Il momento è arrivato: dopo la presentazione internazionale al festival di Berlino, dove la stampa estera ha accolto la serie con toni entusiasti, parlando di "un gran bel colpo per l'industria televisiva italiana" come scritto da Variety, 1992 è pronta a fare il salto finale, ovvero affrontare il giudizio del pubblico italiano. Da martedì 24 marzo, in prima serata su Sky Atlantic alle 21:10, 1992 va in onda con un doppio appuntamento, in contemporanea con Inghilterra, Austria, Germania e Irlanda, grazie a BetaFilm, e la sua ascesa non è ancora finita visto che sono in corso le trattative per vendere la serie anche in America, Canada e a HBO Nordic, che distribuirà la serie in Scandinavia.
La serie, prodotta da Sky Atlantic e Wildside, in collaborazione con La7, racconta in dieci episodi (che, secondo le intenzioni degli autori, potrebbero diventare trenta con la realizzazione di una seconda e terza stagione dedicate al 1993 e al 1994) un anno cruciale della storia italiana, l'anno in cui emersero gli scandali di Mani Pulite e Tangentopoli, in cui per la prima volta i politici si sono trovati sul banco degli imputati, in un terremoto giudiziario che ha mischiato le carte della società italiana, portando a galla sia un senso di cambiamento e speranza nel futuro, sia la nascita di "uomini nuovi", che in quel periodo storico hanno avuto la possibilità di cambiare le loro vite influenzando anche il destino del paese.
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Per raccontare al meglio quell'anno, che ha segnato poi i venti successivi, gli autori hanno deciso di evitare facili polemiche lasciando sullo sfondo le figure reali, affidando a dei personaggi di finizione il compito di raccontare lo spirito dell'epoca, incarnando aspetti di diverse figure più o meno riconoscibili, che simboleggiano i vizi e le virtù di un'intera generazione.
Vista la scelta interessante della serie, lasciamo che siano i protagonisti stessi, che abbiamo incontrato all'anteprima stampa svoltasi a Roma, a raccontare i loro personaggi e la serie.
Parlano gli autori: Stefano Sardo, Ludovica Rampoldi e Alessandro Fabbri
Una volta scelto di rendere protagonisti dei personaggi di finzione, gli autori di 1992 si sono dedicati anima e corpo a loro, cercando di non tradirli mai: "Ci siamo sforzati di essere dei narratori" ha raccontato Stefano Sardo: "Abbiamo cercato di mettere da parte le nostre idee politiche e sposare il punto di vista dei personaggi: in I Soprano il punto di vista principale è quello di un mafioso, in Dexter di un serial killer, nelle serie che piacciono a noi è il personaggio che detta la storia. Una volta che hai scelto di amare visceralmente quel personaggio è lui che ti guida". Uno stratagemma dettato non solo dal fatto di voler evitare ripercussioni legali, ma legato soprattutto al desiderio di realizzare un tipo di racconto diverso, come detto sempre da Sardo: "La fiction italiana ci ha abituato a biografie, invece così possiamo raccontare la storia italiana con un linguaggio diverso. È difficile, abbiamo dovuto tenere presente i problemi legali e soprattutto non tradire la storia trasformandola: l'unica soluzione è dedicare attenzione totale ai personaggi, cui abbiamo dato tutti noi stessi". Un altro livello di lettura della serie punta all'effetto nostalgia, raccontando il periodo storico attraverso la musica e i programmi televisivi dell'epoca: "In 1992 ci sono due sguardi: quello di chi quell'anno era maggiorenne e consapevole del terremoto politico in atto, e quello di chi allora era un adolescente che guardava Beverly Hills, 90210 e Non è la Rai".
L'occhio che tutto vede: il regista Giusppe Gagliardi
Regista di 1992 è Giuseppe Gagliardi, già autore di Tatanka, che ha scelto di stare incollato ai suoi protagonisti concentrandosi spesso su alcuni dettagli, come gli occhi o la nuca, sia per una scelta stilistica che per necessità: "Di solito un regista mette il suo ego al servizio di un progetto, invece qui ho potuto metterlo da parte e lavorare in gruppo, raccogliendo la difficile sfida di raccontare un immaginario mai portato sullo schermo. È stato bellissimo poter avere la libertà di mostrare anche cose estreme. Altre cose invece sono dovute sparire: abbiamo usato diversi visual effects per eliminare certi elementi che non c'erano nella Milano del 1992: il vero dramma è stato eliminare le Smart, ce ne sono milioni! A volte per coprire certi palazzi inquadravo in primo piano il naso di Accorsi".
