Si è conclusa sabato sera l'edizione 2007 del Sundance Film Festival voluto da Robert Redford: tra i film premiati molti affrontavano tematiche attuali quanto scottanti, come la guerra in Iraq, la corruzione in politica e l'immigrazione clandestina.
Il difficile compito di valutare tante pellicole ed assegnare i relativi premi, è stato affidato a cinque giurie, due per i film di produzione americana, due per i film di produzione internazionale - una per i film di fiction e una per i documentari - e una giuria per il premio Alfred P. Sloan, riservato alla migliore pellicola che affronta tematiche relative alla scienza ed alla tecnologia.
La giuria della sezione competitiva americana era formata da Catherine Hardwicke, Dawn Hudson, Pamela Martin, Elvis Mitchell e Sarah Polley. I documentari appartenenti a questa sezione sono stati giudicati da Alan Berliner, Lewis Erskine, Lauren Greenfield, Julia Reichert e Carlos Sandoval. Il compito di giudicare i film della sezione internazionale invece è andato a Carlos Bolado e Lynne Ramsay. I documentari della stessa sezione sono stati giudicati da Raoul Peck, Juan Carlos Rulfo ed Elizabeth Weatherford.
La giuria del premio Alfred P. Sloan invece era formata da Darren Aronofsky, Ann Druyan, Brian Greene, Howard Suber e John Underkoffler.
Padre Nuestro, (nella foto una scena del film) un thriller di Christopher Zalia che racconta di un giovane messicano che parte alla volta di New York City in compagnia di immigranti clandestini, ha vinto il premio della giuria come miglior film, invece Grace is Gone, diretto da James C. Strouse, che racconta il dramma di un padre che non sa come dire alle sue figlie che la loro madre, che era un soldato in Iraq, è stata uccisa e non tornerà più a casa, ha vinto il premio del pubblico e il premio per la sceneggiatura. Per quanto riguarda la sezione dei documentari, il premio della giuria è andato a Manda Bala, diretto da Jason Kohn che affronta il tema della corruzione in Brasile. Il film di Kohn tra l'altro ha vinto anche un premio per la miglior fotografia, che è andato a Heloisa Passos. Il pubblico invece ha deciso di premiare Hear and Now, un documentario di Irene Taylor Brodsky con il quale la regista ha voluto raccontare la decisione dei suoi genitori, entrambi sordi, di sottoporsi ad un intervento chirurgico per l'impianto cocleare.
Tra i film che hanno fatto parte della sezione internazionale del Sundance Film Festival, la giuria ha premiato Adama Meshuga'at, un documentario del regista israeliano Dror Shaul, mentre il premio del pubblico è andato al danese Vores Lykkes Fjender, un documentario di Eva Mulvad e Anja Al Erhayem sull'elezione di una giovane donna al parlamento in Afghanistan nel 2005. Nella stessa sezione, due premi speciali della giuria sono andati a L'héritage, un film di Timur Babluani e Gela Babluani, ed al documentario israeliano Hot House di Shimon Dotan.
I premi del pubblico sono andati al musical irlandese Once diretto da John Carney, ed al regista inglese David Sington per il suo documentario In the Shadow of the Moon.
Tra le pellicole di produzione americana invece, i premi sono andati a Rocket Science ed al documentario War Dance di Sean Fine e Andrea Nix. Un premio speciale della giuria è andato al documentario di Charles Ferguson No End in Sight, sui fallimenti delle politiche americane in Iraq. Sempre nella sezione americana, il premio per la miglior fotografia è stato assegnato a Benoit Debie per il thriller Joshua.
Il premio Alfred P. Sloan, consistente in ventimila dollari, è andato a Dark Matter, un film diretto da Chen Shi-Zhen.