Ultras di Francesco Lettieri è "Una Gomorra del calcio" secondo la madre di Ciro Esposto. Antonella Leardi accusa il regista del film Netflix di aver infangato la memoria del figlio e distorto la realtà dei fatti, come riportato dal portale Tuttonapoli.net
Ultras, il film di Francesco Lettieri disponibile dal 20 marzo su Netflix, è stato attaccato da Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ucciso da un tifoso della Roma nel 2014. La Leardi, che è anche presidente dell'Associazione "Ciro Vive", è stata molto dura con il regista Lettieri "Come dicevo al mio avvocato Pisani, dopo il danno la beffa! Un film doloroso, e surreale, una Gomorra del calcio. In questo film, sembra che tutto ciò che ho fatto in questi anni sia stato spazzato via, e il nome di mio figlio, ancora una volta verrà infangato".
La critica della signora Antonella al film continua "Nel vedere il trailer del film Ultras con la regia di Francesco Lettieri, sono stata colta da sgomento e profonda tristezza - la madre di Ciro afferma - Non posso che condividere le parole espresse dall'avvocato degli Ultras Emilio Coppola: 'questo film è una pugnalata al cuore ed una offesa nei confronti non solo della mia famiglia ma anche e soprattutto della memoria di Ciro, mio figlio'".
Subito dopo la tragica morte di Ciro Antonella Leardi fondò l'associazione "Ciro Vive" per onorare e ricordare il figlio ma soprattutto per evitare che episodi simili si ripetessero "Vogliamo ricordare a tutti che noi ci siamo sempre spesi per la pace e la diffusione di un messaggio di speranza e non violenza. Altresì, credo e difendo la libertà d'espressione e le licenze poetiche di ogni artista, ma in questo film si è superato il limite".
I riferimenti il film fa alla storia di Ciro - qui potete leggere la nostra recensione di Ultras - sono stati criticati da molte persone che hanno vissuto quei tragici giorni in prima persona "I riferimenti alla storia di mio figlio sono così espliciti, che non posso tacere. La narrazione, anche solo del trailer, è davvero offensiva per mio figlio. Ciro non è mai appartenuto a quel mondo che viene descritto nel film. Ma soprattutto non ci identifichiamo nei sentimenti e nei messaggi che vengono in questo film promossi".
La famiglia Leardi si è sempre battuta perché quel gesto proditorio non portasse ad una spirale di violenza incontrollata ed il concetto viene ribadito con forza dalla madre di Ciro "Mio figlio è morto per un deliberato atto di violenza. E dal momento della sua morte, tutta la mia famiglia, si è prodigata per diffondere un messaggio di non violenza che abbiamo condiviso nelle TV, negli eventi, negli stadi e nelle scuole. Questo voglio sia chiaro e, nel film, non emerge nessuno di questi messaggi".
Antonella Leardi contesta anche la visione del mondo Ultras che il film di Lettieri enfatizza "Posso dare anche una mia testimonianza: nei giorni successivi al ferimento di mio figlio, gli ultras avrebbero potuto scatenare una spirale di odio che invece non si è mai verificata. Ho avuto con loro dei contatti diretti in quel tempo e mi hanno sempre rispettata, seguendo le mie indicazioni".
Mamma Leardi ricorda gli ultimi giorni del figlio "Ciro era un ragazzo che ha vissuto una sua esperienza di fede, soprattutto nei giorni d'agonia prima della sua morte. Ha pregato per la sua anima, e si è avvicinato a Dio. Questa per me è stata la più grande conquista".
La critica della presidentessa dell'associazione "Ciro Vive" al film continua definendolo irreale "Al funerale di mio figlio abbiamo dato una testimonianza di fede. Altro che violenza e vendetta... Ora tutto quello che viene descritto e rappresentato nel film, non corrisponde alla realtà di ciò che siamo e di ciò che abbiamo vissuto insieme agli ultras". Questo film rappresenta una nuova delusione per Antonella, che spesso per il suo impegno è stata attaccata dal mondo degli Ultrà della squadra capitolina "Sono delusa e amareggiata, ed anche stanca, ma non smetterò mai di trovare la forza per difendere la memoria di Ciro ed onorare la missione che sento di portare per diffondere un messaggio di amore e speranza".