Stando alle dichirazioni di Reggie Miller in The Last Dance, Michael Jordan era "come un vampiro" durante le riprese di Space Jam, a causa di una routine talmente folle da far dubitare del suo effettivo bisogno di sonno. La docuserie di Netflix ci ha certamente fatto dubitare più volte dell'appartenenza di Jordan al genere umano, ma il racconto dei suoi giorni sul set potrebbe battere il record.
Era il 1996 e Michael Jordan aveva appena concluso una stagione molto particolare con i Chicago Bulls. Il giocatore e icona pop più influente del pianeta era infatti rientrato a stagione quasi conclusa dopo esserci ufficialmente ritirato un anno e mezzo prima. Nel frattempo, Jordan si era dato al baseball, ma il richiamo del parquet era arrivato a destinazione convincendo la star della NBA a confermare il ritorno.
Come prevedibile, Jordan non rientra al massimo della sua forma e la squadra non raggiunge i risultati sperati. Fortunatamente, hanno tutta l'estate per rimettersi in carraggiata e Michael, per non farsi mancare niente, firma anche con la Warner Bros per partecipare al film Space Jam. Durante le riprese, Jordan si fa costruire un campo di gioco con palestra dove possa allenarsi tra un ciak e l'altro.
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Reggie Miller ci spiega in The Last Dance le incredibili giornate infinite di Michal Jordan durante la realizzazione di Space Jam, che andava avanti dalle 7 di mattina alla 7 di sera, con già due ore di allenamento come pausa: "Non so come ha fatto. Non so come avesse l'energia per filmare tutto il giorno e poi giocare altre tre ore. Voglio dire, giocavamo fino alle 9 o 10 di sera, e aveva ancora da fare i pesi, e la mattina iniziava alle 6 o le 7. Non so proprio. Era come un vampiro, sul serio."