Il produttore di Your Name, Noritaka Kawaguchi, punta il dito contro Funimation per la mancata candidatura agli Oscar 2017. Secondo lui, affidare il film a Sony avrebbe potuto cambiare le cose. Ma qualcosa si muove: il sistema di voto dell'Academy si è ampliato, e l'industria giapponese oggi ha più spazio. Il vento, forse, sta finalmente cambiando.
Your Name e l'Oscar mancato: il produttore accusa Funimation
Nel 2017, Your Name. di Makoto Shinkai sembrava destinato a conquistare anche l'Academy, forte di un successo planetario da oltre 400 milioni di dollari al botteghino e una fanbase in piena adorazione. E invece, niente nomination come Miglior film d'animazione. Un'assenza che ancora oggi brucia a molti. A spiegare perché, ci ha pensato recentemente Noritaka Kawaguchi, produttore esecutivo del film, durante un incontro pubblico dal titolo "How Far Can Anime Go? CWF's Global Adventure". Secondo Kawaguchi, il vero problema fu la scelta del distributore nordamericano: "Non siamo stati nominati perché il distributore era Funimation. Se avessimo affidato i diritti a Sony Pictures, forse saremmo stati nominati". Parole che gettano nuova luce su una questione mai risolta, sollevando dubbi sull'efficacia e il peso politico di certe strategie distributive.

All'epoca, Funimation era un colosso nella diffusione dell'anime negli Stati Uniti, noto per i suoi doppiaggi ufficiali e per la gestione di titoli di punta come Dragon Ball, One Piece e Attack on Titan. Ma secondo Kawaguchi, qualcosa nella macchina promozionale non ha funzionato - forse anche a causa di "questioni politiche" mai del tutto chiarite. Alla fine, la statuetta andò a Zootropolis di Disney, lasciando il capolavoro giapponese fuori dalla lista. Eppure, con il senno di poi, Your Name avrebbe potuto avere tutte le carte in regola per conquistare l'Academy.
Se da una parte il rimpianto resta, dall'altra qualcosa sta cambiando. Mie Onishi, consulente del dipartimento esteri di CoMix Wave Films, ha spiegato che negli ultimi anni il sistema di voto dell'Academy ha subito una trasformazione radicale. "Il numero di votanti è aumentato di dieci volte negli ultimi cinque anni", ha affermato. "All'inizio erano meno di 1.000 persone, una sorta di 'villaggio' di Hollywood. Ora siamo intorno ai 10.000". Un'apertura che ha permesso di far emergere voci nuove, anche fuori dagli Stati Uniti.

I risultati si vedono: nel 2023 Pinocchio di Guillermo del Toro ha rotto l'egemonia Disney/Pixar, e nel 2024 Il ragazzo e l'airone di Hayao Miyazaki ha trionfato sugli Oscar contro Elemental. "Se guardi agli ultimi dieci anni, hanno sempre vinto Disney e Pixar, ma intorno al 2023 ho pensato: 'Ehi, le cose stanno davvero cambiando'", ha dichiarato Onishi. Con un'Academy più aperta e attenta alla qualità globale, i futuri lavori di Makoto Shinkai - oggi tra i registi giapponesi più influenti al mondo - potrebbero finalmente ricevere il riconoscimento che meritano. E magari, il prossimo Oscar parlerà ancora giapponese.