Squid Game, la Lega presenta un'interrogazione parlamentare sulla serie Netflix

La serie Netflix Squid Game arriva in parlamento con un'interrogazione da parte della deputata della Lega Laura Cavandoli.

Squid Game continua a far parlare di sé, e adesso la serie Netflix è giunta persino al Parlamento italiano. Come? Per via di un'interrogazione della Lega indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Istruzione e al Ministro dell'Interno.

"Dentro e fuori le scuole si susseguono episodi di violenza e bullismo ispirati alla violentissima serie tv coreana Squid Game che, pur essendo vietata ai minori di 14 anni, riscuote grande successo tra i giovanissimi con conseguenti numerosi e gravi fenomeni emulativi. Ho presentato un'interrogazione in merito al Ministro dell'Istruzione e al Ministro dell'Interno" ha scritto la stessa Laura Cavandoli, deputata leghista, sulla sua pagina facebook.

La parlamentare ha voluto portare all'attenzione del governo l'influenza che lo show Netflix (il più visto finora dagli abbonati della piattaforma) starebbe avendo su una percentuale di minori, che nelle scuole estere, ma anche quelle italiane, starebbero commettendo pesanti atti di bullismo per emulare quanto visto in tv.

"Si apprende da fonti di stampa delle polemiche suscitate dalla serie televisiva sudcoreana Squid Game, prodotta da Netflix, che narra di un gioco di sopravvivenza cui si sottopongono dei concorrenti disperati pur di risanare le loro situazioni debitorie. La serie, pur essendo vietata ai minori di 14 anni a motivo delle numerose scene di violenza, sta riscuotendo grande successo tra giovani e giovanissimi" si legge nel testo dell'interrogazione riportato anche da La Scimmia Pensa "Si apprende di numerosi e gravi fenomeni emulativi delle situazioni rappresentate nella serie televisiva messi in atto da soggetti minorenni in ambito scolastico o in luoghi pubblici. In particolare, si registrano episodi di bullismo ispirati a Squid Game nelle scuole di Torino, Milano e Firenze, nonché una rissa tra ragazzi presso l'istituto Santa Dorotea di Roma".

"Come si apprende sempre da fonti di stampa, ai genitori che, in forma associativa o privata, si sono rivolti alla Polizia postale, è stato risposto che, avendo la piattaforma Netflix inserito il divieto di visione ai minori di 14 anni, questa può trasmettere legalmente le puntate ai propri abbonati, che le possono vedere attraverso telefonini, computer, tablet e applicazioni presenti nel televisore" aggiunge poi Cavandoli, passando alla richiesta principale dell'interpellanza "Va considerata la gravità delle situazioni suesposte e l'allarme sociale che ne deriva. Quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo intenda porre in essere, al fine di limitare la diffusione dei fenomeni indicati in premessa tra i giovani studenti, al fine di informare e sensibilizzare i genitori e, se del caso, al fine di rendere effettivo e concreto il divieto di visione delle serie televisiva ai soggetti minori di 14 anni".

Si attende, ora, di scoprire come verrà indirizzata la questione.