Nel film Split di M. Night Shyamalan l'attore James McAvoy interpreta un personaggio che ha decine di personalità diverse.
La dottoressa Michelle Stevens, fondatrice dell'organizzazione Post-Traumatic Success, ha ora scritto una lettera al regista per spiegare come il mondo di Hollywood sta causando dei danni rappresentando sul grande schermo le persone affette da disturbi della personalità come se fossero persone pericolose.
L'esperta inizia la sua missiva facendo i complimenti a Shyamalan per il successo ai box office di tutto il mondo, proseguendo: "Questo significa che milioni di persone hanno visto o vedranno la sua storia su un uomo che soffre di un disturbo dissociativo dell'identità. Personalmente penso che sia una vergogna. Per quanto io faccia il tifo per lei come artista, Mr. Shyamalan, sono arrabbiata dal fatto che si sia scelto di scalare il successo sulle spalle già sovraccaricate di chi è malato mentalmente".
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La dottoressa prosegue poi ricordando che il cinema ha spesso usato l'idea di persone con più di una personalità per realizzare dei film, come accaduto ad esempio con Psycho, Schegge di paura o Fight Club. Quel tipo di malattie mentali, nella vita reale, ha degli effetti su milioni di persone e la dottoressa Stevens ha voluto spiegare: "Essendo una psicologa esperta sull'argomento e una persona che soffre di multiple personalità, penso che sia il mio dovere spiegare alcuni fatti: le persone che soffrono di un disturbo dissociativo non sono, in generale, raccapriccianti o ingannevoli, non ci nascondiamo in vicoli oscuri. Non siamo rapitori che rinchiudono teenager in cantina, e sicuramente non siamo assassini. Invece siamo mariti e mogli, padri e madri, amici e vicini di casa che soffrono in silenzio di una condizione dolorosa, paurosa e spesso debilitante in cui il concetto di chi siamo è diviso in parti frammentate. La nostra condizione è causata da una storia di abusi gravi e ripetuti vissuti da bambini. In verità siamo vittime di una violenza impossibile da immaginare. Avere più personalità, come la depressione, lo stress post traumatico e i tentativi di suicidarsi sono solo sintomi di infanzie terribili".
La dottoressa prosegue quindi spiegando il suo punto di vista: "Quando a Hollywood vi prendete gioco del nostro problema non siete diversi dai bulli che nel giardino di scuola prendono di mira un ragazzo disabile. Fareste un film con protagonista una persona Down con delle fantasie sessuali deviate? Scrivereste di un killer armato di coltello che soffre di autismo? Ovviamente no, sarebbe di cattivo gusto. Allora perché va bene prendere in giro la mia malattia mentale?".
Split, secondo il medico, ha trasformato Shyamalan in un bullo a causa degli stereotipi portati avanti nel film, rendendo difficile far capire a chi incontra persone reali affette da quel tipo di disturbi che non sono folli o pericolose. Ogni volta che la dottoressa rivela la propria condizione, infatti, le persone reagiscono nello stesso modo: con stupore e un certo grado di orrore perché pensano a tutte le rappresentazioni mostrate al cinema e in tv.
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La dottoressa conclude: "Non sono un mostro Mr. Shyamalan. Al contrario direi che sono una persona piuttosto normale con una famiglia stabile e amorevole, che ha dedicato la sua carriera ad aiutare altre persone. Come milioni di altri individui soffro di una malattia mentale. In futuro apprezzerei che si smettesse di usare il nostro dolore e la nostra sofferenza per alimentare il vostro intrattenimento".
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