Se vi diciamo Let It Go cosa vi viene subito in mente? Dieci anni fa arrivava al cinema in Italia il film di Natale Disney del 2013, che sarebbe diventato un fenomeno mondiale contro ogni più rosea aspettativa da parte della Casa di Topolino, infrangendo record su record a partire dal box office. Stiamo ovviamente parlando di Frozen - Il Regno di Ghiaccio, 53° Classico Disney, che vedeva un poker d'assi come cast vocale - ovvero Idina Menzel, Kristen Bell, Josh Gad, Jonathan Groff, affiancanti da Santino Fontana, Ciaràn Hinds e Alan Tudyk. Il film d'animazione con il maggiore incasso nella storia del cinema, battendo il precedente record di Toy Story 3 (2010) e venendo surclassato qualche anno dopo proprio dal suo sequel, Frozen II - Il segreto di Arendelle (2019). Si tratta di una pellicola che non solo mise d'accordo pubblico e critica ma iniziò un processo di ristrutturazione e celebrazione che arriva idealmente a compimento a Natale 2023 con Wish, dal 21 dicembre al cinema. Scopriamo insieme perché in questo nostro approfondimento.
Nuovo Rinascimento Disney
Frozen uscì dopo La principessa e il ranocchio, Rapunzel, il ritorno di Winnie the Pooh e prima di Big Hero 6, Zootropolis e Oceania. Questi i numerosi titoli che fanno parte di quel periodo storico, chiamato non a caso Nuovo Rinascimento Disney (o Epoca Revival) poiché si distinsero non solo per il nuovo direttore creativo John Lasseter, a capo anche della Pixar in quegli anni, ma soprattutto per un ritorno all'amore da parte dell'opinione pubblica per la Casa di Walt come accadde negli anni '80-'90. Si tornava infatti agli stilemi dei classici: canzoni originali e momenti musical, ispirazioni fiabesche e letterarie, storie d'amore impossibili, un pizzico d'avventura, con una nuova apertura ad altre leggende e continenti e un ultimo attaccamento all'animazione tradizionale. Infatti il lungometraggio è liberamente ispirato alla fiaba La regina delle nevi di Christian Andersen e la trama vede la principessa Anna, secondogenita della famiglia reale di Arendelle, alla ricerca della sorella maggiore Elsa che, con i suoi poteri di ghiaccio troppo a lungo repressi e taciuti, ha inavvertitamente intrappolato il regno in un gelido inverno.
Al centro gli autori Jennifer Lee e Scott Buck decidono di mettere il rapporto tra due sorelle, Elsa e Anna, che diventano due Principesse/Eroine Disney al prezzo di una anche per il merchandising, e non una storia d'amore, che sarà comunque presente (Anna e Kristoff) ma in misura minore e soprattutto legata alla riscrittura in atto di cui parlavamo. L'ambientazione innevata inedita e suggestiva, apre ai Paesi Nordici finora inesplorati e permette di raggiungere nuove vette anche a livello tecnico e d'animazione. Non c'è esattamente un cattivo di turno, ma è diviso in parte tra la stessa Elsa e un altro personaggio che si rivelerà tale e su cui torniamo tra un attimo. La relazione tra le due sorelle è realistica e affascinante, altalenante e piena di sfaccettature, nonché il motore narrativo della storia fino alla fine, dato che si rivelerà la soluzione al "problema" e la forza più potente al mondo, più del bacio del primo amore che tanto aveva caratterizzato gli albori Disney.
Il potere di una canzone
Non è solo a livello di trama che Frozen ribalta le carte in tavola e prepara il terreno per Wish. Il film ha vinto - tra i numerosi riconoscimenti ottenuti - due premi Oscar, ovvero Miglior Film d'animazione e Migliori Canzone Originale per "Let It Go/All'alba sorgerò", che divenne una hit musicale senza eguali come non se ne sentivano da tempo legate al mondo di Walt. Il brano però contiene molto più di quanto sembri in superficie, ovvero un motivetto orecchiabile che ha già dato vita a svariate cover a testimonianza del successo mondiale: la rivendicazione della propria identità femminile - si è anche parlato a lungo di una svolta LGBT per Elsa - e della propria libertà, che non deve essere necessariamente dipendente dal principe di turno. C'è anche qualcosa del mostruoso femminile nel personaggio complesso ed eclettico di Elsa, dato che è appunto sia la Principessa che il Villain, qualcuno da temere semplicemente per la propria diversità nel Dono/Maledizione che possiede e allo stesso tempo da ammirare. C'è un grande percorso di autoconsapevolezza in atto che ci dice che bisogna accettare se stessi prima di farsi accettare dagli altri: una grande lezione di vita per tutti i bambini e soprattutto le bambine in ascolto.
Non si tratta dell'unica canzone simbolo di Frozen - Il Regno di Ghiaccio, nonostante sia passata più inosservata. "Love Is an Open Door" è cantata da Kristen Bell e Santino Fontana, alias Anna e Hans, che viene presentato all'inizio della storia come uno dei pretendenti e il Principe delle Fiabe a cui la Disney ci ha abituato. La canzone, però, prende sostanzialmente in giro l'amore a prima vista della storia Disney, spesso ingiustificato e avvenuto letteralmente dopo un solo incontro, magari nella Foresta Incantata. Alla fine si scoprirà che il Principe è in realtà il vero villain del racconto, che vuole accaparrarsi il trono di Arendelle a qualunque costo. Un altro ribaltamento di ruoli e topoi narrativi dati oramai per scontati nella tradizione fiabesca Disney, che venne apprezzato dal pubblico al contrario di quanto sta avvenendo ora. Accanto a loro Elsa, Anna e Kristoff hanno due dei sidekick per antonomasia: il pupazzo di neve che adora i caldi abbracci Olaf - talmente amato da diventare protagonista di corti e racconti dedicati, complice il doppiaggio di Josh Gad - e la renna Sven. Tutti elementi per i quali il naturale proseguimento (e forse compimento) di questo Nuovo Rinascimento sembra essere Wish, al cinema dal 21 dicembre come film Disney di Natale 2023.
Verso una stella
Wish è diretto da Chris Buck e Fawn Veerasunthorn (la penna dietro Raya e l'Ultimo Drago, altra storia di emancipazione femminile e che ribaltava i canoni e le regole della Casa di Topolino. Proprio uno dei due registi di Frozen; l'altra, Jennifer Lee, prima donna a dirigere un Classico, attualmente direttrice creativa dei Walt Disney Animation Studios, ha curato la sceneggiatura di questo nuovo progetto. C'è inoltre un doppio legame tra le due pellicole, non solo dietro la macchina da presa ma anche in sala di registrazione: Alan Tudyk nel vecchio film doppiava l'anziano Duca di Weselton mentre in Wish presta la voce alla capra Valentino, il sidekick della protagonista.
Il film (qui la recensione) si prefigge di raccontare l'origin story della proverbiale Stella dei Desideri, celebrando il centenario degli Studios, oramai simbolo e sigla della casa di produzione a partire da Pinocchio. Un film in cui torna una Principessa/Eroina, Asha, che non ha bisogno di un Principe, in cui al centro c'è nuovamente un legame familiare e non sentimentale e in cui, pur essendo maggiormente canonico rispetto a Frozen, si celebra la storia Disney avendone grande consapevolezza, con omaggi, citazioni ed easter egg. 100 di questi Classici, Cara Disney, e soprattutto riguardate Frozen: scoprirete un film molto più profondo e stratificato sotto la coltre del fenomeno di costume a livello internazionale. Gelare per credere.