lati più drammatici con quelli ironici e non apparire come un progetto che si prende troppo sul serio o diventare una lunga serie di casi poco credibili e un susseguirsi di tragedie grandi e piccole.
A livello tecnico 9-1-1 appare comunque ben curato, in particolare nelle sequenze d'azione, e l'ottima fotografia rende Los Angeles, anche nei momenti più cupi, una città vibrante e piena di insidie e chiaroscuri. I precedenti di Murphy e del suo team, tuttavia, potevano far presupporre la ricerca di un approccio maggiormente originale che rendesse lo spunto alla base del progetto, utilizzato nel corso degli anni innumerevoli volte, in qualche modo fresco e mettesse in secondo piano l'inevitabile confronto con i procedural già in onda su network concorrenti.
Leggi anche: American Crime Story: il processo contro O.J. Simpson diventa una riflessione sull'America
Conclusione
L'esordio di 9-1-1 appare come piacevole e al tempo stesso incolore, facendo emergere la presenza di un buon potenziale inizialmente non sviluppato a dovere. Il talento del cast mantiene a galla una trama sviluppata a grandi linee che ruota intorno a dei casi ideati, in modo fin troppo evidente, per aumentare la spettacolarità e l'impatto emotivo delle sequenze, riuscendo solo in parte a raggiungere l'obiettivo. I fan del lavoro compiuto da Murphy e dal suo team potrebbero rimanere delusi dall'esigua originalità infusa in un format ormai tradizionale e declinato nel corso degli anni in varie formule e location. Lo show risulta comunque piacevole e scorrevole, grazie a una regia dinamica e attenta che stabilisce un ritmo sullo schermo in grado di annoiare e mantenere alta l'attenzione degli spettatori.