Sylvester Stallone era pronto al pensionamento: il divo aveva deciso che Rocky Balboa, uscito nel 2006, avrebbe dovuto essere il suo ultimo film, ma poi - per la gioia dei fan - qualcosa lo ha fatto cambiare idea.
Il franchise di Rocky è sempre stato il fiore all'occhiello della carriera di Stallone, il personaggio del pugile dimesso di Philadelphia da lui creato gli ha donato fama eterna lanciandolo nell'olimpo delle star. Però nei primi anni '2000 una serie di flop al botteghino tra cui il remake di La vendetta di Carter hanno fatto prendere seriamente in considerazione a Stallone l'idea del pensionamento. il divo ha pensato così di chiudere alla grande con un progetto del cuore che voleva realizzare da anni, un quinto e ultimo film su Rocky. Il film avrebbe dato una degna fine alla storia del pugile e anche alla sua carriera, ma le cose sono andate diversamente.
Rocky Balboa e Sylvester Stallone, due facce della stessa medaglia
La storia di Rocky Balboa ha un legame molto stretto con il vissuto di Sylvester Stallone, che all'epoca si sentì dimenticato dagli studi e dal pubblico in generale. Stallone ha definito Rocky Balboa il suo film preferito, ma se non avesse avuto così tanto successo sarebbe stato probabilmente il suo canto del cigno. Intorno all'uscita del sequel giravano voci secondo cui il ritiro di Stallone era imminente, come ha ammesso lui stesso alla BBC del 2007 quando, sebbene avesse già firmato per il quarto Rambo, dichiarò:
Sylvester Stallone sarà di nuovo Rambo: "Non smettete mai di prendere a pugni la vita"
"Ho davvero poche aspirazioni riguardo alla recitazione, perché penso che probabilmente le cose migliori siano andate e venute".
Stallone espresse, inoltre, il desiderio di concentrarsi sulla scrittura e la regia. Nel 2006 lavorava nel mondo del cinema da quasi 40 anni ed era apparso in una varietà di ruoli e generi. Come lo stesso Rocky Balboa, la carriera cinematografica di Sylvester Stallone ha visto notevoli alti e bassi, per questo il quinto capitolo della saga di Rocky rappresentava il progetto più personale dell'attore e sarebbe stato un film perfetto per concludere la sua carriera. Ma la calorosa accoglienza riservata al film, e i 156 milioni di incasso a fronte di un budget di 22 milioni, per fortuna gli hanno fatto cambiare idea.