Seinfeld, Michael Richards ricorda l'episodio che rischiò di stroncargli la carriera: "Ho cercato di imparare"

L'interprete di Cosmo Kramer è tornato su quella brutta fase della carriera nel suo memoir.

Michael Richards con Phil Morris in una sequenza in macchina di Seinfeld

Nonostante sia rimasto lontano dai riflettori per parecchi anni, la star di Seinfeld Michael Richards è tornato recentemente alla ribalta in vista dell'uscita del memoir Entrances and Exits, il prossimo 4 giugno. In una recente intervista con People, Richards ha ricordato un episodio che gli ha macchiato la carriera e rischiato di stroncarla.

L'attore è noto soprattutto negli Stati Uniti per aver interpretato il bizzarro vicino di casa di Jerry Seinfeld, Cosmo Kramer, nella sitcom in onda dal 1989 al 1998, al fianco del protagonista, Julia Louis-Dreyfus e Jason Alexander. Tra le serie più apprezzate tra gli anni '80 e '90, Seinfeld ha ispirato parecchie produzioni successive alla sua messa in onda.

L'episodio incriminato

Durante uno spettacolo di stand-up comedy al Laugh Factory di Los Angeles, Richards proferì degli insulti razzisti ad un gruppo di disturbatori, incluso un uso ripetuto della N-Word, dopo che avevano interrotto la sua performance. In seguito l'attore si scusò pubblicamente durante una puntata del David Letterman Show ma l'episodio finì per rovinargli la carriera.

Jerry Seinfeld e Michael Richards in una scena dell'episodio The Puffy Shirt di Seinfeld
Jerry Seinfeld e Michael Richards in una gag di Seinfeld.

"Mi sono subito pentito nel momento stesso in cui l'ho detto sul palco. Non sto cercando una rivincita. La mia rabbia era ovunque e si è manifestata in modo violento e rapido. La rabbia è una forza potente. Ma è successo. Piuttosto che fuggire, ho affrontato la situazione e ho cercato di imparare da ciò che è successo. Non è stato facile. Gli esperti di crisi volevano che gestissi la situazione per limitare i danni. Ma per quanto mi riguardava, il vero danno era dentro di me".

Michael Richards ha dichiarato di aver trascorso gli anni successivi a chiedersi da dove provenisse quella rabbia e di aver compreso che probabilmente nasceva tutta dalle sue insicurezze:"Non riuscivo a relazionarmi alla gioia di essere un artista. Ero un buon attore caratterista, ma mi sentivo a mio agio nell'essere il personaggio, non nell'essere me stesso". Richards ha confessato che la fama ha peggiorato la situazione e ha ribadito di non essere razzista, affermando di essersi sentito umiliato in quell'occasione e di aver reagito con rabbia istintiva:"La vita è sempre un susseguirsi di alti e bassi. Continuo a lavorare giorno e notte per affrontare la luce e l'oscurità che sono dentro di me".