Stefano Accorsi: Leonardo Notte
Ideatore della serie e suo protagonista, Stefano Accorsi interpreta Leonardo Notte, pubblicitario dal passato oscuro che diventa ben presto un'eminenza grigia della dirigenza italiana. Del suo personaggio Accorsi ha detto: "Sono pazzo di Leonardo Notte: è un personaggio che amo tantissimo e che, se tutto va bene, dovrei continuare ad amare per almeno altri due anni. Ha una sua identità precisa e unica perché la sua storia si intreccia con i destini del paese. La grande ambiguità dei personaggi, che non sono mai idealizzati ma al massimo "cinematografizzati", è proprio la bellezza e la forza della serie". Mentre su 1992 Accorsi dice: "Di quegli eventi ci sono tante interpretazioni politiche, ci sono stati anche dei cambiamenti d'opinione, quindi noi abbiamo cercato di guardare a quei fatti con gli occhi più liberi possibile da sovrastrutture. Tangentopoli è stata la prima grande inchiesta sul mondo politico e per allora era un fatto enorme: oggi forse ci fa meno effetto".
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Miriam Leone: Veronica Castello
Miriam Leone interpreta Veronica Castello, un'aspirante soubrette che si lega a un potente industriale di Milano per ottenere la conduzione di Domenica In. Del suo personaggio l'attrice ha detto: "Veronica è una puttana triste, proprio come quelle raccontate da De Andrè. La sua bellezza sta nel fatto che è vista con occhio umano, anche se ai bassifondi preferisce i potenti".
Domenico Diele: Luca Pastore
Domenico Diele è Luca Pastore, giovane agente di polizia giudiziaria che entra nel pool di Mani Pulite diretto da Antonio Di Pietro (Antonio Gerardi). Pastore si aggiunge alla squadra di Di Pietro anche per motivi personali: uno degli imprenditori coinvolti nel giro di mazzette è Michele Mainaghi (Tommaso Ragno), potente industriale coinvolto in un losco affare sanitario che ha portato alla diffusione di diverse sacche di sangue infetto, fatto per cui il poliziotto vuole vendicarsi. Del suo personaggio Diele ha detto: "Il mio personaggio è il punto fermo della serie, lui stesso dice di far parte dei buoni. Forse è quello che evolve meno perché è molto concentrato sul suo obiettivo".
Tea Falco: Bibi Mainaghi
Beatrice Mainaghi, detta Bibi, è la figlia di Michele Mainaghi: da ricchissima figlia di papà non pensa ad altro che a bere, divertirsi con gli amici e fare festa. Lo scandalo di Mani Pulite e l'arresto di suo padre la portano però a un'improvvisa presa di coscienza. Il tutto è inoltre complicato dalla sua relazione con Luca Pastore, che le si avvicina per scoprire qualcosa di più sul padre. Del suo personaggio Tea Falco ha detto: "Bibi all'inizio è una punkabbestia, poi diventa Sally Spectra! Il cambiamento totale del personaggio mi ha divertito molto". Tea è anche fotografa e ha amato molto la fotografia di 1992: "La fotografia della serie è pazzesca. 1992 è una serie internazionale e spero che in Italia si producano sempre di più prodotti di questo livello".
Guido Caprino: Pietro Bosco
Guido Caprino interpreta Pietro Bosco, ex militare che per dare un senso alla sua vita si iscrive al nascente partito della Lega Nord e inaspettatamente si ritrova in parlamento, senza però avere gli strumenti per affrontare il mondo politico. Del suo personaggio l'attore ha detto: "Per costruire Guido mi sono ispirato a un bisonte: è un personaggio che nasce dal popolo ed è ingombrante perché non accetta compromessi. La sua entrata in politica lo porta a diventare da personaggio epico a personaggio moderno".
Alessandro Roja: Rocco Venturi
Alessandro Roja, alla sua seconda produzione Sky dopo aver interpretato il Dandi in Romanzo criminale - La serie, ha ammesso di sentirsi molto fortunato per essere stato scelto come protagonista anche di 1992, confessando di essersi divertito tantissimo sul set. In 1992 l'attore interpreta Rocco Venturi, un poliziotto del team di Di Pietro che però si fa facilmente affascinare e corrompere dal denaro e presto entra in contatto con Leonardo Notte; di lui Roja ha detto: "È difficile giudicare il mio personaggio: è una figura che deve decidere chi essere e da che parte stare in quel momento storico. Vive tra luci e ombre e per capirlo bene bisogna seguire il suo percorso proprio come per i veri esseri umani".